domenica 13 ottobre 2019

TINTA IN GRAVIDANZA: QUANDO SI PUÒ FARE?

        Quando proprio non se ne può fare a meno ecco le alternative al colore in gravidanza

        In gravidanza, i capelli sono al massimo del loro splendore. Superati i primi mesi e formatasi adeguatamente la placenta, l’incremento di estrogeni presenti nell’organismo rende la chioma più setosa, resistente, ben nutrita e brillante. Tuttavia, non sempre gli ormoni possono bastare. Si può sentire la necessità di ravvivare il colore, coprendo qualche capello bianco precoce, oppure desiderare di cambiare completamente look. Quali sono i rischi per il bambino? Quali precauzioni prendere e quali trattamenti risultano più naturali di altri?

Tinta al primo trimestre: meglio aspettare!
        Nonostante, scientificamente, non esistano degli studi specifici che attestino la pericolosità della tinta per capelli sul nascituro (malformazioni congenite, nascite premature oppure aborti spontanei), è bene ricordare che la pelle non è impermeabile e che mantiene un’attività metabolica molto vivace. Pertanto, tutto ciò che viene applicato su di essa viene naturalmente assorbito. Non a caso la cute è considerata un ottimo veicolante per i principi attivi di parecchi farmaci. La tinta per capelli è un trattamento a base chimica abbastanza aggressivo.

        Il colore, composto sostanzialmente da ammoniaca ed acqua ossigenata, con una certa percentuale di sostanze coloranti, viene applicato su tutto il fusto e sul cuoio capelluto. Ma è anche vero che, rispetto a qualche decennio fa, le moderne formulazioni risultano decisamente più delicate e conformi alla legge 713/86 emanata dal Governo Italiano, in cui vige l’obbligo di elencare le sostanze contenute all’interno di ogni cosmetico, nelle percentuali indicate. Ciò significa che le donne in gravidanza possono tingere i capelli, ma non più di tre-quattro volte in nove mesi. In questo modo, il contatto del prodotto con il cuoio capelluto si riduce nettamente, non costituendo un pericolo né per il bambino né per la futura mamma. Per precauzione, è bene lasciare passare i primi tre mesi di gravidanza, periodo in cui si forma l’embrione, si sviluppano i muscoli, gli organi, le corde vocali e perfino i follicoli piliferi.

La scelta dei prodotti
        Trascorse le prime settimane di gestazione, è possibile effettuare la tintura ma con qualche accortezza in più.

Tinta in gravidanza        Il parrucchiere deve essere immediatamente informato della gravidanza, in modo da procedere al cambio look utilizzando prodotti più adatti al cuoio capelluto. In alternativa, per un colore fai-da-te è preferibile acquistare tinture prive di sostanze potenzialmente irritanti come l’ammoniaca, la resorcina e la parafenilendiamina (o PFD). L’eccessiva sensibilità della cute, infatti, potrebbe causare dermatiti curabili solo con farmaci che in gravidanza sono assolutamente da evitare. Pertanto, è opportuno scegliere marchi noti, con l’elenco dei componenti in bella vista sulla confezione. Evitare i prodotti a poco costo ed in vendita nei canali non ufficiali. In alternativa, si possono utilizzare le maschere riflessanti, che uniformano il colore e coprono i primi capelli bianchi. Delicate e sicure sono anche le colorazioni a base vegetale, come l’hennè (miscelato con pigmenti naturali come ad esempio il mirtillo, il tè oppure il mallo di noce). D’altra parte, questo tipo di colorazione è parecchio limitante: non comprende tonalità chiare, è meno duratura e coprente, ma regala brillantezza e luminosità alla chioma.

Fonte https://www.mammemagazine.it/tinta-in-gravidanza-quando-si-puo-fare/

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