Per la formulaizone matematica e quindi il successivo calcolo, vengono valutati 5 parametri embrionali che sono: “numero di cellule a 48 ore dallo sviluppo, presenza o meno del nucleo al loro interno, regolarità delle dimensioni, se è rispettata la disposizione simmetrica a quadrifoglio e, infine, se ci sono anche cellule frammentate” spiega Alberto Revelli responsabile del centro di procreazione assistita dell’Università di Torino.
Dall’osservazione di queste variabili embrionali è quindi possibile capire se vi sarà l’attecchimento e se la gravidanza sarà gemellare.
Lo studio ha visto la partecipazione di 3000 donne che si sono sottoposte al trasferimento in utero di embrioni (studiati secondo queste variabili), a due a due.
Solo 700 del totale sono riuscite a portare avanti una gravidanza gemellare mentre in 1500, e quindi nella metà, il trasferimento degli embrioni non ha avuto successo.
In questo modo si è potuto capire quali erano le variabili che permettevano l’attecchimento degli embrioni e quali no.
Il vantaggio dell’applicazione di questa formula risiede nel fatto che ora sarà possibile conoscere, per le coppie, la probabilità di successo della fecondazione assistita e di una gravidanza gemellare.
Fonte: repubblica.it
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