giovedì 18 aprile 2019

CERCARE UN FIGLIO E IL “PENSIERO POSITIVO”

Una donna: bella, giovane, intelligente, apparentemente sempre positiva e contenta.
Triste dentro.
Il suo compagno: innamorato matto di lei, farebbe qualsiasi cosa per renderla veramente felice.

donnaIl loro problema? Un bimbo che non si decide ad arrivare.
Nonostante innumerevoli tentativi, visite e dita incrociate… sono ancora in due. Solo in due.
I medici non riscontrano alcuna anomalia che possa impedire loro la realizzazione del grande desiderio ma, dopo anni di delusioni, iniziano a suggerire vie alternative come l’adozione. “Ci sarà un bimbo, nato da un’altra mamma, che in realtà sta cercando voi… pensateci…”
Non posso immaginare come ci si possa sentire in una situazione simile, ma sono certa di quanto possa essere determinante nelle nostre vite il pensiero.
Positivo o negativo che sia, purtroppo.

Mi è capitato più e più volte di rendermi conto di avere tra le mani solo esattamente ciò che avevo pensato di meritare.
E questo è successo sia quando pensavo di aver diritto ad un premio, sia quando, abbattendomi, non giudicavo me stessa all’altezza della situazione o meritevole. Quindi posso affermare di aver ricevuto sempre ciò che mi aspettavo.
Per questo motivo ora tendo a fare più attenzione a ciò che desidero e spero.
E quando sogno, lo faccio in grande e spazzo via ogni negatività!
Non sempre riesco, lo ammetto.
È complicato non farsi trascinare dai pensieri distruttivi: sembrano essere molto più forti rispetto ai pensieri gioiosi, eppure dovrebbero avere lo stesso peso e la stessa determinazione.
Ho la prova che la mia convinzione funzioni anche con altre persone.
Per anni ho lavorato come commessa e la gente si apre alle commesse: a volte per chiacchierare, altre per sfogarsi, altre ancora perché ha solo bisogno di parlare con sconosciuti.

Insomma, una signora, quando si accorse del mio pancino che lievitava, ebbe voglia di raccontarmi la sua storia.
Era sposata già da qualche anno e tutti le chiedevano insistentemente quando avrebbe avuto il primo figlio. Lei, sorrideva tristemente e rispondeva “Quando vorrà il cielo”.
In realtà era molto che lei e suo marito pensavano di ingrandire la famiglia, ma sembravano avere difficoltà e nella sua mente giravano solo pensieri come “Tanto non riusciremo mai… Sarò madrina dei miei nipoti ma mai madre…
Facciamo un’altra prova anche se sarà inutile…”
Così iniziarono a farsi visitare da dottori vari, nella speranza di trovarne uno, quello giusto, che avrebbe detto che non c’erano problemi e che avrebbero solo dovuto attendere il loro angioletto.

Dopo anni di controlli e speranze, alla coppia vennero consegnati volantini che illustravano come adottare un bambino.
La signora mi spiegò come, durante il tragitto che li divideva dall’ospedale appena visitato, a casa, decisero che fosse proprio la strada adatta a loro.
I loro cuori iniziarono a gioire, finalmente ricominciarono a sorridere immaginandosi con un bimbo in braccio, pensarono già a come arredare la cameretta, a dove recuperare un lettino, a come avrebbe potuto essere la loro nuova vita in tre.
Subito si sentirono ricchi di infinite possibilità e l’entusiasmo li pervase.
La donna, che negli ultimi anni aveva solo finto felicità, ora si ricordò cosa significasse ridere e piangere di gioia contemporaneamente.
Quella notte festeggiarono e di lì a poco la signora scoprì di essere in attesa di un figlio.
In pochi anni ne generarono quattro.
La signora non smise più di pensare positivo.

Nicla

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