È allarme fertilità nella Svizzera italiana. Sempre più ticinesi fanno fatica a fare figli. E proprio per questo, i momenti informativi sulla tematica si stanno moltiplicando. «Trattiamo un migliaio di casi all’anno – dice Gian Piero Brunello, direttore del centro Pro Crea di Lugano –. I pazienti ultimamente sono aumentati di circa il 10%. Nella maggior parte dei casi, il problema è riconducibile all’uomo». Ma non solo. «Molte donne oggi danno la precedenza alla carriera – ammette Alessandro Santi, medico primario e responsabile del Centro cantonale di fertilità, a Locarno, che tratta 500 casi all’anno –. Questo significa, magari, arrivare a cercare di avere un figlio a 40 anni. A quel punto subentrano limiti biologici».
La svolta dopo il voto di giugno - In Svizzera oltre 7.000 bambini all’anno (su 80.000 nascite) nascono artificialmente. Alcune centinaia in Ticino, dove globalmente continua a essere registrato il tasso di natalità più basso del Paese. L’interesse attorno al tema è cresciuto dopo il voto federale dello scorso mese di giugno. «Quello – riprende Santi – che ora permette di fare analisi genetiche sugli embrioni e di congelarli. Ci sono stati grossi cambiamenti a livello scientifico. Le coppie hanno voglia di sapere».
Malattie trascurate - Le porte aperte mensili al centro Pro Crea. Le serate informative itineranti organizzate dall’Ente Ospedaliero Cantonale (la prima il prossimo 8 novembre, a Locarno). «Le statistiche – sottolinea Brunello – sostengono che ogni milione di abitanti, vi sono circa mille casi di infertilità. Spesso legati a patologie del maschio trascurate. In molti casi siamo confrontati con l’azoospermia, cioè l’assenza di spermatozoi nell’eiaculato. Per la donna il discorso è connesso alla quantità e alla qualità degli ovociti, che con il passare degli anni diminuiscono drasticamente, e a molte altre problematiche dell’apparato riproduttivo».
Tecniche raffinate - Le tecniche per tentare di procreare in laboratorio sono sempre più raffinate e differenziate a seconda del problema rilevato. Brunello fa qualche esempio: «In alcuni casi, prendiamo semplicemente gli spermatozoi, li trattiamo e li inseriamo con una sonda all’interno dell’utero. In altri, si vanno a cercare gli spermatozoi sani direttamente nei testicoli, mediante un’operazione di microchirurgia». Diverso il discorso, quando il problema è legato all’infertilità della donna «Si prelevano gli ovociti in maniera chirurgica, previa stimolazione ormonale. Sono poi fertilizzati in vitro col seme maschile e, dopo una permanenza in un incubatore, gli embrioni sviluppati vengono trasferiti nell’utero».
Il trauma del donatore esterno - In alcune circostanze, quando lo sperma è debole, è necessario ricorrere a un donatore esterno. «A quel punto – fa notare Brunello – dobbiamo fare un discorso chiaro alle coppie. Perché dal punto di vista psicologico non è facile accettare il seme di un estraneo. È un percorso complicato». Attualmente sono circa 40 i donatori di sperma in tutta la Svizzera italiana. «Ma il numero varia a seconda delle esigenze dei centri. In ogni caso la selezione è rigidissima. Su 50 candidati, solitamente ne prendiamo in considerazione 2 o 3».
Il calvario - Tentare di avere un bambino artificialmente rappresenta un cammino difficile. Spesso doloroso. «All’inizio – puntualizza Santi – questo aspetto viene un po’ sottovalutato. Troviamo tanta speranza nelle coppie. Ma col passare del tempo possono subentrare anche sentimenti come la frustrazione, la rabbia. Non si tratta di una passeggiata. E i sacrifici da fare sono molti. A volte bisogna provare più strade, più alternative. E anche le spese da sostenere non sono indifferenti. La maggior parte di questi interventi non è supportata dalle casse malati. I trattamenti con fecondazione in vitro partono dai 2300 franchi fino a un massimo di circa 7000 franchi».
Fonte http://www.tio.ch/News/Ticino/Attualita/1113133/E-allarme-fertilita-tra-i-ticinesi-quanta-fatica-per-fare-un-figlio/
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