mercoledì 6 luglio 2016

Fecondazione assistita: 3 volte su 4 il figlio arriva prima di cinque anni

        Cinque anni. È il tempo entro il quale tre donne su quattro sottoposte a trattamenti per la fertilità riescono ad avere un bambino. Il che succede o perché la terapia ha funzionato o perché il sistema riproduttivo naturalmente ha ripreso a funzionare. La previsione così precisa si basa su dati del passato talmente numerosi da poter funzionare come indicazioni statisticamente affidabili per il futuro. Quale migliore modo di valutare l’efficacia dei percorsi di procreazione medicalmente assistita se non quello di contare uno a uno i bambini nati grazie alle terapie?
        Ma uno studio del genere richiede sistemi di monitoraggio della popolazione che pochi paesi al mondo possono garantire meglio della Danimarca. È qui infatti che sono stati raccolte le informazioni su  20 mila donne che hanno intrapreso un percorso di cura dell’infertilità tra il 2007 e il 2010: il 57 per cento delle danesi è diventata mamma grazie all’intervento medico, ma una percentuale significativa (14%) ha concepito un figlio senza alcun aiuto esterno. Più della metà delle donne (57%) è riuscita a portare a termine la gravidanza entro due anni dall’inizio della terapia. Non sono statistiche fini a se stesse, ma una base solida su cui fondare i pronostici dei medici: «Ora siamo in grado - dice Sara Malchau del Copenhagen University Hospital di Hvidovre in Danimarca - di poter fornire alle coppie previsioni affidabili e comprensibili a lungo termine diversificate anche in base all’età». In un paio d’anni il 57 per cento di tutte le donne è riuscita ad avere bambino. Con alcune differenze a seconda del tipo di trattamento: la fecondazione in vitro ha permesso al 46 per cento delle donne di diventare mamma in due anni, mentre l’inseminazione intrauterina ha ottenuto lo stesso risultato nel  36 per cento dei casi. Le probabilità di avere un figlio aumentano con il passare del tempo: dopo tre anni salgano al 65 per cento e dopo cinque arrivano al 71 per cento. Molte donne cambiano terapia durante il percorso: chi non ha avuto risultati con l’inseminazione intrauterina dopo due anni passa alla fecondazione in vitro. «Sì perché la tecnica di fecondazione intrauterina - spiega Malchau -  è più “a misura dei genitori” e meno costosa rispetto alle altre tecniche di riproduzione assistita,  ma non è così efficace: solo il 34 per cento delle coppie che iniziano con la intrauterina concepiscono grazie a quel trattamento». 
        Può succedere anche (16,6%) che le donne in terapia con la intrauterina si ritrovino in cinta dopo cinque anni per cause naturali e non mediche. E se sono giovani sotto i 35 anni le probabilità che la natura torni a fare il suo corso aumentano fino al 18 per cento. 
        Non è stata infatti una sorpresa per nessuno dei ricercatori danesi constatare che l’età è un fattore determinante per il successo delle terapie: dopo cinque anni il tasso delle nascite era dell’80 per cento tra le donne con meno di 35 anni, del 60, 5 per cento tra quelle di età compresa tra i 35 e i 40 e del 26 per cento tra le ultra quarantenni. 
        Lo studio danese fornisce un valido aiuto ai medici di tutto il mondo chiamati a rispondere alle principali domande degli aspiranti genitori: «quante possibilità ci sono di avere un bambino e quanto tempo ci vorrà prima che accada?».
Fonte http://www.healthdesk.it/medicina/fecondazione-assistita-3-volte-4-figlio-arriva-prima-cinque-anni

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