La medicina tradizionale ha subito dagli anni ’90 una profonda evoluzione superando la tradizionale impostazione androcentrica che relegava gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti riproduttivi: si è compreso che studiare l’impatto del genere e di tutte le variabili che lo caratterizzano sui meccanismi eziopatogenetici e sugli aspetti clinici delle malattie consente un miglior approccio diagnostico e terapeutico.
Leggendo i dati più recenti possiamo affermare che complessivamente le donne italiane sono in buona salute, anche se permangono marcate differenze tra macro aree geografiche e regioni (con il sud, purtroppo, ancora in svantaggio) in termini di distribuzione del benessere, accessibilità e appropriatezza dei servizi sanitari offerti.
Le donne vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più in età avanzata anche a causa di fattori socio culturali e multi tasking propri dello stile di vita femminile; sono le donne, infatti, le maggiori consumatrici di farmaci e fruitrici del SSN, pur registrandosi negli ultimi anni una contrazione nel numero dei ricoveri “rosa”. Nelle giovani donne sono le malattie a trasmissione sessuali quelle più problematiche, poiché manca un progetto organico e strutturato di educazione alla sessualità e alla contraccezione. Solo il 16% delle donne in età fertile fa uso di contraccezione ormonale. Anche le dipendenze preoccupano molto.
Dal 2001 a oggi sono aumentate del 34% le donne che consumano alcolici fuori pasto, fenomeno in crescita nelle più giovani: le consumatrici di alcol tra i 14 e i 17 anni sono raddoppiate. Sono 400.000 le donne dipendenti dal gioco d’azzardo, tra gli adolescenti gioca il 35,8% delle ragazze. È stupefacente come il 37% delle ragazze ricorra al web per “scoprire” il sesso o addirittura per cercare un partner.
Quanto al fumo, tra i 15 e i 24 anni fuma il 21,8% delle ragazze e circa l’87% inizia entro i 20 anni. Nell’età adulta, per quanto riguarda la salute materna, si rileva un lieve decremento nel ricorso al taglio cesareo che risulta, però, sempre ben al di sopra della media raccomandata dall’OMS e sono in netto aumento le donne che ricorrono alla fecondazione artificiale. I problemi di salute mentale, peraltro trasversali a tutte le fasce di età, sono in forte aumento e riguardano il 38% della popolazione europea, in prevalenza le donne.
La depressione perinatale, in particolare, colpisce in Italia oltre 90.000 donne e risulta sottovalutata sia dalle donne sia dai medici. Dal 2007 al 2011, si è registrato un aumento dell’incidenza e della prevalenza dei tumori femminili, il che rende sempre più urgente un ulteriore potenziamento delle attività di prevenzione oncologica e di screening organizzato. Anche l’osteoporosi, che riguarda il 25% delle donne oltre i 75 anni, è in aumento: una donna su cinque dopo i 50 anni è destinata a una frattura ossea se non attua un’adeguata prevenzione fin dalle prime decadi di vita. Si registra anche un aumento nella popolazione femminile dei fattori di rischio cardiovascolare quali sovrappeso, obesità e sedentarietà.
Evidenziare le problematiche di salute femminile contribuisce a sensibilizzare le istituzioni per una migliore pianificazione degli interventi, dei servizi e delle strategie preventive, ma ha soprattutto un ruolo fondamentale nel rendere le donne protagoniste della loro salute e sempre più consapevoli che solo una corretta informazione consente di affrontare i problemi di salute con gli strumenti migliori.
Fonte http://boxmedia.com/status-di-salute-della-donna-in-italia/
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