Una recente ricerca, tuttavia, mette in guardia le future mamme dai pericoli di un'assunzione esagerata di questa vitamina che appartiene al gruppo B. Lo studio è stato pubblicato su Plos One da un team di ricerca dell'Università di Toronto guidato dal dott. Young-In Kim. Secondo le analisi, sarebbero sufficienti dosi superiori di 2,5 volte il fabbisogno giornaliero per “promuovere in modo significativo” lo sviluppo di cellule pre-cancerose nelle ghiandole mammarie. La dose giornaliera raccomandata va dai 50 ai 200 mcg, mentre in gravidanza se ne assume circa il doppio. Nelle gravidanze a rischio, poi, l'acido folico viene assunto in dosi molto più elevate, fino a raggiungere i 4-5 milligrammi al giorno. “È un problema serio perché le pazienti con cancro al seno sono esposte a elevati livelli di acido folico attraverso la fortificazione di acido folico negli alimenti e l’uso diffuso di integratori vitaminici, dopo una diagnosi di cancro”. Il rischio è evidente, dal momento che è ormai prassi consolidata il consumo di acido folico durante la gravidanza. Inoltre, sia il governo statunitense che quello canadese hanno raccomandato alle industrie alimentari di aumentare il tasso di acido folico presente in vari prodotti, dalla farina al mais e alla pasta. Va aggiunto a questo quadro il fatto che molte donne assumono anche un'integrazione di vitamine del gruppo B. “La supplementazione di acido folico può fare due cose: può proteggere da alcuni tipi di cancro, ma può anche promuovere altri tipi di cancro. Ha un duplice effetto, a seconda di quanta se ne assume”, spiega Kim.
Uno studio norvegese pubblicato sul Journal of American Medical Association conferma i risultati della ricerca americana. I pazienti che hanno partecipato a questa sperimentazione erano affetti da malattie cardiache e sono stati trattati con acido folico e vitamina B12. È emerso che avevano più probabilità di morire per cancro rispetto ai pazienti che non avevano ricevuto le stesse vitamine. Serviranno ovviamente studi più approfonditi, ma sarebbe bene che le donne che hanno una familiarità per il cancro al seno discutessero della questione con il proprio medico prima di avviare un'integrazione a base di acido folico.
Fonte http://www.italiasalute.it/copertina.asp?Articolo_id=12451
Uno studio norvegese pubblicato sul Journal of American Medical Association conferma i risultati della ricerca americana. I pazienti che hanno partecipato a questa sperimentazione erano affetti da malattie cardiache e sono stati trattati con acido folico e vitamina B12. È emerso che avevano più probabilità di morire per cancro rispetto ai pazienti che non avevano ricevuto le stesse vitamine. Serviranno ovviamente studi più approfonditi, ma sarebbe bene che le donne che hanno una familiarità per il cancro al seno discutessero della questione con il proprio medico prima di avviare un'integrazione a base di acido folico.
Fonte http://www.italiasalute.it/copertina.asp?Articolo_id=12451
Nessun commento:
Posta un commento