giovedì 14 giugno 2018

Come dire a un figlio che è nato dall’eterologa

       Sono oltre 3 milioni nel mondo, in continuo aumento, ma di loro si parla poco: sono i figli della fecondazione eterologa, la tecnica di procreazione assistita che utilizza ovociti o sperma di un donatore.

      Tanto si discute delle implicazioni etiche e morali dell'eterologa, quanto poco ci si preoccupa dei suoi frutti, i bambini. Chi sono e cosa provano? In Italia è un mondo sommerso, visto che fino al 2014 la pratica era vietata dalla legge 40 e le coppie andavano all’estero.


Похожее изображение      Ora che non è più così, i numeri crescono rapidamente: secondo una Relazione presentata in Parlamento, solo nel 2015, 601 italiani sono venuti al mondo grazie all’eterologa. Negli Usa, dove la donazione è utilizzata da decenni anche da madri single o coppie gay, il popolo dei “cryokids” (si chiamano bimbi del freddo perché i gameti vengono congelati) è ben più numeroso e attivo. Tantissimi blog ne parlano e uno dei più seguiti è Confession of a cryokid, di una 27 enne newyorkese.

      Il tema è anche arrivato sul grande schermo, con il documentario Anonymous father’s day, che racconta le emozioni di tre giovani nati da un donatore appunto anonimo, e in tivù, con il reality Generation cryo, trasmesso da MTV. E poi c’è la grande comunità del Donor sibling registry (donorsiblingregistry.com), un portale-database americano che raduna oltre 55mila tra donatori, genitori riceventi e figli e che ha il compito di supportare le persone concepite con l’eterologa.

Il silenzio pesa
      «Il primo dubbio delle coppie che hanno fatto ricorso all’eterologa è se dire al figlio come è nato. Molte mantengono il segreto per evitare che il ragazzo metta in crisi la propria identità o il rapporto con i genitori. Alcune temono il giudizio degli altri, visto che in Italia questa tecnica, nonostante sia sempre più usata, è ancora vista con diffidenza» spiega la psicologa Federica Faustini, consulente di un centro per la fertilità, che con la collega Marina Forte ha scritto "Un viaggio inaspettato. Quando si diventa genitori con la fecondazione eterologa" (Imprimatur).

      «Come per l’adozione, però, gli psicologi ritengono che sia importante dire la verità, il prima possibile». Secondo vari studi, infatti, i bimbi che apprendono come sono stati concepiti in età prescolare reagiscono bene, con curiosità o indifferenza, mentre chi lo scopre da adolescente, prova incredulità e rabbia verso i genitori che hanno taciuto a lungo. «Ognuno di noi ha bisogno di conoscere le proprie origini e di crescere nella verità.

      I segreti possono minare il clima in famiglia e il rapporto di fiducia» aggiunge Wendy Kramer che, dopo esser diventata mamma grazie a una donazione di seme, ha fondato il Donor sibling registry. Appurato che, anche se scomoda, è meglio rivelare la verità ai “cryokids”, vediamo qual è il modo migliore per farlo.

Fonte http://www.donnamoderna.com/news/societa/come-dire-a-un-figlio-che-e-nato-dalla-fecondazione-eterologa

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