Questo delicato momento dell’esistenza di ogni essere umano costituisce, infatti, una tappa fondamentale per l’apprendimento del linguaggio e per lo sviluppo di complesse facoltà motorie e relazionali.
Nonostante le esperienze vissute in questo periodo siano fonte di forte impatto emotivo e di un gran numero di informazioni, tuttavia, pochissimi adulti riescono a ricordare con precisione episodi che risalgono al periodo precedente il compimento del terzo anno di età.
Ma a partire da quale momento la memoria dei primi anni di vita inizia a svanire? Cosa ricordano i bambini?
Un interessante studio dell’università Emory – prestigioso istituto privato degli Stati Uniti – cerca di fornire una risposta a questo e ad altri interrogativi sul funzionamento della memoria in età infantile.
La ricerca, riportata dalla rivista scientifica Memory, prende in esame un gruppo di bambini al fine di misurare la loro capacità di ricordare avvenimenti significativi, risalenti all’età di tre anni o al periodo pregresso.
Lo studio ha rivelato come l’età in cui i ricordi della prima infanzia tendono a essere rimossi sia da collocare attorno ai sette anni di età.
Come spiegato dalle dottoresse Patricia Bauer e Marina Larkina, coautrici di questa indagine, si tratta della prima dimostrazione empirica del fenomento della cosiddetta “amnesia infantile”.
Il progressivo dimenticare i ricordi legati al primissimo periodo infantile, infatti, è stato monitorato grazie a una serie di domande rivolte al campione di soggetti preso in esame in diversi momenti dello sviluppo.
I bambini, intervistati una prima volta dai ricercatori per discutere di un evento significativo della loro infanzia, sono stati successivamente richiamati a differenti età (dai cinque ai nove anni) allo scopo di verificare quanto ricordassero dell’episodio.
A distanza di alcuni anni, il risultato della ricerca ha dimostrato come i bambini che avessero ormai compiuto i sette anni di età incominciassero ad avere ricordi sempre più sfumati riguardo avvenimenti accaduti durante i primissimi anni di vita.
A dispetto di una memoria meno precisa, tuttavia, i bambini più grandi dimostravano anche di aver sviluppato una maggiore capacità di organizzazione mentale nella ricostruzione e nella esposizione dei fatti riferiti.
Pur rimanendo il funzionamento dei nostri meccanismi mnemonici un mistero, si può dire che l’indagine ne abbia messo in luce un aspetto importante.
Una spiegazione di questo fenomeno di amnesia selettiva, riferita a un periodo preciso della nostra vita, potrebbe essere legato al fatto che le energie cerebrali sono, durante i primi anni, impiegate nell’immagazzinamento di precise informazioni legate alla struttura del linguaggio, più che all’organizzazione e all’accantonamento di ricordi complessi.
Per questo, anche se il bambino non è destinato a ricordare con precisione i particolari di storie e avvenimenti legati a questa tenera età, fornirgli giusti stimoli verbali continua a essere un ineguagliabile sostegno allo sviluppo delle sue capacità cognitive.
Lo strumento giusto per aiutare il bambino nello sviluppo del linguaggio e dell’organizzazione dei ricordi è costituito dalla lettura: le storie lette ad alta voce rimangono uno degli strumenti più potenti per aiutare il bambino a sviluppare le sue potenzialità.
Fonti
– Psychologists document the age our earliest memories fade
– The onset of childhood amnesia in childhood: A prospective investigation of the course and determinants of forgetting of early-life events
– Cosa si ricorda della sua infanzia?
Nonostante le esperienze vissute in questo periodo siano fonte di forte impatto emotivo e di un gran numero di informazioni, tuttavia, pochissimi adulti riescono a ricordare con precisione episodi che risalgono al periodo precedente il compimento del terzo anno di età.
Ma a partire da quale momento la memoria dei primi anni di vita inizia a svanire? Cosa ricordano i bambini?
Un interessante studio dell’università Emory – prestigioso istituto privato degli Stati Uniti – cerca di fornire una risposta a questo e ad altri interrogativi sul funzionamento della memoria in età infantile.
La ricerca, riportata dalla rivista scientifica Memory, prende in esame un gruppo di bambini al fine di misurare la loro capacità di ricordare avvenimenti significativi, risalenti all’età di tre anni o al periodo pregresso.
Lo studio ha rivelato come l’età in cui i ricordi della prima infanzia tendono a essere rimossi sia da collocare attorno ai sette anni di età.
Come spiegato dalle dottoresse Patricia Bauer e Marina Larkina, coautrici di questa indagine, si tratta della prima dimostrazione empirica del fenomento della cosiddetta “amnesia infantile”.
Il progressivo dimenticare i ricordi legati al primissimo periodo infantile, infatti, è stato monitorato grazie a una serie di domande rivolte al campione di soggetti preso in esame in diversi momenti dello sviluppo.
I bambini, intervistati una prima volta dai ricercatori per discutere di un evento significativo della loro infanzia, sono stati successivamente richiamati a differenti età (dai cinque ai nove anni) allo scopo di verificare quanto ricordassero dell’episodio.
A distanza di alcuni anni, il risultato della ricerca ha dimostrato come i bambini che avessero ormai compiuto i sette anni di età incominciassero ad avere ricordi sempre più sfumati riguardo avvenimenti accaduti durante i primissimi anni di vita.
A dispetto di una memoria meno precisa, tuttavia, i bambini più grandi dimostravano anche di aver sviluppato una maggiore capacità di organizzazione mentale nella ricostruzione e nella esposizione dei fatti riferiti.
Pur rimanendo il funzionamento dei nostri meccanismi mnemonici un mistero, si può dire che l’indagine ne abbia messo in luce un aspetto importante.
Una spiegazione di questo fenomeno di amnesia selettiva, riferita a un periodo preciso della nostra vita, potrebbe essere legato al fatto che le energie cerebrali sono, durante i primi anni, impiegate nell’immagazzinamento di precise informazioni legate alla struttura del linguaggio, più che all’organizzazione e all’accantonamento di ricordi complessi.
Per questo, anche se il bambino non è destinato a ricordare con precisione i particolari di storie e avvenimenti legati a questa tenera età, fornirgli giusti stimoli verbali continua a essere un ineguagliabile sostegno allo sviluppo delle sue capacità cognitive.
Lo strumento giusto per aiutare il bambino nello sviluppo del linguaggio e dell’organizzazione dei ricordi è costituito dalla lettura: le storie lette ad alta voce rimangono uno degli strumenti più potenti per aiutare il bambino a sviluppare le sue potenzialità.
Fonti
– Psychologists document the age our earliest memories fade
– The onset of childhood amnesia in childhood: A prospective investigation of the course and determinants of forgetting of early-life events
– Cosa si ricorda della sua infanzia?
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