Olio di palma nel latte in polvere
L’olio di palma è davvero onnipresente nei prodotti alimentari e, anche se molte aziende produttrici stanno accogliendo le richieste dei consumatori e propongono linee dedicate che ne sono prive, resta alta l’allerta. Le opinioni sulla sua pericolosità sono contrastanti; c’è chi afferma che sia cancerogeno anche a piccole dosi e chi cerca di tranquillizzare la popolazione, affermando che alle normali quantità presenti nelle produzioni in vendita non sia dannoso per la salute. Certo è che, nel dubbio, vederlo comparire tra gli ingredienti del latte in polvere per neonati fa un po’ impressione, specie considerando che non sembrano esserci ragioni plausibiliper utilizzarlo.
Nessun buon motivo
A lanciare l’allarme è Il Fatto Alimentare, che ha avviato, insieme a Great Italian Food Trade, una petizione online per chiedere che l’olio di palma non venga più utilizzato per il latte in polvere. Secondo i promotori della raccolta firme, non esiste alcuna buona ragione per continuare ad usarlo, così come confermerebbe il fatto che esistono già in commercio delle formulazioni di latte in polvere che ne sono prive e che utilizzano quindi senza problemi altre fonti di lipidi. Oltre ai rischi per la salute, per i quali l’EFSA ha più volte alzato la voce, sussistono poi motivazioni etiche che suggeriscono di abbandonare l’uso di questo ingrediente, la cui coltivazione in Africa subsahariana, Asia e America Latina dà luogo a deforestazione e a situazioni di iniquità per le popolazioni locali.
La campagna
La petizione si rivolge direttamente ai più importanti e noti produttori di latte in polvere, affinché seguano l’esempio di Bimbosan, Coop, Sicura, Dicofarm e Plasmon e dicano addio all’olio di palma nei prodotti per neonati. La sottoscrizione può essere inviata comodamente da casa attraverso il sito Change.org, a questo linke ha già raccolto più di 22.000 sostenitori, sui 25.000 indicati come obiettivo minimo.
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