mercoledì 2 marzo 2016

Nessun rischio in più per le gravidanze da Pma

              Esistono delle differenze tra le gravidanze spontanee e quelle ottenute grazie alle tecniche diprocreazione medicalmente assistita (Pma), per quanto riguarda il diabete, l’ipertensione e gli altri rischi normalmente associati alla gestazione? 

              Sono diversi gli studi che hanno cercato di rispondere a questa domanda negli ultimi anni. L’ultimo si basa sui dati raccolti nell’arco di sei anni, tra 2003 e il 2008, presso l’ospedale Jean-Verdier di Bondy, in Francia. L’analisi, pubblicata su Journal de gynécologie, obstétrique et biologie de la reproduction della Fédération des sociétés de gynécologie et d'obstétrique de langue française, è stata condotta dall’ospedale stesso e dall’Université Paris-XIII.


              I ricercatori hanno considerato tutte le nascite, tenendo conto anche degli aborti terapeutici e spontanei, e delle morti intrauterine dei feti. Il campione è stato diviso in 4 gruppi: gravidanze spontanee (96,5%), da Ivf (1,2%), da Icsi (0,95%) e da tecniche di primo livello (1,35%). 

              I risultati indicano che non esistono differenze significative tra i quattro gruppi per quanto riguarda ipertensionepreeclampsia (gestosi) o sindrome di Hellp(entrambe caratterizzate da più sintomi, tra cui l’ipertensione e/o edema e proteine nelle urine, nel secondo caso anche da emolsi), aborti terapeutici e morti intrauterine. 

              Le gravidanza spontanee risultano però più lunghe e, di conseguenza, i neonati hanno un peso alla nascita mediamente maggiore, rispetto alle altre tre categorie. Tra queste, considerando solo le gravidanze singole, la gestazione si prolunga per le donne sottoposte alle tecniche di Ivf e Icsi, mentre sembra più corta per quelle sottoposte alle tecniche di primo livello. 

Fonte: “Is there more complications with pregnancies from the assisted reproductive technology than spontaneous pregnancies? A retrospective study over 6 years”.
 

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