Si definisce fertilità la capacità di concepire o di indurre il concepimento di un figlio. Come detto nelle schede di anatomia e di fisiologia, il concepimento dipende dall’unione fra un ovocita e uno spermatozoo, con la formazione di una cellula definita zigote e dal successivo impianto dell’embrione nell’endometrio. Questo significa che per ottenere il concepimento ci deve essere la produzione e il rilascio di un ovocita e lo spermatozoo deve essere in grado di raggiungerlo. Inoltre, perché dal concepimento si arrivi ad una gravidanza è necessario che la blastocisti raggiunga l’utero, che l’endometrio “riceva” questa forma iniziale di embrione e che, a seguire, avvengano tutti gli altri passaggi che permettono il progredire della gravidanza. La complessità e la delicatezza di tutti questi passaggi danno un’idea di quanti problemi possano impedire il concepimento e la conduzione a termine della gravidanza. Infatti, una coppia fertile ha solo il 20% di probabilità di ottenere una gravidanza dopo un mese di rapporti sessuali non protetti, vale a dire senza impiegare metodi anticoncezionali. E’ invece infertile una coppia che non consegua la gravidanza dopo un anno di rapporti sessuali non protetti. Alcuni esperti usano questo criterio per definire l’infertilità solo nei soggetti fra i 20 e i 30 anni in quanto, per le coppie nelle quali la donna ha più di 35 anni, ci si deve aspettare una maggiore difficoltà per ottenere il concepimento, pur non essendoci una vera e propria infertilità.
Fattori di rischio
Per quanto riguarda l’infertilità attribuibile alla donna, si distinguono vere e proprie cause, come endometriosi e Sindrome dell’ovaio policistico, e fattori di rischio. L’età è il più importante fattore di rischio. Per una donna di età compresa fra 20 e 24 anni la probabilità complessiva di ottenere una gravidanza è di quasi il 90%, fra i 35 e i 39 anni essa si riduce a circa la metà: il 52%. Con il passare degli anni, si riduce il numero degli ovociti e peggiora la loro qualità. Varie teorie sono state formulate per spiegare questo secondo fenomeno. Fra esse quello dell’esposizione più protratta a sostanze tossiche e molecole dannose come i radicali liberi. L’età influenza negativamente anche la secrezione degli ormoni che regolano il ciclo ovarico e la struttura e la funzione dell’utero e questo fa sì che, non solo per la donna meno giovane sia più difficile ottenere una gravidanza, ma aumentino anche il rischio di aborto e quello di problemi relativi al parto.
L’età della donna sarebbe un fattore di rischio facilmente modificabile in meglio, in teoria, in quanto basterebbe cercare il concepimento in età più giovane. Purtroppo, però, negli ultimi anni esso si è modificato si, ma in peggio. Infatti in Italia, negli ultimi 30 anni, l’età media degli uomini e delle donne che hanno figli è aumentata da 22 a 32 anni. Questo andamento rispecchia problemi sociali come il ritardo dell’entrata nel mondo del lavoro e del raggiungimento dell’autonomia economica che permette di formare un nuovo nucleo famigliare, sia per gli uomini, che per le donne. In particolare queste ultime, incontrano problemi nel mantenere il lavoro e fare carriera, se hanno figli e, in molte aree del paese, ricevono uno scarso supporto a un’eventuale maternità. Se problemi sociali contribuiscono ad aumentare la frequenza dell’infertilità, questa, a sua volta, provoca costi sociali sotto molti punti di vista. A parte il danno psicologico e sociale che ha la coppia che non riesce ad avere figli, le poche nascite contribuiscono allo squilibrio fra contributi pagati dai lavoratori attivi e pensioni devolute a coloro che non lavorano più.
Altri fattori che aumentano il rischio di infertilità sono l’obesità, il fumo e l’alcol. Un importante eccesso di peso limita talmente la probabilità di ottenere un concepimento, sia in maniera naturale che con la procreazione medicalmente assistita, che alcuni specialisti ritengono che le donna debba ridurre il proprio peso prima di essere sottoposta a cure e procedure per la cura dell’infertilità. Anche smettere di fumare e abolire un consumo abituale di alcol sono misure raccomandate, sia per prevenire l’infertilità, che per migliorare gli esiti di un’eventuale gravidanza e la salute dei figli che nasceranno.
Fonte https://www.fondazioneserono.org/fertilita/che-cos-e-fertilita/definizione-di-coppia-infertile-ed-incidenza/
Fattori di rischio
Per quanto riguarda l’infertilità attribuibile alla donna, si distinguono vere e proprie cause, come endometriosi e Sindrome dell’ovaio policistico, e fattori di rischio. L’età è il più importante fattore di rischio. Per una donna di età compresa fra 20 e 24 anni la probabilità complessiva di ottenere una gravidanza è di quasi il 90%, fra i 35 e i 39 anni essa si riduce a circa la metà: il 52%. Con il passare degli anni, si riduce il numero degli ovociti e peggiora la loro qualità. Varie teorie sono state formulate per spiegare questo secondo fenomeno. Fra esse quello dell’esposizione più protratta a sostanze tossiche e molecole dannose come i radicali liberi. L’età influenza negativamente anche la secrezione degli ormoni che regolano il ciclo ovarico e la struttura e la funzione dell’utero e questo fa sì che, non solo per la donna meno giovane sia più difficile ottenere una gravidanza, ma aumentino anche il rischio di aborto e quello di problemi relativi al parto.
L’età della donna sarebbe un fattore di rischio facilmente modificabile in meglio, in teoria, in quanto basterebbe cercare il concepimento in età più giovane. Purtroppo, però, negli ultimi anni esso si è modificato si, ma in peggio. Infatti in Italia, negli ultimi 30 anni, l’età media degli uomini e delle donne che hanno figli è aumentata da 22 a 32 anni. Questo andamento rispecchia problemi sociali come il ritardo dell’entrata nel mondo del lavoro e del raggiungimento dell’autonomia economica che permette di formare un nuovo nucleo famigliare, sia per gli uomini, che per le donne. In particolare queste ultime, incontrano problemi nel mantenere il lavoro e fare carriera, se hanno figli e, in molte aree del paese, ricevono uno scarso supporto a un’eventuale maternità. Se problemi sociali contribuiscono ad aumentare la frequenza dell’infertilità, questa, a sua volta, provoca costi sociali sotto molti punti di vista. A parte il danno psicologico e sociale che ha la coppia che non riesce ad avere figli, le poche nascite contribuiscono allo squilibrio fra contributi pagati dai lavoratori attivi e pensioni devolute a coloro che non lavorano più.
Altri fattori che aumentano il rischio di infertilità sono l’obesità, il fumo e l’alcol. Un importante eccesso di peso limita talmente la probabilità di ottenere un concepimento, sia in maniera naturale che con la procreazione medicalmente assistita, che alcuni specialisti ritengono che le donna debba ridurre il proprio peso prima di essere sottoposta a cure e procedure per la cura dell’infertilità. Anche smettere di fumare e abolire un consumo abituale di alcol sono misure raccomandate, sia per prevenire l’infertilità, che per migliorare gli esiti di un’eventuale gravidanza e la salute dei figli che nasceranno.
Fonte https://www.fondazioneserono.org/fertilita/che-cos-e-fertilita/definizione-di-coppia-infertile-ed-incidenza/
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