«Preoccupata per la piccola»
La donna che ha dato alla luce la piccola Carmen non ha nessun legame biologico con la bimba. Che è stata concepita tramite ovodonazione, utilizzando il seme di Gordon. Dopo avere partorito, ha firmato i documenti che hanno permesso ai due uomini di portare a casa la piccola dall’ospedale. Dieci giorni dopo però ha chiesto di riavere indietro la bambina. Rifiutandosi di firmare i documenti necessari perché la famiglia potesse lasciare il Paese. «Ha detto che pensava che fossimo una “famiglia tradizionale” e che era preoccupata per la piccola», ha spiegato Lake. «Abbiamo sperato fino all’ultimo di avere capito male».
Bloccati in Thailandia, dopo che la madre surrogata di loro figlia, si è rifiutata di firmare il permesso che permetterebbe loro di lasciare il Paese. Visto che, sostiene la donna, non aveva idea che i due uomini fossero una coppia. Da gennaio, Gordon Lake, il marito Manuel, la piccola Carmen e il fratellino Alvaro, 23 mesi, nato tramite maternità surrogata in India, vivono in una località segreta di Bangkok, nel terrore che le autorità possano portargli via la neonata. «Un vero e proprio incubo», ha detto Gordon Lake al Guardian. «Il peggio che potesse capitarci».
Lo stop del governo alla maternità surrogata
Come migliaia di altre coppie, Gordon e Manuel avevano scelto la Thailandia per la maternità surrogata. Ma alcuni recenti scandali - tra cui il caso di un uomo d’affari giapponesi che aveva avuto 16 figli in questo modo e quello di una coppia che ha scelto di non portare a casa un bimbo affetto da sindrome di Down - hanno spinto il governo, lo scorso febbraio, a bloccare queste pratiche.
Fonte http://www.corriere.it/esteri/15_luglio_20/gordon-manuel-piccola-carmen-bloccati-thailandia-madre-surrogata-1711c240-2ece-11e5-820a-d82a668b1363.shtml
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