Non mancano, d’altra parte, gli agenti patogeni.
Per queste ragioni, la comunità scientifica sta dedicando una particolare attenzione al microbioma al momento del concepimento, durante la gravidanza, il parto e le prime fasi di vita del neonato.
Lo ricorda Rachel Reed, ostetrica, ricercatrice e insegnante.
Posto in relazione con obesità, salute mentale, autismo, asma, cancro e diversi altri casi di anomalie o malattie che possono insorgere nel corso della vita, il microbioma umano rappresenta un’entità, per così definirla, alla quale prestare attenzione fin dalle fasi che precedono la nascita. Le ragioni appaiono ovvie, prime tra tutte la prevenzione e la cura in tempi appropriati le patologie che possono insorgere.
Il microbioma non va alimentato.
Quando si desidera un bambino o si è già in attesa, occorre smettere di fumare, evitare un’alimentazione ricca di tossine a vantaggio di fibre fermentabili e ortaggi ricchi di amido, come le patate.
In caso di problemi intestinali, è necessario provvedere a ripristinare l’equilibrio del microbioma, assumendo all’occorrenza prodotti probiotici. Bisogna inoltre ricordare che anche lo stress interferisce con la flora batterica intestinale e che i batteri stessi possono essere addirittura veicolo di trasmissione dello stesso stress dalla madre al bambino. Evitare inoltre i prodotti antisettici ad azione cutanea e il contatto o l’inalazione con quelli per la pulizia della casa.
Alla nascita, è il caso di arrivare preparate, con un ambiente vaginale ricco di microbioma sano, da trasmettere al neonato.
Occorre evitare l’impiego di antibiotici, se non necessario, durante il travaglio.
Nel caso che vengano utilizzati, bisogna provvedere con la somministrazione di probiotici a madre e figlio. Va inoltre ridotto al minimo il contatto tra chi presta assistenza alla partoriente, la vagina, il perineo e il bambino.
In caso di taglio cesareo, infine, i probiotici e l’allattamento al seno si rendono ancora più necessari.
Subito dopo la nascita, e nei primi giorni di vita, il bambino dovrebbe trascorrere più tempo possibile nudo, sul petto della madre.
Da evitare, almeno per 24 ore dopo la nascita, la nursery.
Occorre inoltre allattare al seno e, se non è possibile, ricorrere ai probiotici.
Gli estranei alla famiglia, infine, dovrebbero limitare o evitare i contatti, specie pelle a pelle, col neonato.
Fonte
The Human Microbiome: considerations for pregnancy, birth and early mothering
Per queste ragioni, la comunità scientifica sta dedicando una particolare attenzione al microbioma al momento del concepimento, durante la gravidanza, il parto e le prime fasi di vita del neonato.
Lo ricorda Rachel Reed, ostetrica, ricercatrice e insegnante.
Posto in relazione con obesità, salute mentale, autismo, asma, cancro e diversi altri casi di anomalie o malattie che possono insorgere nel corso della vita, il microbioma umano rappresenta un’entità, per così definirla, alla quale prestare attenzione fin dalle fasi che precedono la nascita. Le ragioni appaiono ovvie, prime tra tutte la prevenzione e la cura in tempi appropriati le patologie che possono insorgere.
Il microbioma non va alimentato.
Quando si desidera un bambino o si è già in attesa, occorre smettere di fumare, evitare un’alimentazione ricca di tossine a vantaggio di fibre fermentabili e ortaggi ricchi di amido, come le patate.
In caso di problemi intestinali, è necessario provvedere a ripristinare l’equilibrio del microbioma, assumendo all’occorrenza prodotti probiotici. Bisogna inoltre ricordare che anche lo stress interferisce con la flora batterica intestinale e che i batteri stessi possono essere addirittura veicolo di trasmissione dello stesso stress dalla madre al bambino. Evitare inoltre i prodotti antisettici ad azione cutanea e il contatto o l’inalazione con quelli per la pulizia della casa.
Alla nascita, è il caso di arrivare preparate, con un ambiente vaginale ricco di microbioma sano, da trasmettere al neonato.
Occorre evitare l’impiego di antibiotici, se non necessario, durante il travaglio.
Nel caso che vengano utilizzati, bisogna provvedere con la somministrazione di probiotici a madre e figlio. Va inoltre ridotto al minimo il contatto tra chi presta assistenza alla partoriente, la vagina, il perineo e il bambino.
In caso di taglio cesareo, infine, i probiotici e l’allattamento al seno si rendono ancora più necessari.
Subito dopo la nascita, e nei primi giorni di vita, il bambino dovrebbe trascorrere più tempo possibile nudo, sul petto della madre.
Da evitare, almeno per 24 ore dopo la nascita, la nursery.
Occorre inoltre allattare al seno e, se non è possibile, ricorrere ai probiotici.
Gli estranei alla famiglia, infine, dovrebbero limitare o evitare i contatti, specie pelle a pelle, col neonato.
Fonte
The Human Microbiome: considerations for pregnancy, birth and early mothering
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