martedì 23 giugno 2015

Più infertilità maschile senza la visita di leva

Da quando il servizio militare non è più obbligatorio sono aumentati i casi di infertilità dovuti alla presenza di un varicocele. Un disturbo sotto-diagnosticato, che colpisce circa un ragazzo su quattro dai 15 ai 25 anni di età
Ero meglio quando si andava a fare il servizio militare. E’ quanto sembrano suggerire gli specialisti del benessere maschile. “Da quando la visita di leva non è più obbligatoria, sono aumentati i casi di infertilità legati alla presenza di un varicocele non tempestivamente diagnosticato - afferma il prof. Giario Conti presidente nazionale della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) - Il varicocele è la dilatazione delle vene attorno al testicolo che a sua volta può danneggiare il DNA degli spermatozoi. Si stima infatti che sia responsabile del 70% dei casi di infertilità. Questo disturbo oggi è sottovalutato e sotto diagnosticato eppure colpisce circa un ragazzo su quattro dai 15 ai 25 anni di età - ricorda il prof. Conti - Gli uomini nella stragrande maggioranza dei casi non si sottopone ad una visita specialistica come invece dovrebbe e non esegue l'autopalpazione che consente di sentire le vene sotto la pelle dello scroto".

Pochi controlli
 – Più in generale otto italiani su dieci non si sono mai fatti visitare da un urologo. Il 95% di loro dichiara di “non avere problemi” e di “essere ancora giovane”. Non solo, gli uomini vanno poco negli ambulatori, si vaccinano meno delle donne, utilizzano i farmaci in misura minore. Il risultato? I maschi si presentano dal medico quasi sempre con disturbi in fase avanzata, trascurati per settimane o mesi, talvolta per anni. 

Non solo varicocele, ma anche patologie sessualmente trasmesse, prostatiti, tumori urogenitali: sono tutte malattie in forte aumento, che possono essere efficacemente prevenute e affrontate con successo quanto più la diagnosi è precoce. “Oggi siamo di fronte ad un aumento preoccupante delle patologie maschili della sfera riproduttiva e sessuale - afferma il prof. Michele Gallucci, presidente nazionale dell’AURO (Associazione Urologi italiani) – dovute  nella maggior parte dei casi, a stili di vita sbagliati. Se trascurate, possono minare la qualità di vita con conseguenza importanti come l’impotenza e l’infertilità. Per questi motivi la prevenzione è fondamentale fin da una giovane età”.

SAM -  Per sensibilizzare gli italiani sull’importanza della prevenzione è partito la scorsa settimana Salute al Maschile (SAM), il primo progetto nazionale di sensibilizzazione interamente dedicato agli uomini che vede insieme la Fondazione Umberto Veronesi, SIUrO e AURO. Gli altri obiettivi dell’iniziativa sono:
- Informare i pazienti con tumore, aiutarli a scegliere la terapia migliore
- Mantenere alta l’attenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili, ricordando le regole di una sessualità consapevole
- Sostenere concretamente la ricerca scientifica: nel corso del progetto saranno supportati i medici e i ricercatori che lavorano per trovare nuovi metodi di diagnosi precoce e nuove combinazioni terapeutiche per i tumori maschili. Nel 2015 la Fondazione ha già finanziato 3 borse di ricerca nell’ambito dell’oncologia maschile. Il valore annuale di ogni borsa è pari a 30.000 euro. 

“Quarant'anni fa dovevamo convincere le donne a sottoporsi a una mammografia – sottolinea il prof. Umberto Veronesi - Ora invece sono loro a mettersi in coda per l'esame, e proprio grazie alla diagnosi precoce il 95% dei tumori al seno può guarire. Adesso è il momento dell'uomo: la stessa rivoluzione culturale va fatta su di lui”.

Fonte http://sport.sky.it/sport/ritratto_della_salute/2015/06/18/campagna_sam_salute_al_maschile.html

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