In una materia come quella della fecondazione assistita, non si può in alcun modo dubitare che sia quanto mai opportuno, e per molte coppie anche rassicurante, dare un’occhiata a qualche numero, a qualche dato, a qualche statistica significativa. Quante sono le probabilità di successo? Quanti parti sono riusciti? Quante persone ricorrono alle tecniche di procreazione medicalmente assistita in Italia? In questo articolo cercheremo di restituirti un quadro generale, rifacendoci per l’occasione alla relazione stilata nel 2012 a proposito della legge 40 del 2004, appunto in materia di fecondazione assistita.
In particolare, si può notare come, nel 2010, il numero complessivo in Italia di cicli di trattamento abbia superato quota 90 mila, e che oggi i bambini nati grazie alle tecniche mediche di fecondazione assistita costituiscano circa il 2,2% dei bambini nati nel Paese intero. Questa crescita sensibile della domanda consegue soprattutto ai successi che si stanno progressivamente notando nell’utilizzo di tali tecniche mediche, e specialmente nelle sempre maggior sicurezza che viene garantita alla futura madre che decida di sottoporsi a procreazione medicalmente assistita per realizzare finalmente il sogno di avere un proprio figlio.
I miglioramenti statistici in materia di fecondazione assistita in Italia
Volendo paragonare qualche dato, si può notare come, mentre nel 2005 i tassi effettivi di gravidanze riuscite rispetto ai cicli iniziati con riguardo alle tecniche a fresco (dunque senza congelamento) si attestava intorno al 18,8%, oggi (o meglio nel 2010, dato che si utilizza tale anno come termine di paragone) tale percentuale è sensibilmente aumentata, raggiungendo infatti quota 20,9%.
Inoltre, è sensibilmente diminuito il numero di gravidanze e di parti trigemini, scesi infatti rispettivamente dal 3,4% e dal 2,7% registrati nel 2005, fino al 2,3% e 1,9% registrati invece nell’anno 2010. Tale decrescita potrebbe essere dipesa anche dall’intervento operato con sentenza del 2009 dalla Corte Costituzionale, che ha permesso diverse modalità di accesso e modellazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, rispetto invece a quanto concesso dal testo originario della legge numero 40 del 2004.
È aumentato anche il grado di possibilità di accesso alle tecniche di fecondazione assistita per gli abitanti in Italia, grado questo che è oggi quasi pari a quello standard dei Paesi dell’Unione Europea, ossia pari a 871 cicli ogni anno per un milione di abitanti (sempre trattandosi in tal caso di cicli a fresco, dunque senza alcun previo congelamento). Buona parte di questi, infatti, riesce a riversarsi a carico del servizio sanitario nazionale, anche se ancora con sensibili differenze tra nord Italia e sud Italia; sproporzione questa sfavorevole per le terre del meridione.
Risultano infatti a carico del servizio sanitario nazionale, in Italia, circa il 64,8% dei cicli eseguiti a fresco: tale media però risulta da un 95,4% nel nord Italia (e, nello specifico, nella regione della Lombardia; si pensi anche al 96,6% garantito in Toscana), rispetto ai molto più bassi 15,3% in Sicilia e 17% nel Lazio. Addirittura, si attesta la presenza di regioni d’Italia, come per esempio la Calabria, nelle quali l’intero numero dei cicli è svolto in cliniche private.
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