giovedì 24 luglio 2014

Fattore Rh negativo o positivo in gravidanza?


L’incompatibilità del fattore Rh è un disturbo che si manifesta durante la gravidanza se il sangue della futura mamma è Rh-negativo, mentre quello del bambino è Rh-positivo.
  • Se la mamma è Rh-negativo
    • ed il padre del bambino è Rh-positivo,
      • il bambino è potenzialmente a rischio.
Rh-negativo (Rh-) ed Rh positivo (Rh+) sono espressioni riferite alla presenza nel sangue del fattore Rh, una proteina contenuta nei globuli rossi: chi ce l’ha si dice essere Rh-positivo, mentre chi non ce l’ha è Rh-negativo. Il fattore Rh è ereditario, cioè i genitori lo trasmettono ai figli tramite il patrimonio genetico. La maggior parte delle persone è Rh-positiva.
La presenza o l’assenza del fattore Rh non hanno alcuna conseguenza sullo stato di salute generale, ma possono causare problemi durante la gravidanza.
Se siete Rh-negative e vostro figlio è Rh-positivo, il vostro organismo reagirà al sangue del bambino identificandolo come un corpo estraneo.
Il vostro organismo produrrà quindi anticorpi in risposta a questa falsa impressione che andranno ad aggredire il sangue Rh-positivo di vostro figlio. Gli anticorpi di solito non causano problemi durante la prima gravidanza, perché il bambino, nella maggior parte dei casi, nasce prima che gli anticorpi riescano a svilupparsi.
Tuttavia gli anticorpi, una volta sviluppati, rimangono nel vostro organismo, quindi l’incompatibilità dell’Rh rischia di causare problemi nella seconda gravidanza e in quelle successive (se il figlio che state aspettando è Rh- positivo).
Gli anticorpi sono in grado di attraversare la placenta e attaccare i globuli rossi di vostro figlio, provocando l’anemia emolitica nel bambino, è un disturbo in cui l’organismo non riesce a sostituire completamente i globuli rossi distrutti; i globuli rossi sono fondamentali perché trasportano l’ossigeno in tutto l’organismo.
Se il bambino non ha globuli rossi a sufficienza, non riesce a ottenere la giusta quantità di ossigeno, e quindi può avere problemi gravi. L’anemia emolitica grave può essergli addirittura fatale.
Eseguendo in tempo tutti gli esami di screening durante la gravidanza, si possono prevenire i problemi causati dall’incompatibilità dell’Rh. Gli esami di screening permettono al ginecologo di scoprire già nelle prime fasi della gravidanza se siete a rischio ed in questo caso terrà sotto stretto controllo voi e vostro figlio per tutta la gravidanza, ed eventualmente vi prescriverà le terapie necessarie.
Le immunoglobuline Rh sono un farmaco che impedisce all’organismo di produrre gli anticorpi contro il fattore Rh e quindi riescono a prevenire i problemi dovuti all’incompatibilità dell’Rh. Se siete Rh-negative, a ogni gravidanza successiva alla prima dovrete assumerle, tramite iniezioni, se il bambino che starete aspettando sarà Rh-positivo.
Ricordiamo infine che l’esposizione al sangue Rh-positivo può avere anche altre origini, tra cui ricordiamo gli aborti e le trasfusioni di sangue. Se assumete le immunoglobuline Rh subito dopo questi eventi, riuscirete a evitare l’incompatibilità dell’Rh nelle eventuali gravidanze successive.

Cause

L’incompatibilità del fattore Rh è causata dalla differenza del tipo di sangue tra la gestante e suo figlio: la patologia si verifica quando la donna è Rh-negativa e il figlio è Rh-positivo.
Durante la gravidanza il sangue di vostro figlio può mescolarsi con il vostro, soprattutto durante il parto. Se siete Rh-negative e vostro figlio è Rh-positivo, il vostro organismo reagirà al sangue del bambino attaccandolo, perché lo identificherà come corpo estraneo.
Il vostro organismo creerà anticorpi (proteine) che andranno ad aggredire il sangue Rh-positivo di vostro figlio. Gli anticorpi possono attraversare la placenta e attaccare i globuli rossi di vostro figlio, provocando l’anemia emolitica nel bambino.
L’incompatibilità dell’Rh di solito non provoca problemi durante la prima gravidanza, perché il bambino spesso riesce a nascere prima che si sviluppino gli anticorpi.
Tuttavia gli anticorpi contro il fattore Rh, una volta formati, rimangono nel vostro organismo: quindi c’è un maggior rischio di avere problemi durante la seconda gravidanza o in quelle successive, se il figlio che aspetterete sarà Rh-positivo.
Ad ogni ulteriore gravidanza, l’organismo continua a produrre anticorpi contro il fattore Rh: quindi i figli Rh-positivi che concepirete saranno sempre più a rischio di soffrire di problemi gravi, come l’anemia emolitica.

Fattori di rischio

Le donne Rh-negative che concepiscono un figlio con un partner Rh-positivo sono a rischio.
Il fattore Rh è ereditario, cioè viene trasmesso dai genitori al figlio attraverso il patrimonio genetico. Se voi siete Rh- e il padre del bambino è Rh+, il bambino ha il 50 per cento o più di possibilità di essere Rh-.
Per capire se voi e il padre del bambino siete Rh- o Rh+, potete eseguire un semplice esame del sangue.
Se siete Rh-, il rischio di soffrire di problemi derivanti dall’incompatibilità dell’Rh aumenta se, prima della gravidanza, siete state esposte a sangue Rh+, ad esempio con:
  • Una gravidanza precedente (l’esposizione di solito avviene durante il parto).
  • Gravidanza ectopica, aborto spontaneo o provocato (la gravidanza ectopica è una gravidanza in cui l’embrione si impianta all’esterno dell’utero).
  • Trasfusione di sangue errata o trapianto di cellule staminali del midollo osseo
  • Iniezione o contatto accidentale con aghi o altri oggetti che contengono sangue Rh-positivo.
  • Anche alcuni esami, come l’amniocentesi e il prelievo dei villi coriali, possono esporvi al sangue Rh-positivo.
  • Potete essere esposte al sangue Rh-positivo, se avete sofferto di emorragia o di traumi addominali (causati, ad esempio, da un incidente in macchina, durante la gravidanza).
L’amniocentesi è un esame che può essere necessario durante la gravidanza. Il ginecologo usa una siringa per prelevare una minima quantità dei fluidi dal sacco amniotico che circonda il bambino. Il liquido poi viene esaminato per diversi motivi.
Durante la gravidanza può anche essere effettuato il prelievo dei villi coriali. Durante quest’esame il medico inserisce in vagina un tubicino, che va a raggiungere il collo dell’utero e la placenta; poi preleva un campione di tessuto placentare, usando un delicato meccanismo di suzione. Il campione viene esaminato per diversi motivi.
A meno che siate stati curate con le immunoglobuline Rh dopo ciascuno di questi eventi, siete a rischio per quanto riguarda l’incompatibilità del fattore Rh, sia durante la gravidanza in corso sia nelle eventuali gravidanze future.

Sintomi

L’incompatibilità del fattore Rh non provoca alcun sintomo nella gestante. Nel bambino, invece, può causare l’anemia emolitica, cioè un disturbo in cui l’organismo non riesce a reintegrare i globuli rossi che vanno distrutti.
I globuli rossi sono le cellule del sangue che contengono l’emoglobina, una proteina ricca di ferro che si lega all’ossigeno e lo trasporta in tutto l’organismo. Se c’è carenza di globuli rossi e di emoglobina, il bambino non riceve ossigeno a sufficienza.
L’anemia può causare sintomi di gravità variabile nel neonato, che vanno dall’ittero all’edema (accumulo di liquidi).
  • L’ittero è un disturbo in cui la pelle e la parte bianca degli occhi ingialliscono Quando i globuli rossi vengono distrutti, rilasciano l’emoglobina nel sangue. L’emoglobina viene poi demolita, e trasformata in un composto che si chiama bilirubina: è la bilirubina che dà alla pelle e agli occhi il colorito giallastro. L’eccesso di bilirubina può causare lesioni cerebrali al neonato.
  • L’edema è causato dall’insufficienza cardiaca. Se c’è carenza di globuli rossi che trasportano l’emoglobina, il cuore del bambino deve lavorare di più per pompare il sangue ricco di ossigeno in tutto l’organismo: è questo stress che può causare l’insufficienza cardiaca.
    • L’insufficienza cardiaca può far accumulare i fluidi in molte parti diverse dell’organismo. Se l’edema colpisce un feto o un neonato, il disturbo è detto idrope fetale.
L’anemia emolitica grave può essere fatale per il neonato, al momento del parto o nelle fasi immediatamente successive.

Diagnosi

L’incompatibilità del fattore Rh è diagnosticata con gli esami del sangue, mentre per capire se il bambino soffre di anemia emolitica e la gravità dell’anemia i medici possono usare esami più approfonditi, come l’ecografia.

Specialisti coinvolti

L’incompatibilità del fattore Rh di solito è diagnosticata dai ginecologi, cioè dal personale medico specializzato nella cura delle gestanti. Il ginecologo seguirà voi e il bambino durante tutta la gestazione per escludere problemi connessi all’anemia emolitica: sovrintenderà anche alla terapia, per prevenire problemi con le eventuali gravidanze successive.
I bambini affetti dall’anemia emolitica e dai problemi connessi sono curati da un pediatra o da un ematologo. Il pediatra è il medico specializzato nella cura dei bambini, mentre l’ematologo è un medico specializzato nella cura dei pazienti affetti da disturbi e patologie del sangue.

Esami diagnostici

Se aspettate un bambino, il ginecologo, durante la prima visita, vi prescriverà un semplice esame del sangue per sapere se siete Rh+ o Rh-.
Se siete Rh-negative, probabilmente dovrete anche effettuare anche l’esame degli anticorpi, per sapere se nel vostro sangue ci sono gli anticorpi contro il fattore Rh. Se ci sono, significa che in precedenza siete state esposte al sangue Rh-positivo e siete a rischio di incompatibilità con vostro figlio.
Se siete Rh- e non avete gli anticorpi per il fattore Rh, anche il padre del bambino dovrà fare gli esami per scoprire se è Rh- o Rh+. Se anche lui è Rh-, il bambino certamente non sarà Rh+, quindi non ci sarà rischio di incompatibilità.
Tuttavia, se il padre del bambino è Rh-positivo, il bambino ha il 50 per cento o più di probabilità di essere Rh-positivo: quindi c’è un alto rischio di incompatibilità.
Se il padre del bambino è Rh-positivo o non c’è modo di scoprire se lo è, il ginecologo può effettuare un esame detto amniocentesi.
Nell’amniocentesi, il ginecologo inserisce un sottile ago cavo nella parete addominale, per raggiungere l’utero. Preleva un piccolo campione di liquido dal sacco amniotico che circonda il bambino. Il liquido viene esaminato per scoprire se il bambino è Rh-positivo (in casi rarissimi, l’amniocentesi può esporvi al contatto con sangue Rh-positivo).
Il medico può usare quest’esame anche per misurare la bilirubina del bambino. La bilirubina si accumula quando i globuli rossi vengono distrutti troppo velocemente. Più il livello di bilirubina è alto, più il bambino rischia di soffrire di anemia emolitica.
Se si sospetta l’incompatibilità del fattore Rh o se la si diagnostica, dovrete sottoporvi all’esame degli anticorpi anti Rh una o più volte durante la gravidanza. Quest’esame di solito viene eseguito almeno una volta, al sesto o al settimo mese.
I risultati di quest’esame possono dare indicazioni sulla gravità dell’anemia emolitica di vostro figlio. Più gli anticorpi sono alti, più l’anemia emolitica è grave.
Per controllare se vostro figlio soffre di anemia emolitica, il medico può anche usare un esame detto ecodoppler che serve per misurare la velocità con cui il sangue scorre in un’arteria della testa del bambino.
L’ecodoppler usa le onde sonore per misurare la velocità di scorrimento del sangue. Più il sangue scorre velocemente, più il bambino è a rischio di soffrire di anemia emolitica, perché l’anemia costringe il cuore a pompare più sangue.

Cura e terapia

L’incompatibilità del fattore Rh viene curata somministrando alla madre le immunoglobuline Rh, mentre la terapia per i bambini che soffrono di anemia emolitica varia a seconda della gravità del disturbo.

Finalità della terapia

La terapia dell’incompatibilità del fattore Rh viene effettuata per permettervi di mettere al mondo un figlio sano e per diminuire il rischio in eventuali gravidanze future.

Terapia per l’incompatibilità dell’Rh

Se l’incompatibilità del fattore Rh viene diagnosticata durante la gravidanza, riceverete le immunoglobuline Rh al settimo mese di gravidanza e poi entro 72 ore dal parto.
Le immunoglobuline Rh vi saranno somministrate anche nel caso in cui il rischio di contatto tra il vostro sangue e quello del bambino sia alto, ad esempio se in passato avete avuto un aborto, una gravidanza ectopica o emorragie durante una gravidanza.
Le immunoglobuline Rh contengono anticorpi anti Rh che si attaccano alle cellule Rh-positive del vostro sangue: grazie alle immunoglobuline il vostro organismo non reagirà alle cellule Rh-positive di vostro figlio come se fossero un corpo estraneo, cioè non produrrà gli anticorpi anti Rh. Le immunoglobuline, per funzionare correttamente, devono essere somministrate al momento giusto.
Dopo che avrete formato gli anticorpi anti Rh, il farmaco non servirà più a nulla: per questo le donne Rh-negative devono ricevere le immunoglobuline in ogni gravidanza e durante qualsiasi altro evento che può far entrare in contatto il loro sangue con quello Rh-positivo.
Le immunoglobuline Rh sono iniettate nei muscoli del braccio o della coscia. Tra gli effetti collaterali dell’iniezione possiamo avere:
  • dolore nella zona dell’iniezione,
  • febbre leggera.
Il farmaco può anche essere iniettato in vena.

Terapia dell’anemia emolitica

Per curare l’anemia emolitica del bambino ci sono diverse possibilità: nei casi più lievi, può non essere necessaria alcuna terapia, se invece si deve ricorrere alla terapia, al bambino possono essere somministrati l’eritropoietina e gli integratori di ferro, che stimolano la produzione di globuli rossi.
Se l’anemia emolitica è grave il bambino può ricevere una trasfusione di sangue attraverso il cordone ombelicale. Se il bambino è molto malato e sta quasi per nascere, il ginecologo può optare per il parto indotto: in questo modo si riuscirà a iniziare tempestivamente la terapia.
Il neonato affetto da anemia grave deve essere curato con una trasfusione a scambio. Il sangue del neonato viene gradualmente rimosso e sostituito da sangue o da plasma provenienti da un donatore.
I neonati possono anche essere curati con luci speciali per diminuire la quantità di bilirubina nel sangue. L’eccesso di bilirubina può provocare l’ittero, l’ingiallimento della pelle e della parte bianca dell’occhio.
Far diminuire il livello di bilirubina nel sangue è fondamentale, perché l’eccesso di questo composto chimico può causare danni al cervello. Spesso, nei neonati affetti da anemia emolitica, si riscontra un eccesso di bilirubina, perché questo composto si forma quando i globuli rossi vengono distrutti dall’organismo.

Prevenzione

Si può prevenire l’incompatibilità del fattore Rh somministrando le immunoglobuline Rh nei momenti giusti. Una volta formati gli anticorpi anti Rh, il farmaco non serve più a nulla.
Le donne Rh-negative, quindi, devono essere curate con le immunoglobuline Rh
  • durante e dopo la prima gravidanza,
  • durante e dopo le eventuali gravidanze successive,
  • dopo qualsiasi altro evento che fa entrare in contatto il loro sangue con quello Rh-positivo.
Gli esami di screening prenatale, inoltre, sono in grado di prevenire alcuni dei problemi connessi all’incompatibilità dell’Rh, ad esempio il ginecologo può scoprire tempestivamente se voi e vostro figlio siete a rischio.
Se siete a rischio, il ginecologo può tenere la gravidanza sotto stretto controllo per scoprire se il bambino manifesta i sintomi dell’anemia emolitica e per curarlo in caso di necessità.


Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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