giovedì 17 luglio 2014

La donatrice numero uno: "Ecco perché regalerò i miei ovuli a un'altra"

Maria Luisa Costantini, avvocato calabrese, è la prima iscritta della appena nata associazione per la donazione dei gameti. "L'ho fatto perché è un dono che a me costa poco, ma è capace di cambiare per sempre e in meglio la vita di altri"


"Regalerò i miei ovuli perché altre possano essere madri". Maria Luisa Costantini, avvocato calabrese trentenne con due figli avuti col marito senza bisogno della scienza, è la prima iscritta all'Aidag, l'Associazione altruistica e gratuita di donazione dei gameti nata nei giorni scorsi e presentata durante il convegno in Parlamento sulla fecondazione eterologa organizzato dall'associazione Hera. Lei è pronta ad affrontare le cure, i bombardamenti ormonali perché i suoi ovuli possano rendere genitore chi "oggi non ha la possibilitò di stringere un bambino tra le braccia. Il mio vuole essere un dono, è un regalo che a me costa poco, ma è capace di cambiare per sempre la vita degli altri in meglio".

Cosa l'ha spinta?
"La storia di un'amica, la sua sofferenza. Io ho non ho avuto problemi ad avere i miei figli, ma conosco molto bene il dolore di chi è sterile, di chi per malattia o caso non riesce a restare incinta, oppure spera per qualche
mese e poi perde il bambino. Un dolore insopportabile, ingiusto".

L'ha deciso con suo marito?

"Sì ovviamente siamo d'accordo anche se la parte faticosa toccherà ovviamente a me. Ma in fondo ogni mese si perdono ovuli, in questo modo almeno aiuterò qualcuno a realizzare il suo sogno".

Non le fa impressione?

"Ho pensato all'idea di avere una piccola parte di me un futuro in giro per il mondo, ma ogni bambino è una combinazione irripetibile, ogni esistenza è diversa e poi è talmente più importante non vedere più il dolore di chi è sterile".

Si sentirebbe in parte madre?
"Assolutamente no, sono convinta che il vero genitore è chi ti cresce, chi ti sta vicino, comunque sono ovviamente per la donazione anonima. Una persona, uomo o donna che sia, dona un gamete. In quel caso non ha alcuna aspirazione a fare il genitore del bambino che verrà".

Ai suoi figli lo dirà?

"Sì, racconterò che ho fatto un regalo per aiutare chi sognava di avere dei bambini da amare come loro sono amati da noi. È questo il messaggio che deve passare: l'idea di un dono disinteressato, un messaggio di solidarietà".

Le parole di Maria Luisa Costantini pesano il giorno dopo la pubblicazione delle motivazioni con cui la Corte costituzionale ha bocciato il divieto della fecondazione eterologa perché contrario al diritto incoercibile di avere figli, perché provocava ineguaglianza nei cittadini e non rispettava il diritto alla salute. Sono parole importanti quelle della giovane avvocatessa perché arrivano nel momento in cui a migliaia si sono gia prenotati nei centri pubblici e privati italiani per una futura fecondazione assistita, cancellando onerosi viaggi della speranza all'estero.

Ora infatti il problema è il reperimento dei gameti, più facile per quelli maschili, più complicato, vista la necessità di stimolazioni ormonali, per quelli femminili. E così da un lato i centri stanno contattando tutte le donne che hanno fatto fecondazioni in passato per sapere se vogliono donare gli ovuli rimasti congelati da anni, ma per ora le risposte in questo sono spesso negative. Dall'altro, parte la campagna perché il ministero della Salute pubblicizzi la donazione anonima e gratuita. Come lo era prima che arrivasse la legge 40.

Lo ha chiesto ieri anche la giornalista Ilaria d'Amico a nome dell'associazione Coscioni che da anni si batte per il rispetto dei diritti civili nelle aule di giustizia e non, ma altri sono andati anche più avanti, come per l'appunto chi ha voluto l'associazione Aidagg che vuole servire solo come stimolo, come fonte di informazione e punto di riferimento, indirizzando poi gli aspiranti donatori ai centri riconosciuti di alto livello per la fecondazione assistita per gli esami del caso, il prelievo e la conservazione.

Dal canto suo, il ministero della Salute ora che sono state rese note le motivazioni della sentenza, ha comunicato che si stanno verificando tutti "gli aspetti di tipo sanitario nei quali la Consulta non è entrata". Si tratta di questioni che riguardano l'accreditamento dei centri, i criteri di selezione dei donatori, il consenso informato, la definizione di percorsi di fecondazione eterologa garantendo sicurezza, qualità e tracciabilità, e che devono essere approfondite con il rigore necessario. A breve il ministero potrà tracciare il percorso per attuare la sentenza, per quanto di sua competenza, e condividerlo con le istituzioni e i soggetti coinvolti come chiesto ieri da Cittadinanzattiva e da altre associazioni di pazienti e medici.





Preso da: www.repubblica.it

Nessun commento:

Posta un commento