Il glutine lontano dal piatto
Nonostante i nutrizionisti continuino a non approvare, negli ultimi anni sembra davvero essere partita una piccola lotta al glutine. In molti, per la linea o per malriposte speranze di favorire la salute, optano per una alimentazione gluten-free anche se non ne hanno alcuna necessità clinica.
A dover davvero fare a meno dei prodotti che contengono il glutine sono invece le persone che, purtroppo, sviluppano una sensibilità a questo componente o la celiachia, l’ormai nota patologia che comporta l’infiammazione cronica dell’intestino tenue e che può manifestarsi in età infantile o anche durante la vita adulta.
A dover davvero fare a meno dei prodotti che contengono il glutine sono invece le persone che, purtroppo, sviluppano una sensibilità a questo componente o la celiachia, l’ormai nota patologia che comporta l’infiammazione cronica dell’intestino tenue e che può manifestarsi in età infantile o anche durante la vita adulta.
Perché si scatena la celiachia
Proprio perché può manifestarsi nel bel mezzo di una normalissima vita sana, l’intolleranza al glutine è spesso guardata con sospetto, quasi fosse una sorta di fissazione o una preoccupazione eccessiva. Così non è e ora a dirlo non è solo il medico di fiducia (e il buon senso), ma una ricerca del Columbia University Medical Center (USA), cui ha collaborato anche l’Università di Bologna, che afferma senza mezzi termini che la celiachia è una vera e propria patologia, che presenta una reale sintomatologia spesso molto dolorosa e che nasce da una particolarereazione del sistema immunitario.
Per capire a cosa sia dovuta la sensibilità al glutine, i ricercatori hanno suddiviso i partecipanti allo studio in tre gruppi: il primo era composto da 40 soggetti affetti da celiachia, il secondo da 80 persone sensibili al glutine e il terzo da 40 volontari sani che fungevano da gruppo si controllo.
Analizzando la reazione dell’organismo all’ingestione di glutine, gli studiosi hanno evidenziato una diversa risposta immunitaria nei tre gruppi. In particolare, già nei soggetti sensibili si è notata la presenza di marcatori specifici nelle cellule intestinali, accompagnata da un generale indebolimento della barriera che, a livello proprio dell’intestino, nei soggetti sani fa da filtro contro il passaggio di “composti microbici” nel sangue.
Per capire a cosa sia dovuta la sensibilità al glutine, i ricercatori hanno suddiviso i partecipanti allo studio in tre gruppi: il primo era composto da 40 soggetti affetti da celiachia, il secondo da 80 persone sensibili al glutine e il terzo da 40 volontari sani che fungevano da gruppo si controllo.
Analizzando la reazione dell’organismo all’ingestione di glutine, gli studiosi hanno evidenziato una diversa risposta immunitaria nei tre gruppi. In particolare, già nei soggetti sensibili si è notata la presenza di marcatori specifici nelle cellule intestinali, accompagnata da un generale indebolimento della barriera che, a livello proprio dell’intestino, nei soggetti sani fa da filtro contro il passaggio di “composti microbici” nel sangue.
La cura possibile
Per chi soffre di celiachia o è semplicemente sensibile al glutine, l’unica cura possibile resta l’eliminazione dello stesso dalla dieta quotidiana; un gesto certo non semplice, che comporta qualche sacrificio, ma che sembra avere effetti molto positivi sulla riduzione dei sintomi. A dimostrarlo è lo stesso studio, che ha rilevato come i pazienti sensibili al glutine abbiano evidenziato un netto miglioramento dopo soli sei mesi di specifico regime alimentare controllato.
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