Il progetto coinvolge diversi centri diagnostici e ha come campione di riferimento un gruppo di cinquecento donne in attesa di nazionalità svizzera e italia. A capo di Life-ON ci sono il dottor Mauro Manconi del Centro Sonno/EEG, il Neurocentro della Svizzera Italiana, e il professor Christian Cajochen, del Centro di Cronobiologia dell’Università di Basilea. Tra i collaboratori, invece, figura il dottor Thomas Gyr, primario di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale Regionale di Lugano. Il progetto si avvale inoltre della collaborazione attiva di diverse strutture ospedaliere italiane specializzate in materia.
Fonte Comunicato Stampa EOC
Tra gli obiettivi primari di Life-ON, c’è quello di individuare la relazione esistente tra la depressione perinatale, una condizione grave e non di rado invalidante che colpisce neo-mamme e future mamme, e i disturbi del sonno. Si cercheranno di individuare quei fattori di rischio genetici e psicologici legati al sonno che potrebbero avere un ruolo attivo nel determinare l’insorgere della depressione perinatale. Per capire quali caratteristiche hanno le donne predisposte a soffrire di queste patologia e cercare di evitarne l’insorgerne, nel corso del progetto i ricercatori coinvolti sperimenteranno l’efficacia della terapia della luce nel contrastare e prevenire questa particolare tipologia di depressione. Per questo motivo, nei prossimi tre anni gli esperti di Life-ON esploreranno in maniera sistematica e approfondita le caratteristiche del sonno di queste donne, misurando i loro livelli ormonali e monitorando il loro umore e gli stati d’animo collegati per tutto il periodo dell’attesa e nei primi mesi dopo il parto (per la precisione fra le settimane dieci e quindici di gestazione e fino a un anno dopo il parto). Solo un’attenta osservazione, infatti, permetterà loro di individuare i fattori di rischio che predispongono l’insorgere della depressione perinatale.
Si tratta di una ricerca molto importante non solo per le donne che soffrono di questa patologia, le quali si trovano a sperimentare sulla loro pelle una condizione di disagio profondo che le fa sentire inadatte al ruolo di madri, ma anche per i bambini che purtroppo risentono moltissimo dello stato d’animo della madre, la figura cui nei primi mesi di vita sono legati indissolubilmente e dalla quale dipendono. Una volta compresi i meccanismi che scatenano la malattia, sarà possibile individuare preventivamente quali donne sono a rischio depressione e mettere a punto interventi terapeutici da approntare durante la gravidanza e l’allattamento.Fonte Comunicato Stampa EOC
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