1) Che cosa deve fare secondo te una coppia che deve affrontare un percorso di PMA perchè infertile? Come avete scelto il centro che vi ha seguiti nel percorso di fecondazione?
Il nostro percorso è stato molto strano. Increduli e per nulla convinti che fosse l’unica via, abbiamo accantonato questo brutto “status” e abbiamo fatto finta di nulla provandoci e riprovandoci come se tutto fosse ancora nella normalità.
E’ anche vero che, avevo “solo” 34 anni e pensavo ci fosse tanto tempo ancora per noi.
Il nostro è un problema diagnosticato effettivamente nel 2009, ma di cui già prima avevamo sentore. Si tratta di inferitilità maschile ma in realtà, come ci è stato sempre detto, si parla sempre di infertilità di coppia, perché la anomalia è sempre in quella coppia e potrebbe non essere in un’altra, a volte.
Mi dilungo un po’ perché la fase iniziale in cui si prende coscienza è quella più difficile e a volte lunga. Conosco coppie che hanno iniziato un vero percorso solo dopo 8-10 anni di tentativi vani senza cure.
Quindi innanzitutto io consiglio di prendere subito coscienza di qualcosa che non va e rivolgersi ad un centro per sapere se è solo una sensazione o un dato di fatto!
Inutile aspettare.
Come abbiamo scelto il centro. Ricordo che andai su internet e cercai se in Mangiagalli a Milano dove abitavo, (diciamo che il centro l’ho scelto subito ma solo perché abitavo a Milano e comunque credo ci si debba fidare solo dei grandi centri rinomati! Ho vitso donne rovinate da centrucoli da 10 fivet all’anno!) ci fosse un reparto ad hoc. C’era e mi rivolsi a loro. Mi consigliai con la centralinista. Pensa te. E mi consigliò bene!
Feci la prima visita e ricordo che una domanda stupidissima che feci in quella occasione fu se la cura fosse dolorosa e facesse ingrassare! E’ proprio vero: finchè non sei mamma non hai idea di cosa sia il tuo corpo in realtà e di cosa significhi metterlo a disposizione di una nuova vita. Chiesi consigli al ginecologo e tra le varie cose mi ricordo che lui mi disse: “senta, se proprio deve spender dei soldi, si faccia seguire da uno psicologo durante il percorso..” E un’altra cosa che mi disse e mi lasciò per un attimo sbigottita (all’epoca, ma ora ci sorrido su!) fu: “se pensassimo di non dover soffrire non daremmo mai alla luce un’altra vita”!
Io non ero convinta ancora di voler affrontare tutto questo e feci passare un anno prima di rifarmi viva.
Intanto quel medico stava partendo per un anno in Africa e mi lasciò nelle mani di un suo collega.
Feci passare ancora del tempo, non accettando affatto tutto questo e nel frattempo mi feci un paio di giri da medici illustri, che parlarono solo di soldi e di “come le dico io”! Come se l’imposizione delle loro mani potesse dare i miracoli sperati.
Beh! Ecco! Io consiglio a chi sceglie tra tante ipotesi di medici, di scartare subito a priori chi parla di soldi e chi è freddo e schivo.
L’ignoranza che circonda questo tipo di cure e di anomalie della fertilità di coppia è tale che io ho declinato per un paio di anni l’inizio delle cure, per paura degli aghi e delle conseguenze sul fisico e la salute.
Certo, le conseguenze ci sono sempre e ci sono tutte, ma come dicevo in una conversazione con una amica, qualche giorno fa, sono parte del tutto e se riesci a non farti inabissare nel limbo dell’imperfezione e degli stati d’animo negativi, allora riesci anche ad avere un ricordo vagamente felice del tutto. Sempre che la cura poi dia i risultati sperati, come nel mio caso.
Fanno parte del tutto gli aghi, le ore perse in attesa di una risposta, i continui prelievi, così come le notti insonni e a volte la depressione post partum. Donare la vita, far crescere una vita dentro di te ha molte vie e questo è solo uno dei tanti. Ci sono gravidanze molto difficili e aborti spontanei che lasciano il segno tanto quanto un percorso di Icsi. Ma noi che partiamo difettose e svantaggiate questo non lo sappiamo e per tanto tanto tempo il nostro unico pensiero non è come sarà dopo ma come è ora e crediamo che sia quello il momento più difficile.
Ecco, quello che vorrei dire a tante donne che stanno provando, è che le difficoltà sono ora ma saranno anche dopo quando il bimbo è dentro di loro e dopo ancora. Diventar mamma è comunque una scommessa e una dedizione totale di se alla vita e questo dolore grandissimo a volte viene ripagato, altre no, ma non deve e non può divenire l’unico motivo dello stare assieme e di vita, come ho visto fare tante tante volte.
da un forum
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