Nell'ambito dell'aborto spontaneo esiste tuttavia una sottocategoria particolare. Il 5% delle donne subiscono 2 aborti, l'1% invece 3 o più. In questi casi si parla di aborto ricorrente e gli embrioni risultano per lo più normali dal punto di vista cromosomico.
Uno studio recente offre una nuova spiegazione a questo fenomeno, aprendo delle interessanti prospettive per la prevenzione di questa patologia (Emma S. Lucas et al, Loss of Endometrial Plasticity in Recurrent Pregnancy Loss, STEM CELLS 2016;34,346-356).
L'endometrio è un tessuto dotato di straordinarie potenzialità rigenerative, in relazione a eventi dinamici quali le mestruazioni, l'aborto, il parto, che determinano l'attivazione delle cellule staminali dell'endometrio e la loro differenziazione in cellule mature. Tali cellule si trasformano in cellule deciduali in occasione della gravidanza. Anomalie nella maturazione delle cellule stromali dell'endometrio e conseguenti alterazioni deciduali potrebbero essere alla base dell'aborto ricorrente. Sono stati fatti studi su colture cellulari di cellule ottenute da aborti ricorrenti, che hanno dimostrato che l'aborto ricorrente è associato a carenza delle popolazioni endometriali clonogeniche. In alcune donne si verifica un deficit delle cellule staminali e un precoce invecchiamento stromale che ostacola la trasformazione dell'endometrio in decidua e predispone all'aborto spontaneo. Tale fenomeno tende a ripresentarsi nelle gravidanze successive. La comprensione dei meccanismi patogenetici dell'aborto spontaneo è essenziale per sviluppare test diagnostici e terapie per prevenire tale patologia. Lo studio evidenzia che si dovrà intervenire già prima del concepimento, per migliorare la formazione della decidua e fornisce un nuovo e promettente contributo a future ricerche sull'argomento.
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