Nessun problema nello sviluppo del sistema nervoso per i bambini nati da madri sottoposte a terapie per iltrattamento dell’infertilità. Sono chiare e rassicuranti le conclusioni di uno studio pubblicato su Jama Pediatrics. Una garanzia che interessa quasi una coppia su cinque, dato che l’infertilità è un fenomeno in crescita. Ma il dato, in realtà, potrebbe essere sottostimato, dal momento che è dedotto dal numero di interventi registrati nei centri di procreazione medicalmente assistita, che non tengono conto della popolazione infertile che rinuncia ad avere un figlio.
RIMANDARE LA GRAVIDANZA NON AIUTA
Le cause dell’infertilità possono essere diverse. Si va dall’età avanzata con cui si ricerca il primo figlio, particolarmente rilevante per le donne, ma significativa secondo alcuni studi anche per l’uomo, all’uso di droghe. Non sono esenti da responsabilità nemmeno l’abuso di bevande alcoliche, le infezioni sessuali e gli squilibri nel peso corporeo: tanto l’obesità quanto la magrezza eccessiva sono responsabili di squilibri ormonali che possono compromettere la fertilità, in entrambi i sessi. C’è poi un altro problema. Come riferisce l’Istituto Superiore di Sanità, spesso le donne italiane arrivano tardi alla diagnosi di infertilità. L’età media delle donne che si rivolgono ai centri specializzati è passata dai 35,4 anni nel 2005 ai 36,6 anni nel 2013. In molti casi c’è l’errata convinzione che il progresso registrato nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita sia una garanzia con cui ovviare alla riduzione della fertilità che si registra con il passare degli anni. Ma la scienza non dice questo.
NESSUNA RIPERCUSSIONE SULLA SALUTE DEI BAMBINI
In compenso, però, oggi giunge un’altra prova a sostegno dell’affidabilità delle metodiche in uso. I ricercatori del National Institute of Health statunitense hanno cercato informazioni in merito a una questione irrisolta: i bambini concepiti tramite trattamenti mirati alla cura dell’infertilità sono più esposti rispetto ai coetanei sani al rischio di avere un ritardo nello sviluppo del sistema nervoso centrale? La risposta è no e gli autori dello studio l’hanno ottenuta dopo aver confrontato la differenza nei punteggi di valutazione dello sviluppo di 1800 bambini nati da donne rimaste incinte dopo aver ricevuto un trattamento per la cura dell’infertilità con quelli ottenuti da quattromila bambini nati da fecondazione naturale.
Il confronto è avvenuto in numerosi intervalli nel corso dei primi tre anni di vita dei bambini: tra quattro e sei mesi, a otto mesi, al compimento di un anno, all’anno e mezzo a due e a tre anni. Diversi i parametri osservati: dalla capacità motoria all’abilità nella comunicazione, dalle prime manifestazioni di problem solving allo sviluppo delle relazioni sociali. Nel complesso nessuna differenza rilevante è emersa tra i due gruppi di bambini. L’analisi proseguirà fino al compimento dell’ottavo anno da parte dei bambini, dal momento che non tutte le forme di disabilità possono essere riconosciute nei primi tre anni di vita.
COSA SI INTENDE PER PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA?
Sono diverse le tecniche di procreazione medicalmente assistita utilizzate. La più semplice è l’inseminazione intrauterina: il seme maschile viene introdotto nell’utero contemporaneamente al monitoraggio dell’ovulazione della donna, per favorire l’incontro dei due gameti. La Fivet (che nel 2010 portò Robert Geoffrey Edwards ad aggiudicarsi il Premio Nobel per la Medicina) prevede una stimolazione farmacologica dell’ovaio al fine di produrre più ovociti, subito dopo messi in coltura con un numero molto alto di spermatozoi. Una volta formatosi, l’embrione viene impiantato nell’utero nelle 72 ore successive alla fecondazione. L’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (Icsi) consiste nell’inoculo dello spermatozoo selezionato nel citoplasma dell’ovocita. Si tratta di una metodica utile soprattutto nei casi più gravi di infertilità maschile. Discorso diverso è quello della crioconservazione (il congelamento dei gameti), utilizzato anche nei confronti dei malati oncologici che intendono preservare la fertilità.
Fonte http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2016/01/13/AS5aG99-sviluppo_fecondazione_ritardi.shtml
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