Non mi piace essere incinta
Uno degli aspetti più peculiari della gravidanza è sicuramente rappresentato dai cambiamenti corporei che essa determina. Cosa fare se il pensiero fisso è: non mi piace essere incinta? Per certi aspetti l’esperienza di vedere il proprio corpo cambiare, di sentirlo diverso è stata già sperimentata nel corso della pubertà e dell’adolescenza.
La psicoanalisi ha classicamente interpretato questo vissuto come qualcosa di estremamente perturbante: il lutto per il corpo infantile da elaborare, la scoperta di un corpo sessuato e generativo, il conseguente allontanamento dagli oggetti primari per il timore di mettere in atto le fantasie sessuali
Per la maggior parte delle donne la gravidanza è un’esperienza unica, e queste modificazioni vengono perfettamente integrate senza creare particolari problemi. Sono considerate giustamente transitorie e soprattutto finalizzate alla vita del proprio figlio. In altri casi, fortunatamente rari, è possibile che il vissuto soggettivo all’interno del corpo modificato dalla gravidanza non sia gestibile: a prevalere è l’angoscia che non si tornerà più le stesse, che a causa del figlio il proprio corpo è stato mostrificato, ci si sente depresse perchè anche laddove ci si riuscisse ad accettare tra le proprie mura domestiche, l’inferno è fuori, dove nessuno sguardo sembra più apprezzare la bellezza del corpo.
Bisogna sempre valutare attentamente il grado di pervasività e la stabilità nel tempo di una simile ideazione. Essa infatti può perdurare anche una volta avvenuto il parto e può essere rivelatrice di una condizione di depressione post-partum. Inoltre questo tipo di nucleo tematico può anche portare alla restrizione alimentare, che naturalmente rappresenta un fattore di rischio per l’accrescimento e per la salute del nascituro
Per la maggior parte delle donne la gravidanza è un’esperienza unica, e queste modificazioni vengono perfettamente integrate senza creare particolari problemi. Sono considerate giustamente transitorie e soprattutto finalizzate alla vita del proprio figlio. In altri casi, fortunatamente rari, è possibile che il vissuto soggettivo all’interno del corpo modificato dalla gravidanza non sia gestibile: a prevalere è l’angoscia che non si tornerà più le stesse, che a causa del figlio il proprio corpo è stato mostrificato, ci si sente depresse perchè anche laddove ci si riuscisse ad accettare tra le proprie mura domestiche, l’inferno è fuori, dove nessuno sguardo sembra più apprezzare la bellezza del corpo.
Bisogna sempre valutare attentamente il grado di pervasività e la stabilità nel tempo di una simile ideazione. Essa infatti può perdurare anche una volta avvenuto il parto e può essere rivelatrice di una condizione di depressione post-partum. Inoltre questo tipo di nucleo tematico può anche portare alla restrizione alimentare, che naturalmente rappresenta un fattore di rischio per l’accrescimento e per la salute del nascituro.
Fonte http://www.pianetamamma.it/gravidanza/corpo-che-cambia/sono-incinta-e-non-accetto-il-mio-corpo.html
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