Non si conosce ancora con certezza il processo che dà origine alla formazione tumorale, tuttavia è opinione diffusa che in qualche modo siano implicati gli estrogeni, che stimolano la moltiplicazione delle cellule del mioma stesso. Questo spiegherebbe la maggiore incidenza di miomi in donne in età fertile, soprattutto a partire dai trent’anni di età, così come la loro assenza periodo precedente alla pubertà e la naturale regressione cui vanno incontro nel periodo della menopausa, quando livelli di estrogeni cominciano a calare.
Il mioma, o fibroma, uterino costituisce il più frequente tumore benigno dell’utero: esso interessa oltre il 35 per cento delle donne di età superiore ai 30 anni, ma in media solo 2 pazienti su mille, tra quelle sottoposte ad intervento chirurgico, presentano una diagnosi istologica di tumore maligno (leiomiosarcoma).
Molto spesso il mioma si rivela asintomatico e la sua presenza non causa problemi, altre volte, invece, può determinare sintomi quali emorragie mestruali o intermestruali, perdite ematiche croniche (con rischio di anemia da carenza di ferro), dolori mestruali e dolore durante i rapporti sessuali, associandosi, in età fertile, a fenomeni di infertilitào ad abortività ripetuta. Miomi di grosse dimensioni possono inoltre determinare compressione della vescica, determinando minzione frequente o ritenzione urinaria.
Il trattamento dei miomi si rende necessario qualora si manifestino sintomi importanti o quando le dimensioni degli stessi divengono tali da determinare rischio di complicazioni future. L’asportazione chirurgica (miomectomia) rappresenta l’unico metodo risolutivo, in quanto la terapia medica con GnRH analoghi determina solamente la regressione del mioma e una volta terminata questo tende nuovamente a crescere. La terapia si effettua comunque di routine prima dell’intervento chirurgico, così da rendere più facile l’asportazione del tumore.
Poiché dipendente dagli estrogeni, il mioma uterino può aumentare notevolmente di volume durante la gravidanza, a causa dell’aumentata produzione ormonale, rischiando di interferire con il posizionamento del feto all’interno dell’utero, causare aborto, parto prematuro, impedimento al parto naturale e alterazioni delle contrazioni uterine. Seppur rara, un’altra possibile conseguenza dello sviluppo di miomi è l’infertilità. Può infatti succedere che la formazione tumorale aumenti di volume ostruendo le tube di Falloppio.
Fonte http://salute.leonardo.it
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