martedì 29 novembre 2016

Infertilità, se un bambino su tre è a rischio

      Quali sono i fattori di rischio? “Già nella vita fetale e successivamente nell’età dello sviluppo fino all’età adulta, alcune sostanze dette endocrine disruptors possono avere effetti negativi sulla futura fertilità maschile” spiega il Presidente della Conferenza dei Direttori delle Scuole di Specializzazione in Pediatria Giuseppe Saggese. Queste sostanze sono degli inquinanti ambientali presenti praticamente ovunque che possono interferire a livello ormonale. L’elenco di queste sostanze è molto lungo e comprende pesticidi, metalli pesanti, solventi industriali, inchiostri, vernici, sostanze adesive e molti altri. I più conosciuti, forse, sono gli ftalati, che derivano dalla plastica e possono essere presenti anche nei giocattoli dei bambini. È quindi molto importante cercare di ridurre al minimo i contatti dei bambini con queste sostanze.
      “Un’altra problematica che già alla nascita può seriamente interferire con la fertilità è rappresentata dal criptorchidismo, ovvero un testicolo che non si trova nello scroto” aggiunge Saggese. “Questa condizione interessa il 3-5% dei neonati ed è più frequente nei bambini nati pretermine. Sebbene nell’80% dei casi il testicolo scenda nello scroto spontaneamente entro i 6-12 mesi di vita, nei restanti casi è necessario intervenire quanto più precocemente per evitare che si possano creare dei danni al testicolo”.
      Un altro importante fattore di rischio per l’infertilità maschile è rappresentato dal sovrappeso e dall’obesità, condizioni che ad oggi interessano 1 bambino su 3 e che tendono a cronicizzare e a persistere nella vita adulta. Un bambino in sovrappeso o obeso alla pubertà ha uno squilibrio ormonale che può avere effetti negativi sia sullo sviluppo sessuale sia sullo sviluppo degli spermatozoi nel testicolo. In adolescenza poi bisogna fare attenzione agli stili di vita.
Infertilita-se-un-bambino-su-tre-e-a-rischio      L’abitudine al fumo di sigaretta, l’uso di marijuana, l’abuso di bevande alcoliche e il consumo di sostanze stupefacenti sono state associate a danni genetici a livello del DNA degli spermatozoi e ad alterazioni della loro mobilità e quindi ad una riduzione della fertilità maschile. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità il 20% dei ragazzi italiani fuma sigarette e l’87% dei fumatori inizia a fumare prima dei 20 anni. Il 20% circa degli adolescenti fa anche uso di marijuana, sostanza d’abuso che negli ultimi anni ha registrato un aumento dei consumi fra i giovani. L’abuso di alcol interessa il 64% degli adolescenti e fino al 10% in maniera abitudinaria.
      Se consideriamo che negli adolescenti è molto frequente il policonsumo di fumo, alcol e marijuana (fino al 64% dei ragazzi) è chiaro come questi fattori di rischio, sommandosi l’un l’altro, possano in qualche modo danneggiare i testicoli, in un’età delicata che è quella della maturazione e dello sviluppo. Serve anche più attenzione verso le malattie sessualmente trasmissibili. Ogni anno in Italia il 19,5% dei nuovi casi di Malattie viene diagnosticato in giovani fra i 15 e i 24 anni. “Alcune malattie (come la chlamydia, la gonorrea, la sifilide, l’HIV, gli herpes-virus e soprattutto il virus del papilloma umano), che nel ragazzo possono essere asintomatiche, hanno la capacità di raggiungere il testicolo e di danneggiarlo. Ma purtroppo spesso i giovani non conoscono proprio le MST più comuni e soprattutto i molti rischi che si possono correre ad avere rapporti sessuali non protetti”, aggiunge Saggese. Infine non è da trascurare in adolescenza il varicocele, ovvero la dilatazione di alcune vene del testicolo, condizioni che riguarda il 20 degli adolescenti.
      Nonostante sia così comune, spesso non viene diagnosticato o la sua diagnosi avviene per caso perché questa condizione non viene indagata abbastanza. È importante che il ragazzo sia periodicamente visitato anche durante l’adolescenza per verificare che non sia affetto da questa patologia così frequente e per trattarla in maniera tempestiva quando necessario.
       In conclusione la maggioranza dei problemi andrologici nasce nell’infanzia e nell’adolescenza e buona parte dei problemi potrebbe essere risolta con visite di controllo e maggiore attenzione agli stili di vita.
Fonte http://boxmedia.infertilita-se-un-bambino-su-tre-e-a-rischio/

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