Dato ciò, possiamo dire che un altro paese si sta aprendo
verso il progresso medico riconoscendo legittima la procedura che è diventata
famosa e richiesta in tutto il mondo. D’altronde dobbiamo menzionare anche
altri punti della maternità surrogata volontaria. Qualcuno dice che pagando il
servizio della madre surrogata la gente semplicemente compra i figli come la
merce. Però la maternità surrogata non retribuita ossia quando la donna porta
in grembo un figlio per altri a titolo gratuito, comporta certi rischi.
Nel caso in cui il programma viene effettuato sulla base
volontaria non avete mai una garanzia che la madre surrogata non possa
ripensare e provando dei sentimenti materni rifiutare di darvi il bambino dopo
il parto. Invece quando viene accordata una ricompensa finanziaria per il
programma le donne vengono alla clinica con uno scopo predefinito: guadagnare i
soldi necessari per crescere i propri figli, creare le condizioni della vita
migliori per le loro famiglie, pagare un intervento/una cura ad un parente ecc.
Questo vuol dire che la madre surrogata sarà interessata all’esito positivo del
programma come lo sono i medici e gli aspiranti genitori. Il risultato del
programma determinerà la sua retribuzione.
La sociologa Amrita Pande, l’autrice del libro “Utero a
lavoro: la maternità surrogata tradizionale in India”, è arrivata alla
conclusione che una gravidanza è una grande fatica ed essere incinta comporta
delle limitazioni. Mentre il dibattito sulla questione della maternità
surrogata è sempre piu’ acceso l’autrice del libro propone di imparare a
praticarla correttamente. Durante l’intervista la signora Pande ha affermato
che “il divieto della maternità surrogata non è per niente produttivo e nuoce
alle mamme surrogate, non fa che costringere a spostare il mercato negli altri
paesi. Amrita Pande ritiene che la soluzione ottimale sarebbe attenuare le
regole riguardanti l’attuazione della maternità surrogata, gli altri paesi per
non constringere la gente a lasciare la propria casa per trovare una madre
surrogata. Nel suo libro l’autrice presenta “il modello internazionale della
maternità surrogata che si fonda sulla trasparenza e accessibilità basate sui 3
parametri: la struttura del pagamento, il progresso medico e il rapporto
istaurato durante una gravidanza surrogata”. La sociologa sottolinea un’altra
volta che la maternità surrogata è un lavoro e che le impiegate devono essere
retribuite e avere una degna assistenza medica.
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