Questa pare una soluzione cui ricorrono in particolare quelle coppie nelle quali uno dei membri sia portatore di simili malattie, geneticamente trasmissibili alla prole. La diagnosi genetica pre-impianto desta infatti numerose questioni da un punto di vista etico e morale, e incontra tali difficoltà e tali rifiuti da non potersi aspettare che l’indirizzo in Italia possa variare rispetto a quello attuale. Oltretutto, in tale ipotesi viene a imporsi, come unica alternativa alla diagnosi genetica pre-impianto, proprio la fecondazione assistita eterologa.
Infine, i rapporti annuali sul turismo procreativo hanno rivelato un dato allarmante: esso viene anche utilizzato per ottenere madri surrogate, ossia nella cosiddetta pratica dell’utero in affitto. È questa una pratica assolutamente vietata in Italia, al pari della fecondazione eterologa, cui però alcune coppie decidono comunque di rivolgersi. Pare quanto mai opportuno, dunque, garantire un’accresciuta informazione sulle pratiche di fecondazione assistita cui le coppie possano rivolgersi, da quella omologa concessa anche in Italia fino a quella eterologa, cui le coppie potranno rivolgersi spostandosi in Paesi esteri.
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