martedì 18 marzo 2014

40 parole chiave che NESSUNO ti ha mai detto sul parto

40 parole chiave che NESSUNO ti ha mai detto sul parto



Gravidanza: 40 parole chiave che NESSUNO ti ha mai detto sul parto

"Il parto rappresenta da sempre il momento più coinvolgente
nell’itinerario affascinante che porta dal concepimento alla nascita di
un bebè. Spesso è anche un evento che genera timori e ansie, per
contrastare i quali è consigliabile che la gestante segua un adeguato
corso di preparazione. Potrà così conoscere meglio la fisiologia del
parto e apprendere esercizi utili per rendere più familiare questo
avvenimento decisivo nella vita della coppia. Per agevolare l’impatto
con i termini utilizzati più frequentemente da medici e ostetriche,
eccovi un piccolo dizionario del parto, ordinato alfabeticamente".
(Mariagrazia Ierardi, specialista di
ASM, l’Associazione per lo Studio delle Malformazioni Onlus e ginecologa presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica, Ospedale San Paolo, Polo Universitario, Milano)


1. Amnioressi

Rottura del
sacco amniotico, mediante una minima trazione sulle membrane attuata con un piccolo strumento, detto amniotomo,
durante la visita ostetrica. Favorisce la progressione del travaglio di
parto e consente di osservare il colore del liquido amniotico.


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Il liquido amniotico protegge il bebè



2. Canale del parto

Canale
naturale, costituito dalla parte inferiore dell’utero distesa, dal
collo dell’utero completamente dilatato, dalla vagina, dai muscoli
perineali e dalla vulva, contornato dalle strutture ossee del piccolo
bacino. Ha una forma curva, diversa e unica nel mondo dei mammiferi.


3. Contrazioni uterine

Movimenti involontari, intermittenti, e d’intensità crescente della parte muscolare dell’utero, associati a dolore in
travaglio. Servono a spingere gradualmente il
feto lungo il canale del parto.


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Contrazioni in gravidanza



4. Episiotomia

Taglio con forbici del perineo
(la parte che chiude inferiormente il piccolo bacino, situata tra la
vagina e il retto), previa anestesia locale, allo scopo di allargare
l’apertura vulvare, facilitando la fuoriuscita del
feto, e al fine di prevenire compressioni troppo prolungate sul collo della vescica e sull’uretra.


Può essere mediana o paramediana, a seconda della
direzione. Viene praticata dall’ostetrica, ma non è un intervento di
routine: viene eseguito soltanto in casi particolari.


Leggi anche:
Episiotomia, è sempre necessaria?



5. Episiorrafia

Sutura del taglio operato con l’
episiotomia,
previa anestesia locale, procedendo per strati dall’interno verso
l’esterno, e ricostituendo la simmetria e l’anatomia delle strutture
coinvolte.


Sono utilizzati fili che vengono riassorbiti dall’organismo, senza
che ci sia poi la necessità di rimuovere i punti. Si provvede nello
stesso modo a suturare le lacerazioni spontanee che si possono formare
in assenza di
episiotomia.








6. Forum sul parto

Vuoi
conoscere altre mamme che stanno per partorire? O vuoi raccontare la
tua esperienza, scrivere i tuoi dubbi o le tue domande? Entra nel

forum, sezione
parto e conosci tante altre future mamme nella stessa situazione.


7. Funicolo

Detto anche
cordone ombelicale, collega l’addome del feto alla
placenta.
Contiene i vasi sanguigni ombelicali in cui il sangue scorre dalla
placenta al feto e viceversa. Tali vasi sono immersi e protetti in una
sostanza gelatinosa, chiamata gelatina di Wharton.


Qualora sia eccessivamente lungo, si possono formare nodi o giri
intorno al feto. Nel caso in cui il cordone sia troppo breve, può invece
rallentare di poco la discesa del feto nel canale del parto. Solo a
nascita avvenuta è possibile constatarne la lunghezza.


Leggi anche:
Il taglio del cordone ombelicale



8. Globo di sicurezza

Dopo l’espulsione della
placenta
il fondo uterino si contrae fortemente, assumendo una forma globosa e
una consistenza quasi lignea: è in tal modo garantita la chiusura
meccanica dei vasi uterini presenti là dove era inserita la placenta.


Ciò è importante per prevenire una perdita eccessiva di sangue.


9. Indice della presentazione

E’ un punto di riferimento anatomico che identifica la parte presentata dal
feto
nel canale del parto: per esempio, la piccola fontanella per la
presentazione cefalica, l’osso sacro per la presentazione podalica e l’acromion (ossia la sporgenza della scapola) per la presentazione di spalla.


Cercare l’indice della parte presentata durante il
travaglio
serve a confermare la presentazione fetale e a verificare i piccoli
movimenti di rotazione che il feto deve eseguire per scendere lungo il
canale del parto.


10. Induzione medica del travaglio di parto

In presenza di indicazioni mediche, materne o fetali, non si attende l’insorgenza spontanea del travaglio di
parto, ma lo si fa iniziare artificialmente, modificando il collo dell’utero.


Ciò può avvenire con mezzi chimici (gel contenenti prostaglandine introdotti in vagina o nel canale cervicale), oppure con mezzi fisici (catetere di Foley, inserito nel canale cervicale).


Una volta indotti i mutamenti nel collo dell’utero, il
travaglio, in molti casi, procede spontaneamente: in caso contrario, si somministra ossitocina.
Generalmente si ricorre all’induzione medica del travaglio di parto
nelle ultime settimane della gravidanza, oppure oltre il termine.


Leggi anche:
Il parto indotto









11. Lochiazioni

Perdite di sangue
e di piccoli residui di tessuti della gravidanza, tipiche delle prime
settimane dopo il parto. All’inizio sono nettamente ematiche (rosse),
poi sierose (giallastre). Sono segno dell’involuzione e della
ricostituzione interna dell’utero.


Leggi anche:
Perché queste perdite di sangue (lochiazioni)?



12. Marcatura

Lieve perdita siero-ematica che si manifesta durante il
travaglio,
a membrane rotte e a dilatazione completa. Segnala il passaggio della
testa fetale attraverso il collo dell’utero, dal quale derivano
lacerazioni superficiali.


13. Massaggio uterino

Massaggio vigoroso
del fondo dell’utero (cioè della la sua parte più alta) da parte
dell’ostetrica o del ginecologo, al fine di favorire la contrattura
dell’utero dopo la nascita del bambino e l’espulsione della
placenta,
qualora ci siano perdite ematiche vaginali superiori alla norma.
Generalmente l’utero provvede da sé, formando il globo di sicurezza (si
veda la relativa voce).


14. Meperidina

Farmaco sedativo, con attività rilassante sulla muscolatura, somministrato per via endovenosa, sotto monitoraggio cardiotocografico ( si veda la relativa voce), alle donne in travaglio particolarmente provate.


Serve per consentire un periodo di recupero delle forze e di riposo.
Purtroppo può provocare, come effetto collaterale, nausea e vomito.


15. Monitoraggio cardiotocografico

Valutazione
del benessere fetale e della frequenza delle contrazioni uterine, fatta
mediante rilevazione esterna della frequenza cardiaca del feto e del
tono dell’utero.


In caso di necessità, è possibile monitorare in modo più accurato la frequenza cardiaca fetale mediante un elettrodo applicato sulla cute della testa del nascituro (scalp fetale).


Il
monitoraggio è intermittente in caso di travaglio fisiologico, mentre è continuo in presenza di specifiche indicazioni.


Guarda il video sul
monitoraggio cardiotocografico









16. Morsi uterini

Contrazioni dell’utero
tipiche dei primi giorni dopo il parto, avvertite perlopiù come dolori
lombosacrali. Sono necessarie per la normale involuzione dell’utero.


Sono associate a perdite ematiche, e risultano più accentuate nelle multipare rispetto alle primipare, nonché durante la poppata in caso di allattamento al seno.


Leggi anche:
I morsi uterini



17. Ossitocina

Farmaco capace di stimolare la contrattilità del miometrio,
cioè la parte muscolare dell’utero, garantendo contrazioni uterine
efficaci e valide. Si somministra per via endovenosa, sotto
monitoraggio cardiotocografico (si veda la relativa voce). Non rende le contrazioni uterine più dolorose.


18. Partoanalgesia

E’ una procedura attuata dall’
anestesista in sala parto per attenuare, fino a eliminarlo, il dolore provocato dalle contrazioni durante il travaglio.


Viene praticata quando il travaglio è bene avviato (con una
dilatazione del collo dell’utero di almeno 3-4 centimetri), e deve
essere attenuata nel periodo espulsivo (quando la dilatazione del collo
dell’utero è di 10 centimetri) per consentire alla partoriente di
avvertire la preziosa sensazione del premito e potere così realizzare
spinte efficaci.


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Parto indolore con l'epidurale



19. Parto in acqua

In
alternativa alla partoanalgesia, il dolore del travaglio può essere di
gran lunga attenuato trascorrendo parte del travaglio, o anche il parto,

in acqua.
All’interno della sala parto esistono una o più vasche studiate per
consentire alla partoriente di distendersi e rilassarsi in posizione
semiseduta, immersa fino al petto, nuda, in acqua riscaldata a 37°C.


Con il supporto dell’ostetrica, che dal bordo della vasca guida la
partoriente nelle spinte, la futura mamma può accogliere ed abbracciare
per prima il bambino appena nato.


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Meno dolore con il parto in acqua



20. Passaggio del feto lungo il canale del parto

Il
feto percorre il canale del parto eseguendo in modo autonomo una sequenza di movimenti che gli consentono di adattare le sue dimensioni a quelle del canale in cui deve transitare.


Questi movimenti si articolano in diverse fasi: riduzione della parte presentata (la testa del feto si affaccia e si adatta all’ingresso del canale); impegno nello stretto superiore (la testa del feto supera la parte alta del bacino); progressione della parte presentata (la testa del feto discende nel canale del parto sotto l’azione delle contrazioni uterine); rotazione interna (la testa del feto si adatta, ruotando, alla parte intermedia del canale del parto); disimpegno
della testa (la testa del feto oltrepassa il perineo e l’apertura
vulvare sotto l’azione delle contrazioni uterine e delle spinte attive);
rotazione esterna (la testa del feto, già espulsa, ruota per far
adattare le spalle al canale); disimpegno delle spalle (le spalle
fuoriescono); espulsione totale.








21. Perineo

Piano di muscoli che chiude inferiormente il piccolo bacino: la sua distensione facilita il passaggio del nascituro.


Per favorire una maggiore elasticità di questa struttura può essere utile eseguire dei
massaggi delicati con olio di mandorle dolci nelle ultime quattro o cinque settimane di gravidanza.


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Massaggio perineale



22. Periodo dilatante

E’
lo stadio in cui le contrazioni uterine diventano regolari e dolorose,
la parte terminale dell’utero si espande, e si completa la dilatazione del collo dell’utero, fino a 10 centimetri.


Ha una durata inferiore nelle pluripare e superiore nelle nullipare, cioè le donne che non hanno mai partorito in precedenza.


23. Periodo espulsivo

E’ la fase in cui il
feto attraversa il canale del parto ed esce all’esterno del corpo materno: è caratterizzata da contrazioni uterine intense e dalle spinte attive della partoriente. Ha una durata inferiore nelle pluripare e superiore nelle nullipare.


24. Post partum

Periodo di due ore,
immediatamente successivo al parto, in cui la puerpera viene tenuta in
osservazione e vengono controllate la temperatura, la pressione
arteriosa, la frequenza cardiaca, la diuresi, le lochiazioni e la
contrazione-retrazione dell’utero.


Lo si trascorre all’interno della sala parto, e rappresenta anche il momento in cui coccolare il neonato e provare a nutrirlo attaccandolo al seno.


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Tutto sul post-parto



25. Premito

Si definisce così la sensazione di aver bisogno di evacuare, dovuta alla pressione della testa fetale sul retto durante l’ultimo tratto del proprio percorso nel canale del parto.


E’ il segno che la partoriente è pronta per dare il via al periodo
espulsivo, cioè può iniziare a spingere attivamente durante le
contrazioni. Senza questa preziosa sensazione le spinte materne non sono
efficaci.








26. Presentazione fetale

E’ rappresentata dalla grossa parte del corpo del nascituro che si introduce nel canale del parto. Può essere la testa (presentazione cefalica), il podice (presentazione podalica), o il tronco (presentazione di spalla). Viene stabilita all’ingresso in sala parto mediante la visita vaginale e l’ecografia.


27. Prodromi del travaglio di parto

Fase iniziale del travaglio di
parto, in cui la gestante prova contrazioni uterine irregolari,
non dolorose, e ha inizio la dilatazione del collo dell’utero. Ha una
durata superiore nelle nullipare rispetto alle pluripare.


In questa fase di preparazione al
travaglio attivo hanno un effetto ristoratore il bagno o la doccia calda, grazie al potere rilassante e antalgico dell’acqua.


28. PROM

E’ chiamata anche
rottura prematura delle membrane, perché avviene prima dell’inizio del travaglio di parto. E’ caratterizzata dalla perdita di liquido amniotico, lattescente o talora di colore verde, dai genitali.


La futura mamma si sente tipicamente “bagnata”. E’ utile indossare un
assorbente per osservare meglio il colore del liquido che è
fuoriuscito.


29. Puerperio

Periodo
che va dal secondamento (si veda più oltre la relativa voce) alla
ripresa dell’attività ciclica delle ovaie. Dura mediamente
6-8 settimane.


La prima mestruazione dopo il parto, detta capoparto, compare in
genere dopo circa 40-50 giorni, o ancora più tardivamente nelle madri
che allattano al seno. Durante il puerperio regrediscono tutti i
cambiamenti che la gravidanza ha portato con sé.


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30. Punteggio di Apgar

Punteggio
che viene dato al neonato al primo e al quinto minuto di vita,
valutando come parametri la frequenza cardiaca, la respirazione, il
colorito della cute, il tono muscolare e i riflessi.


Esprime lo stato di benessere del neonato e il suo adattamento alla vita al di fuori dell’utero. Il massimo livello è di 10/10. Prende il nome dalla sua ideatrice, l’ostetrica Virginia Apgar.


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31. Sacco amniotico

E’ l’involucro costituito dalle membrane amnio-coriali, che contiene il feto immerso nel
liquido amniotico. Si rompe spontaneamente durante il travaglio, o talvolta prima di esso. In alcuni casi se ne decide la rottura artificiale.


32. Secondamento

Fase terminale nella quale la
placenta,
che ha messo in comunicazione indiretta madre e feto consentendo gli
scambi di ossigeno e di nutrienti durante tutta la gestazione, si
distacca dall’utero e fuoriesce all’esterno, grazie a un numero limitato
di spinte.


L’espulsione della placenta avviene dopo pochi minuti dalla nascita
del bambino, ed è decisamente meno fastidiosa rispetto alla fuoriuscita
del feto.


33. Spinte attive

Contrazioni volontarie
dei muscoli addominali e del diaframma, detti anche torchio addominale:
sono sincrone con la contrazione uterina, e hanno luogo a dilatazione
completa.


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Esercizi per il pavimento pelvico



34. Storie del parto

Vuoi
leggere le storie di altre mamme che stanno per partorire o che hanno
partorito? Vuoi raccontare la tua esperienza? Scopri
mammenellarete, il blog delle mamme per le mamme.


35. Tampone vagino-rettale per Straga

Esame per la ricerca dello Streptococco beta emolitico di gruppo A.


Si esegue fra la 35ma e 37ma settimana di gravidanza, e ha lo scopo
di identificare le gestanti portatrici di questo batterio, le quali
dovranno essere sottoposte a terapia antibiotica endovenosa durante il
travaglio di parto per prevenire i casi di infezione neonatale, molto
rari ma gravi.








36. Tappo mucoso

Muco striato di sangue,
contenuto nel canale cervicale durante la gravidanza. Viene espulso con
l’iniziale dilatazione del collo uterino. Purtroppo la sua osservazione
non consente di prevedere dopo quante ore insorgerà il travaglio.


37. Tumore da parto

Deformazione edematosa della parte presentata del feto (si veda la voce “presentazione fetale”), dovuta all’accumulo di liquidi.
E’ causata da una prolungata permanenza nel canale del parto dopo la
rottura del sacco amniotico, ed è completamente reversibile nell’arco di
pochi giorni.


38. Video del parto

Vuoi guardare tutti i video di approfondimento sul parto? Scopri la
webTv di Nostrofiglio.


39. Ventosa ostetrica

E’ una piccola coppetta di plastica
che il ginecologo decide di applicare, solo in casi particolari, sulla
testa del feto per accelerare la sua nascita durante il periodo
espulsivo.


Quando la ventosa ostetrica viene utilizzata si pratica in genere l’episiotomia, allo scopo di agevolare il disimpegno della testa fetale.


Le trazioni esercitate dal ginecologo tramite la coppetta sono
sincrone con le spinte materne, per cui partoriente e ginecologo
agiscono insieme e, quasi sempre, la nascita del bambino ha luogo in
pochi minuti.


40. Agenda del neonato

E quando nasce, ricordati di seguire l'
agenda del neonato.

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