lunedì 26 febbraio 2018

GONADOTROPINE, FSH, LH – I FARMACI PER OVULAZIONE

        Le gonadotropine sono sostanze naturalmente prodotte dall’organismo, che agiscono direttamente sugli organi sessuali modulandone le funzioni riproduttive. La famiglia delle gonadotropine comprende tre ormoni: FSH, LH e hCG.

In particolare:
Картинки по запросу GONADOTROPINE
  • FSH ormone follicolo stimolante
  • stimola la crescita e lo sviluppo dei follicoli durante la prima metà del ciclo mestruale
  • LH ormone luteinizzante prodotto dalla metà del ciclo in poi, indirizza lo sviluppo dei follicoli verso l’ovulazione vera e propria e sostiene il corpo luteo, ovvero l’elemento che dopo lo scoppio del follicolo mantiene la produzione di progesterone nella seconda metà del ciclo allo scopo di sostenere un’eventuale inizio di gravidanza 
        FSH e LH sono sintetizzati dalle cellule gonadotrope dell’adenoipofisi.

        Queste cellule costituiscono il 10-15% del parenchima ghiandolare.

        L’hCG è prodotto dal corion e poi dalla placenta nel caso in cui un embrione si impianti nell’utero. Ha la funzione di prolungare, durante la gravidanza, l’effetto dell’LH sul corpo luteo.

        Tali ormoni sono presenti sia nella femmina che nel maschio (ad eccezione dell’hCG) ed hanno funzioni essenziali sullo sviluppo, la maturazione, il mantenimento delle funzioni delle ovaie e dei testicoli.

        FSH ed LH vengono secreti sotto stimolazione del GnRH che è l’ormone di rilascio ipotalamico delle gonadotropine. Il GnRH viene secreto in maniera pulsatile con periodo di 1-3 ore, ciò comporta una oscillazione dei livelli ematici anche di LH e FSH.

Utilizzo delle gonadotropine nella PMA

ormoni
        L’utilizzo di queste sostanze nella procreazione assistita ha, dunque, lo scopo di mimare e rafforzare le funzioni ormonali fisiologiche allo scopo di stimolare e rendere produttiva l’attività ovulatoria. Le gonadotropine sono utilizzate nella PMA per effettuare la stimolazione ovarica necessaria per eseguire tecniche di fecondazione assistita come la FIVET o la ICSI, che prevedono il prelievo o pick up degli ovociti maturi.

        Inizialmente si utilizzavano le cosiddette “gonadotropine umane menopausali”,isolate e purificate da urine di donne in menopausa. Il prodotto ottenuto in questo caso è una miscela di FSH e LH.

         Attualmente i progressi raggiunti in campo scientifico hanno consentito di sintetizzare in laboratorio gonadotropine ricombinanti, ottenibili in forma pura, cioè solo FSH o solo LH.

        Questi farmaci vengono somministrati per via iniettiva, con dosaggi e terapie personalizzati. I protocolli di scelta sono due: lungo o breve, a seconda del caso in questione, dell’età della donna, della risposta dell’organismo e delle ovaie e anche del numero e dell’esito dei tentativi fatti in precedenza. La paziente viene seguita tramite ecografie e misurazione del livello di estradiolo.

        Nel corso della terapia i follicoli si sviluppano gradualmente e il loro diametro aumenta progressivamente; sale anche il livello di estradiolo.

        Quando i follicoli sono sviluppati (ossia il loro diametro ha superato i 17mm) e l’estradiolo ha raggiunto i livelli desiderati, proporzionalmente al numero dei follicoli, si giunge all’ultima fase della terapia ormonale, nella quale si pratica una iniezione intramuscolare che fa maturare gli ovociti.

        L’ovulazione viene stimolata con iniezione di gonadotropina corionica umana (hCG), la cui azione simula quella svolta dall’ormone luteinizzante (LH) in fase preovulatoria. Fatta anche l’ultima iniezione, il trattamento viene sospeso e dopo circa 36 ore,  la paziente si prepara al prelievo degli ovuli.

Gli effetti collaterali

        Trattandosi di sostanze già naturalmente presenti e attive nell’organismo, gli eventuali effetti collaterali non discendono strettamente dalla loro somministrazione, bensì dalle conseguenze dei loro effetti fisiologici:


  • aumento dei livelli estrogenici legato al picco ovulatorio,
  • crescita di numero e dimensioni dei follicoli ovarici.

        Tali eventi sono avvertibili dalla donna sotto forma di transitorio aumento ponderale legato alla ritenzione idrica, nausea e sensazione di gonfiore.

        Si parla invece di sindrome da iperstimolazione ovarica quando le ovaie rispondono al trattamento in maniera esagerata. Le ovaie si riempiono di cisti, c’è accumulo di liquido nell’addome, e ciò provoca un intenso senso di malessere.

        Nei casi più gravi le ovaie si gonfiano e la paziente può soffrire di nausea, vomito, dolore all’addome e allo stomaco, gonfiore addominale, dispnea, aumento del peso corporeo, riduzione della quantità di urina, malessere, debolezza e svenimento. Se si verificano queste reazioni occorre rivolgersi subito al proprio medico curante ed interrompere la cura.


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