Secondo quanto si apprende nel reportage di New Scientist, un team di ricercatori greci, coordinati dal ginecologo Konstantinos Sfakianoudis, ha applicato una tecnica già nota in altri ambiti della medicina rigenerativa all’organo riproduttivo femminile; ci stiamo riferendo alleiniezioni di plasma ricco di proteine (platelet rich plasma, PRP), ovvero una sostanza in grado di favorire la crescita e la differenziazione cellulare. Fino adora utilizzato per stimolare la rigenerazione dei tessuti, oggi il PRP potrebbe essere la carta vincente per ripristinare il processo di maturazione degli ovociti, riattivando le cellule staminali dell’ovaio. Lo studio è stato condotto su un gruppo campione di donne in menopausa, di età compresa tra i 46 e i 49 anni di età, che, in seguito alle iniezioni di PRP, avrebbero ripreso a ovulare regolarmente e ad avere il ciclo mestruale.
A detta di Andrea Borini, Presidente della Società Italiana di preservazione della Fertilità: “Non si tratta di dati controllati, cioè non è stato fatto uno studio clinico regolare per valutare l’efficacia del trattamento. Poi bisognerebbe capire se gli ovociti ottenuti sono ‘sani’, con un corredo cromosomico regolare”.
Fertilità e menopausa: le implicazioni di natura etica
Questa nuova possibilità offerta dalla scienza comporta delle inevitabili implicazioni di natura etica. È giusto che una donna ormai in menopausa possa mettere al mondo un bambino? Non si finirebbe, in questo modo, con l’alterare il naturale ciclo della vita? Una mamma che ha l’età di una nonna sarà in grado di crescere al meglio un figlio?
Fonte http://www.maternita.it/fertili-in-menopausa-scienza-conferma.html
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