Gli studiosi osservano già da tempo l’esistenza di una associazione tra obesità, diabete e rischio di tumore, sospettando l’esistenza di un comune meccanismo d’azione tra queste tre condizioni. Ci sono evidenze che mettono in relazione una eccessiva attivazione dell’asse insulina/insulin-like growth factor (IGF-1), capace di incrementare le concentrazioni ematiche di IGF-1, con una prognosi più sfavorevole per le pazienti già trattate per il tumore al seno.
Utilizzando un approccio insolito, questo studio ha valutato l’associazione combinata di due fattori implicati nello sviluppo del tumore, l’assunzione di carboidrati e lo stato dei recettori IGF, per verificare se l’attivazione dell’asse possa effettivamente influire sullo sviluppo di tumore al seno. Dal momento che i carboidrati stimolano la via metabolica che porta all’aumento delle concentrazioni di IGF1, i ricercatori si sono concentrati sui principalmente su questo tipo di nutriente.
Lo studio retrospettivo ha analizzato i dati raccolti da 265 pazienti oncologiche in età post menopausa, trattate per tumore del seno. Le donne sono state valutate sia sul piano clinico che su quello alimentare. Il tessuto del tumore primario di queste pazienti è stato esaminato per valutare la presenza di recettori per IGF-1. Nella metà dei casi i campioni sono risultati positivi a questi recettori. Un incremento del rischio di ricorrenza è stato osservato in caso di presenza del recettore. Il rischio si è inoltre rivelato in alcuni casi direttamente proporzionale all’assunzione di carboidrati nella dieta. Si è osservata una specifica correlazione tra queste due variabili. L’aumentata assunzione di carboidrati non ha risultato avere effetti sulle donne con tumore primario negativo all’IGF-1, ma ha aumentato di 5 volte il rischio nelle donne con positività al recettore.
Questo è il primo studio a suggerire che potrebbe essere possibile raccomandare regimi dietetici personalizzati alle pazienti con cancro al seno in base alle caratteristiche molecolari del tumore primario. Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche effettuate su un campione più vasto della popolazione per confermare questi risultati. Ci sono ancora molte domande senza risposta riguardanti questo studio come ad esempio il tipo di alimenti contenenti carboidrati che i superstiti della malattia al seno dovrebbero limitare.
Le donne che hanno avuto a che fare con il cancro al seno dovrebbero continuare a seguire un modello alimentare a base di vegetali come suggerito dalla American Association for Cancer Research e dalla Cancer Association americana, mangiando molti vegetali ricchi di fibra , legumi e frutta, consumando cereali integrali e limitando invece l’assunzione di cereali raffinati, verdure ricche di amido e zuccheri aggiunti.
Fonte: http://cebp.aacrjournals.org/content/early/2014/04/22/1055-9965.EPI-13-1218
Utilizzando un approccio insolito, questo studio ha valutato l’associazione combinata di due fattori implicati nello sviluppo del tumore, l’assunzione di carboidrati e lo stato dei recettori IGF, per verificare se l’attivazione dell’asse possa effettivamente influire sullo sviluppo di tumore al seno. Dal momento che i carboidrati stimolano la via metabolica che porta all’aumento delle concentrazioni di IGF1, i ricercatori si sono concentrati sui principalmente su questo tipo di nutriente.
Lo studio retrospettivo ha analizzato i dati raccolti da 265 pazienti oncologiche in età post menopausa, trattate per tumore del seno. Le donne sono state valutate sia sul piano clinico che su quello alimentare. Il tessuto del tumore primario di queste pazienti è stato esaminato per valutare la presenza di recettori per IGF-1. Nella metà dei casi i campioni sono risultati positivi a questi recettori. Un incremento del rischio di ricorrenza è stato osservato in caso di presenza del recettore. Il rischio si è inoltre rivelato in alcuni casi direttamente proporzionale all’assunzione di carboidrati nella dieta. Si è osservata una specifica correlazione tra queste due variabili. L’aumentata assunzione di carboidrati non ha risultato avere effetti sulle donne con tumore primario negativo all’IGF-1, ma ha aumentato di 5 volte il rischio nelle donne con positività al recettore.
Questo è il primo studio a suggerire che potrebbe essere possibile raccomandare regimi dietetici personalizzati alle pazienti con cancro al seno in base alle caratteristiche molecolari del tumore primario. Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche effettuate su un campione più vasto della popolazione per confermare questi risultati. Ci sono ancora molte domande senza risposta riguardanti questo studio come ad esempio il tipo di alimenti contenenti carboidrati che i superstiti della malattia al seno dovrebbero limitare.
Le donne che hanno avuto a che fare con il cancro al seno dovrebbero continuare a seguire un modello alimentare a base di vegetali come suggerito dalla American Association for Cancer Research e dalla Cancer Association americana, mangiando molti vegetali ricchi di fibra , legumi e frutta, consumando cereali integrali e limitando invece l’assunzione di cereali raffinati, verdure ricche di amido e zuccheri aggiunti.
Fonte: http://cebp.aacrjournals.org/content/early/2014/04/22/1055-9965.EPI-13-1218
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