Ancora una picconata alla legge più sgrammaticata – codici alla mano – della legislazione italiana, la 40 del 2004 sulla fecondazione assistita. La Corte Costituzionale ha infatti cancellato il divieto di selezione degli embrioni, se finalizzata a evitare l’impianto di quelli portatori di gravi malattie trasmissibili. La sentenza fa riferimento a quei “processi patologici” previsti all’articolo 6 della legge 194 sull’aborto, relativi “a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”. E che dal 1978 consentono l’interruzione della gravidanza anche dopo i primi 90 giorni di gestazione.
La Consulta si è espressa su istanza del Tribunale di Napoli, che aveva sollevato la questione a seguito di un procedimento penale contro alcuni medici, accusati di fare selezione eugenetica, in violazione al dettato dell’articolo 13 della legge 40. Una norma che sanziona gli operatori sanitari che permettono l’impianto in utero dei soli embrioni sani o portatori sani di malattie genetiche. Ma che secondo i giudici costituzionali viola i diritti all’uguaglianza e alla salute sanciti dagli articoli 3 e 32 della Costituzione, contrastando anche con il diritto al rispetto della vita privata e familiare. Con questa pronuncia la diagnosi preimpianto diventa perfettamente legittima, ma gli embrioni “malati” non possono essere distrutti: una contraddizione palese, sanabile soltanto con una nuova legge che riordini tutta la materia, ormai fatta a pezzi dalle pronunce giudiziarie.
Fonte http://www.quimamme.it/con-il-pancione/2015/11/25/embrioni-si-alla-selezione-no-alla-distruzione/
La Consulta si è espressa su istanza del Tribunale di Napoli, che aveva sollevato la questione a seguito di un procedimento penale contro alcuni medici, accusati di fare selezione eugenetica, in violazione al dettato dell’articolo 13 della legge 40. Una norma che sanziona gli operatori sanitari che permettono l’impianto in utero dei soli embrioni sani o portatori sani di malattie genetiche. Ma che secondo i giudici costituzionali viola i diritti all’uguaglianza e alla salute sanciti dagli articoli 3 e 32 della Costituzione, contrastando anche con il diritto al rispetto della vita privata e familiare. Con questa pronuncia la diagnosi preimpianto diventa perfettamente legittima, ma gli embrioni “malati” non possono essere distrutti: una contraddizione palese, sanabile soltanto con una nuova legge che riordini tutta la materia, ormai fatta a pezzi dalle pronunce giudiziarie.
Fonte http://www.quimamme.it/con-il-pancione/2015/11/25/embrioni-si-alla-selezione-no-alla-distruzione/
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