E’ noto che la gravidanza richiede alla tiroide uno sforzo secretivo che, rispetto al normale, può essere quantizzato in circa il 30-40% di maggior produzione ormonale (1). In tale situazione è possibile che possa essere slatentizzato uno stato di ipotiroidismo. Al fine di prevenire tale condizione a tutte le pazienti desiderose di una gravidanza dovrebbero essere dosati i livelli sia di TSH (ormone tireostimolante) che degli anticorpi antitiroidei che della TPO=perossidasi tiroidea. La prevalenza dell’ipotiroidismo gestazionale è infatti compresa fra il 10 e il 15% nelle pazienti al di sotto dei 25 anni, ed è stabilmente al di sopra del 15% nelle pazienti sopra questa fascia di età (2).
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Un adeguato trattamento in queste condizioni può ristabilire una normale fertilità, può aumentare le probabilità di un esito positivo dell’impianto dell’embrione, può ridurre il rischio di abortività e di morte intrauterina del feto. Instaurare con tempismo una adeguata terapia sostitutiva con L-tiroxina sodica al fine di assicurare una funzione tiroidea normale (livelli di TSH inferiori a 2.5 mU/L) non garantisce ovviamente il buon esito della PMA, ma è il requisito necessario per aumentare le possibilità di successo della PMA.
Note:
- Corinne L. et al. Thyroid Function during Pregnancy Clinical Chemistry 45:12 2250–2258 (1999).
- Blatt AJ, Nakamoto JM, Kaufman HW. National status of testing for hypothyroidism during pregnancy and postpartum. J Clin Endocrinol Metab 2012, 97: 777-84.
Fonte : Paolo Beck-Peccoz – Professore Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano e Presidente AIT (Associazione Italiana Tiroide)
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