Alcune statistiche hanno dato alla luce esiti rassicuranti nel quale indicano che meno del 5% di donne avrà due aborti spontanei consecutivi, e solo nell’1% dei casi si arriva a tre o più.
Nonostante questi numeri rassicuranti, le donne che soffrono di questa patologia sono molte, per questo motivo oggi entreremo nelle specifico cercando di spiegarne i motivi, ma soprattutto trovare i rimedi e le cure per combattere questo fenomeno.
Le principali cause di Poliabortività sono:
- Età della donna
- Fattori genetico-cromosomici
- Assenza di impianto
- Fattori immunitari (anticorpi)
- Trombofilia
- Problemi tiroidei
- Malformazioni uterine
- Fibromi, infezioni
- Frammentazione del DNA degli spermatozoi
- Fattori psicologici
- Fattori Ambientali
- Poliabortività inspiegata
Ma entriamo nello specifico:
Per quanto riguarda l’età della donna, non vi sono in nessun modo possibilità di ridurne i rischi, in quanto questo fattore dipende unicamente dall’invecchiamento delle cellule uovo e non possono essere corretti in alcun modo. Dopo i 35 anni la qualità degli ovuli diminuisce, proprio per questo motivo diventa obbligatoria effettuare la amniocentesi, così che si possa scoprire la presenza di eventuali malattie ereditaria. Gli ultimi studi, hanno accertato che anche l’età maschile può compromettere la buona riuscita di una gravidanza.
Le cause genetico-cromosomiche invece, si riferiscono alle anomalie riscontrate dall’analisi cromosomica (cariotipo), condotte sul sangue dei genitori ne confermano una causa genetica ereditaria. Spesso succede che tra lo scambio di cromosomi che avviene tra i genitori, nonostante quest’ultimi siano entrambi normali, può accadere che uno dei due passi all’embrione troppo o troppo poco materiale genetico e questa, oltre ad essere l’anomalia genetica più comune, rimane anche la causa primaria che determina un aborto. Proprio per questo motivo, nella maggior parte dei casi, l’aborto spontaneo nel primo trimestre è dovuto alla presenza causale di un’anomalia cromosomica dell’embrione e solitamente la duplicazione di un cromosoma oppure al contrario la sua assenza. Per ovviare a questo problema, è possibile trovarne soluzione con la fecondazione in vitro, la quale grazie ad una analisi preventiva sugli embrioni, è possibile effettuare le diagnosi prima di un impianto. Ciò consiste quindi in una diagnosi genetica pre-impianto, che “seleziona” esclusivamente gli embrioni sani e li impianta nella donna.
L’assenza di impianto è una nuova patologia che viene diagnosticata dopo almeno tre tentativi falliti dell’impianto embrionale nella riproduzione assistita (FIVET o ICSI). In casi come questi, vengono effettuati una serie di esami clinici e strumentali che possano individuare le possibili cause del mancato impianto e quindi dell’abortività.
Altro caso di poliabortività riscontrato, sono le anomalie alla cavità uterina. Questo fenomeno colpisce il 10/15% dei casi e viene riscontrato nelle donne e si dividono in due categorie: Anomalie uterine congeniteche comprendono l’utero unicorne, bicorne, setto, didelfo; ed Anomalie anatomiche acquisite, le quali comprendono l’incontinenza cervicale e la presenza di aderenze o di fibromi dell’utero. La maggior parte di queste anomalie possono essere corrette chirurgicamente. Per diagnosticare questi difetti è possibile effettuare isteroscopie e successivamente corretti attraverso l’isteroscopia operativa eseguita sotto anestesia.
Un altro rischio di aborto spontaneo, viene dato dal diabete non compensato. In pratica, le donne con diabete, possono ridurre il rischio di perdita della gravidanza controllando i livelli di zuccheri nel sangue ancora prima del concepimento! Per questo motivo anche le donne obese o con policistosi ovarica, quindi con resistenza insulinica, hanno un rischio di aborto maggiore.
Alla base di un aborto spontaneo possono esservi anche Fattori Immunologici, che comprendono unproblema interno all’embrione, il quale fa sì che i segnali alle cellule immunitarie materne siano inappropriati; oppure al contrario, un problema delle cellule immunitarie materne che le rendono incapaci nel rispondere positivamente ai normali segnali dell’embrione. Pertanto la risposta immunitaria materna ai segnali embrionali, lo sviluppo di una reazione alloimmune, la presenza di malattie autoimmuni, di trombofilia o sindrome antifosfolipidi, sono alla base della maggior parte di aborti spontanei.
Dopo l’ovulazione, le ovaie iniziano a produrre una quantità elevata di un ormone chiamato progesterone, il quale è essenziale per garantire una gravidanza sana. Molte donne soffrono di anomalie ormonali e quindi potrebbero avere un difetto della fase luteale, che corrisponde quindi ad una mancanza di produzione di progesterone in questa fase importantissima per la sopravvivenza dell’embrione e questo è uno dei principali motivi che causano la poliabortività.
Vi sono alcuni fattori come fumo, alcolici, uso di stupefacenti oppure consumo di elevate quantità di caffè,che come ripetuto più volte nuocciono gravemente sulla fertilità di una coppia, figuriamoci sul buon esito di una gravidanza. Inoltre, molto dannosi e causa di aborti spontanei, possono essere anche l’esposizione a gas anestetici, al tetracloretilene (usato nelle tintorie), o l’assunzione di isotreitonoina (farmaco per la cura dell’acne). Questi sono fattori ambientali esterni che possono incidere sul buon esito di una gravidanza, non sembrerebbero esserci altre associazioni con l’esercizio fisico e nemmeno esistono studi che confermano effetti positivi con il riposo a letto. Ogni caso deve essere analizzato individualmente a secondo della persona.
Un altro fattore molto importante che causa la poliabortività, è sicuramente quello Psicologico. Successivamente ad un aborto spontaneo, soprattutto se la gravidanza è da tempo cercata, una donna provarabbia, dolore, ansia, senso di colpa, tristezza, angoscia e depressione. Tutti questi stati d’animo sono una fonte crescente di stress e questo aumenta se l’aborto è ricorrente, in quanto lo stress emotivo provocato da ogni singolo episodio è cumulativo. L’infelicità generalizzata, l’apatia possono aggravarsi sulla fertilità, facendo perdere il controllo sulle opzioni riproduttive, proprio per questi motivi, in questi casi è consigliato un sostegno psicologico professionale che vada a trattare sul rafforzamento della fiducia e delle rassicurazioni che servano a far tranquillizzare la donna. L’aborto è un fenomeno molto diffuso e spesso le coppie dovrebbero essere preparate a questa evenienza ed in caso di perdita di un bambino, dovrebbero essere informati sulle cause dell’evento e messi a conoscenza che potrebbe ripetersi in futuro, così da essere pronti ed affrontare diversamente il problema.
E’ forse il caso di dire che non a tutto c’è una spiegazione… Nel 50% delle coppie con poliabortività non viene trovata nessuna causa specifica e in questo unico caso, non vi sono cure efficaci che possano porre rimedio. Questo è il caso di Poliabortività inspiegata.
Infine, a rassicurare tutte quelle coppie che hanno avuto un’esperienza di poliabortività, c’è da dire che le probabilità di portare a termine una gravidanza con successo successivamente, sono spesso dalla loro parte, infatti:
- nel 50% dei casi, Se è stata scoperta la causa dell’aborto e sia seguito un trattamento oppure no;
- per il 60-70% nel caso in cui la poliabortività sia inspiegata.
Vi ricordo che uno stile di vita sano, quindi senza fumo e con un ridotto consumo di caffeina ed alcolici, misto a regolari controlli medici, attività fisica moderata, ma costante, tenendo sotto controllo il proprio peso, sono buone abitudini che giovano alla fertilità!
Fonte https://wordpress.com/la-poliabortivita-o-perdita-della-gravidanza/
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