venerdì 15 marzo 2019

Fertilità maschile a rischio, l’allarme arriva anche dai nostri cani

fertilità        Cani e padroni: stesso ambiente, stesso destino. Un nuovo studio della Nottingham University ha dimostrato che certi inquinanti ambientali presenti all’interno delle nostre case possono compromettere la fertilità maschile: l’esposizione provocherebbe un significativo calo della mobilità e più danni al dna degli spermatozoi – fattori riconosciuti tra le cause principali dell’infertilità maschile umana. Che c’entrano però i cani? È da loro che è partito l’allarme.

        Di inquinamento casalingo si parla meno, ma non significa che non sia un problema. Per noi come per i quattro zampe. Già qualche anno fa, infatti, gli esperti della Nottingham University avevano verificato una forte diminuzione della qualità dello sperma nei cani domestici. Sulla base di dati preliminari in vivo che avevano riscontrato la presenza di alcuni contaminanti nell’apparato riproduttivo e nello sperma degli animali, i ricercatori ipotizzarono che tra i fattori ci fosse proprio l’esposizione a sostanze industriali. E dal momento che esseri umani e cani si spartiscono lo stesso ambiente, potrebbero anche condividere lo stesso destino: è forse una coincidenza che anche la fertilità umana maschile negli ultimi 80 anni sia diminuita del 50%?

        È questa la domanda che si sono posti i ricercatori inglesi, che hanno dunque voluto approfondire la questione testando sullo sperma del cane e dell’uomo gli effetti di due dei principali contaminanti domestici, lo ftalato Dehp (presente in tappeti, tappezzerie, vestiti e giocattoli) e il composto bifenolico policlorurato 153 (Pcb153, ormai vietato ma molto persistente nell’ambiente, tanto che è arrivato a contaminare il cibo).

Fonte https://www.wired.it/scienza/medicina/2019/03/05/fertilita-uomo-cane/?refresh_ce=

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