Poiché in tal modo è possibile scoprire con la massima tempestività eventuali complicazioni e prevenire l’insorgere di disturbi. Il controllo del peso, della pressione sanguigna e delle urine della gestante, l’auscultazione del battito cardiaco del feto e la valutazione della sua crescita e del suo sviluppo ecc., risultano molto utili per avere la certezza che tutto proceda regolarmente. Una visita periodica fornisce inoltre al medico la possibilità di rispondere alle domande e ai dubbi della futura madre, di fugarne tutti i timori infondati e quindi di tranquillizzarla.
Con quale periodicità la futura madre deve recarsi dal proprio ginecologo?
Durante i primi otto mesi, ogni quattro settimane; durante l’ultimo mese, ogni due settimane. Una futura madre non dovrebbe comunque mai esitare a telefonare o a recarsi dal medico in qualsiasi momento in cui dovesse insorgere una complicazione.
La visita interna può comportare il pericolo d’aborto?
Assolutamente no, poiché in simili casi il medico procede con particolare cautela.
Per quale ragione il ginecologo preferisce ricorrere a una prova di gravidanza, anziché fare una visita interna?
Perché gli attuali test di gravidanza permettono di dire con certezza se una donna è incinta, oppure no, dopo 2-3 settimane dalla mancata mestruazione, quando cioè i dati che il ginecologo può avere da una visita ostetrica sono ancora dubbi e non possono dare sicurezza in tal senso.
Visitando la paziente all’inizio della gravidanza, il ginecologo è in grado di predire se sarà necessario il taglio cesareo?
Di solito, no. Le prime visite, infatti, hanno per lo più lo scopo di accertare se vi sia effettivamente una gravidanza e di escludere eventuali anomalie organiche, e talvolta possono comprendere anche la determinazione di grandezza e forma del canale osseo del parto, sebbene molti ginecologi preferiscano procrastinare questa parte della visita dopo il settimo mese. Astraendo dai casi in cui le gestanti presentano un bacino fortemente deformato e ristretto, la necessità di un taglio cesareo appare evidente soltanto verso la fine della gravidanza o all’inizio del parto.
Il ginecologo può prevedere se il parto sarà facile o laborioso?
No, può soltanto dire se il bacino è, o meno, sufficientemente ampio, se esiste un’anomalia del canale del parto e se il bambino si trova nella posizione giusta. Altrettanto impossibile è prevedere come sarà il travaglio; in ogni caso le contrazioni uterine (doglie) intense e regolari consentono di superare gran parte delle difficoltà, in quanto anche un bambino abbastanza sviluppato riesce a passare attraverso un bacino di media ampiezza senza alcun problema per sé e per la madre.
In quale occasione il ginecologo misura le dimensioni del bacino?
O durante la prima visita o, più frequentemente, all’incirca sei settimane prima della data probabile del parto; la misura viene effettuata con esame vaginale e rettale.
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