Da qualche tempo si parla sempre più spesso della fecondazione assistita, un argomento che riguarda non solo le coppie sterili che vorrebbero avere un figlio ma anche coppie omosessuali e donne single che vorrebbero veder realizzato il loro sogno di maternità.
Quella della fecondazione che avviene attraverso particolari pratiche mediche, o con l’intervento di persone esterne alla coppia (in questo caso si parla di fecondazione eterologa), è una questione molto delicata che chiama in causa convinzioni etiche e religiose e che negli ultimi tempi sta tornando ad interessare i media e non solo per via di alcune nuove tendenze che in molti casi suscitano un certo scalpore. In Italia, come sappiamo, per via della legge 40 del 2004 che vieta la fecondazione eterologa, molte coppie che desiderano ardentemente un figlio, se non vogliono rinunciare al loro sogno, sono costrette a recarsi in quei paesi dove esistono leggi meno severe in materia di procreazione assistita.
Questa opzione tuttavia non è alla portata di tutti, sicuramente non di quelle coppie che hanno un tenore di vita che impedisce loro di far fronte ai costi spesso proibitivi che comporta un viaggio del genere, per non parlare delle spese mediche necessarie per accedere ai programmi di fecondazione assistita. Per questo motivo anche in Italia cominciano a proliferare dellesoluzioni “fai da te” che prevedono un tipo di fecondazione eterologa possibile grazie alla donazione volontaria di sperma.
Non si tratta più solamente delle soluzioni offerte dalle banche del seme presenti ad esempio negli Stati Uniti o in Inghilterra ma di un vero e proprio scambio fra privati che spesso avviene tramite internet. E’ sempre più facile infatti acquistare del seme online, come se si trattasse di un prodotto qualsiasi. Spesso per farlo basta accedere ad un forum in cui, sulla base di informazioni come il colore degli occhi o dei capelli, si sceglie il donatore e si procede con l’acquisto. Su questa scia sono nate diverse comunità che prevedono la donazione e lo scambio di sperma e anche in Italia pare che siano sempre più numerosi gli uomini che donano gratuitamente il loro seme.
L’idea in realtà è stata lanciata dalla Babydonors, un’azienda olandese che mette in contatto i donatori con coppie o donne single che hanno bisogno di spermatozoi o di ovuli per la fecondazione assistita . Il prezzo di questa intermediazione si aggira intorno ai 2.500 euro ed include anche l’analisi degli ovuli o dello sperma che vengono successivamente inviati alla clinica o all'ospedale indicato dalla coppia o dalla donna. Anche nel Regno Unito è partita un’iniziativa simile, infatti la ditta inglese “ManNotIncluded” recentemente ha annunciato la nascita del primo bambino nato da seme acquistato da internet.
In California esiste una banca del seme dove, dopo aver scelto il donatore in base al colore degli occhi, dei capelli e dell'origine etnica, è possibile acquistare il seme con carta di credito.
A richiesta é possibile ottenere anche altre informazioni sul donatore, come il lavoro che svolge, le malattie e l'eventuale anno di morte di genitori, fratelli e nonni. Queste e molte altre banche del seme sono ormai raggiungibili su internet e tutte, per procedere all’acquisto, chiedono agli acquirenti di indicare un ospedale o una clinica dove inviare il “materiale”. Ma se la clinica è inventata e l'indirizzo di destinazione in realtà è un'abitazione privata lo sperma, inserito dentro uno specifico contenitore con azoto liquido, arriva comunque a destinazione pronto per una fecondazione fai da te. In questo modo, ad esempio nel caso di una donna single, sembrerebbe davvero un gioco da ragazzi concepire un bambino anche da sole. In realtà, secondo gli esperti, le probabilità che un’operazione del genere riesca sono molto poche. Anzitutto bisognerebbe sapere se si è nel periodo fertile e per stabilirlo con certezza sono necessari specifici controlli effettuati da uno specialista.
Tra l’altro la quantità di sperma contenuta nella paillette risulta spesso insufficiente per una buona riuscita di un'inseminazione intravaginale. Questo tipo di fecondazione casalinga, oltre ad aggirare la legge e ad avere poche possibilità di successo, nel caso di riesca ad ottenere una gravidanza comporterebbe comunque notevoli rischi sia per la madre che per il nascituro a causa della mancanza di controlli medici ed esami che attestino lo stato di salute del donatore, la sua storia genetica e tutto quanto possa essere utile sapere per salvaguardare la salute del bambino. Il rischio più grave quindi non è tanto quello di spendere una grossa cifra inutilmente quanto quello di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come l'HIV e l'Epatite.
Nel rarissimo caso in cui la fecondazione dovesse riuscire esistono inoltre elevatissimi rischi di tipo genetico per il nascituro, per via dell’impossibilità di effettuare preventivamente screening relativi alle malattie genetiche come la fibrosi cistica, la beta-talassemia e altre patologie legate all'origine etnica. Non dimentichiamo infatti che è molto difficile verificare con certezza il grado di attendibilità delle informazioni ricevute via web.
Quella della fecondazione che avviene attraverso particolari pratiche mediche, o con l’intervento di persone esterne alla coppia (in questo caso si parla di fecondazione eterologa), è una questione molto delicata che chiama in causa convinzioni etiche e religiose e che negli ultimi tempi sta tornando ad interessare i media e non solo per via di alcune nuove tendenze che in molti casi suscitano un certo scalpore. In Italia, come sappiamo, per via della legge 40 del 2004 che vieta la fecondazione eterologa, molte coppie che desiderano ardentemente un figlio, se non vogliono rinunciare al loro sogno, sono costrette a recarsi in quei paesi dove esistono leggi meno severe in materia di procreazione assistita.
Questa opzione tuttavia non è alla portata di tutti, sicuramente non di quelle coppie che hanno un tenore di vita che impedisce loro di far fronte ai costi spesso proibitivi che comporta un viaggio del genere, per non parlare delle spese mediche necessarie per accedere ai programmi di fecondazione assistita. Per questo motivo anche in Italia cominciano a proliferare dellesoluzioni “fai da te” che prevedono un tipo di fecondazione eterologa possibile grazie alla donazione volontaria di sperma.
Non si tratta più solamente delle soluzioni offerte dalle banche del seme presenti ad esempio negli Stati Uniti o in Inghilterra ma di un vero e proprio scambio fra privati che spesso avviene tramite internet. E’ sempre più facile infatti acquistare del seme online, come se si trattasse di un prodotto qualsiasi. Spesso per farlo basta accedere ad un forum in cui, sulla base di informazioni come il colore degli occhi o dei capelli, si sceglie il donatore e si procede con l’acquisto. Su questa scia sono nate diverse comunità che prevedono la donazione e lo scambio di sperma e anche in Italia pare che siano sempre più numerosi gli uomini che donano gratuitamente il loro seme.
L’idea in realtà è stata lanciata dalla Babydonors, un’azienda olandese che mette in contatto i donatori con coppie o donne single che hanno bisogno di spermatozoi o di ovuli per la fecondazione assistita . Il prezzo di questa intermediazione si aggira intorno ai 2.500 euro ed include anche l’analisi degli ovuli o dello sperma che vengono successivamente inviati alla clinica o all'ospedale indicato dalla coppia o dalla donna. Anche nel Regno Unito è partita un’iniziativa simile, infatti la ditta inglese “ManNotIncluded” recentemente ha annunciato la nascita del primo bambino nato da seme acquistato da internet.
In California esiste una banca del seme dove, dopo aver scelto il donatore in base al colore degli occhi, dei capelli e dell'origine etnica, è possibile acquistare il seme con carta di credito.
A richiesta é possibile ottenere anche altre informazioni sul donatore, come il lavoro che svolge, le malattie e l'eventuale anno di morte di genitori, fratelli e nonni. Queste e molte altre banche del seme sono ormai raggiungibili su internet e tutte, per procedere all’acquisto, chiedono agli acquirenti di indicare un ospedale o una clinica dove inviare il “materiale”. Ma se la clinica è inventata e l'indirizzo di destinazione in realtà è un'abitazione privata lo sperma, inserito dentro uno specifico contenitore con azoto liquido, arriva comunque a destinazione pronto per una fecondazione fai da te. In questo modo, ad esempio nel caso di una donna single, sembrerebbe davvero un gioco da ragazzi concepire un bambino anche da sole. In realtà, secondo gli esperti, le probabilità che un’operazione del genere riesca sono molto poche. Anzitutto bisognerebbe sapere se si è nel periodo fertile e per stabilirlo con certezza sono necessari specifici controlli effettuati da uno specialista.
Tra l’altro la quantità di sperma contenuta nella paillette risulta spesso insufficiente per una buona riuscita di un'inseminazione intravaginale. Questo tipo di fecondazione casalinga, oltre ad aggirare la legge e ad avere poche possibilità di successo, nel caso di riesca ad ottenere una gravidanza comporterebbe comunque notevoli rischi sia per la madre che per il nascituro a causa della mancanza di controlli medici ed esami che attestino lo stato di salute del donatore, la sua storia genetica e tutto quanto possa essere utile sapere per salvaguardare la salute del bambino. Il rischio più grave quindi non è tanto quello di spendere una grossa cifra inutilmente quanto quello di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come l'HIV e l'Epatite.
Nel rarissimo caso in cui la fecondazione dovesse riuscire esistono inoltre elevatissimi rischi di tipo genetico per il nascituro, per via dell’impossibilità di effettuare preventivamente screening relativi alle malattie genetiche come la fibrosi cistica, la beta-talassemia e altre patologie legate all'origine etnica. Non dimentichiamo infatti che è molto difficile verificare con certezza il grado di attendibilità delle informazioni ricevute via web.
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