mercoledì 5 ottobre 2016

Allarme rosolia in gravidanza: una donna incinta su tre non sa se è vaccinata

       Continua l'allarme rosolia. Solo 4 su dieci sono state vaccinate contro la rosolia e una su tre non sa se è protetta o meno dal virus responsabile della malattia. A svelarlo è il monitoraggio condotto nel periodo 2012-2015 da parte del sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), un iniziativa dell'Istituto superiore di Sanità (Iss) avviata nel 2006 per monitorare lo stato di salute della popolazione italiana in età adulta.

Rosolia: una donna su tre non conosce il suo stato vaccinale 
       Nel periodo 2012-2015, tutte le Regioni/Province autonome hanno raccolto i dati relativi alla vaccinazione antirosolia ma solo 14 lo hanno fatto continuativamente. 

       Dalle informazioni raccolte emerge con forza la scarsa consapevolezza del problema legato all’infezione rubeolica in gravidanza e la percentuale di donne suscettibili alla rosolia o non consapevoli del proprio stato immunitario varia significativamente tra le Regioni, passando dal 62% della Calabria al 28% del Veneto. 

       Si conferma che la percentuale di donne vaccinate è significativamente maggiore tra le più giovani raggiungendo il picco (57%) nella classe di età 18-24. Inoltre, le vaccinate sono significativamente più frequenti tra le donne con alto livello di istruzione (43%), senza difficoltà economiche (45%) e con cittadinanza italiana (41% vs 24% fra le donne straniere). 

Rosolia in gravidanza? Rischi per il feto
       La rosolia è una malattia molto rischiosa per le donne in gravidanza. La rosolia presenta infatti alti rischi per il feto, soprattutto se la madre contrae la malattia nel primo trimestre della gravidanza quando l’infezione può generare un aborto spontaneo, morte intra-uterina o gravi malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita, Src). Le più comuni e gravi manifestazioni della rosolia congenita sono i difetti della vista, la sordità, le malformazioni cardiache e il ritardo mentale nel neonato.

Perché è importante fare l'anti-rosolia
       Si conferma che la percentuale di donne vaccinate è maggiore tra le più giovani: è massima (57%) nella classe di età 18-24 (grazie all’offerta della vaccinazione nell’adolescenza prevista dal Piano di eliminazione della malattia), mentre nelle generazioni successive diminuisce gradualmente (44% tra le 25-34enni e 34% tra le 35-49enni). A vaccinarsi sono più di frequente le donne con alto livello di istruzione (43%), senza difficoltà economiche (45%) e con cittadinanza italiana (41%, contro il 24% fra le donne straniere).

Cosa deve fare a donna che desidera rimanere incinta
       È possibile verificare l’immunità della madre alla rosolia con il rubeotest, da eseguire prima dell’avvio della gravidanza. Tutte le donne in età fertile dovrebbero essere a conoscenza del proprio stato immunitario verso la rosolia e vaccinarsi prima di un'eventuale gravidanza. Se una donna ha in programma una gravidanza, dovrà attendere un mese dopo la vaccinazione antirosolia.

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