Tutto ebbe inizio il 4 gennaio 2014 quando, dopo 5 settimane di ritardo, scoprii di essere incinta. Io avevo 21 anni e il mio ragazzo aveva invece 23 anni. La scoperta della gravidanza inizialmente ci turbò un po', ma poi accettammo con gioia l'arrivo del bimbo.
Nei primi mesi tutto si svolse regolarmente: le ecografie erano perfette e non c'era nessun problema. Alla morfologica della ventesima settimana scoprimmo che era un maschietto: proprio quello che desideravamo.
Si stava verificando l'esperienza più bella della nostra vita. Io e il mio ragazzo non avremmo mai potuto immaginare quello che sarebbe successo a breve!
Arrivò il giorno dell'ecografia alla ventiquattresima settimana e il ginecologo scoprì un accorciamento del collo dell'utero di 20 millimetri. Mi consigliò il riposo assoluto in un ospedale attrezzato di TIN, perché avrei potuto partorire da un giorno all'altro.
Si gelò il sangue nelle mie vene. Sapevo c'erano poche possibilità di sopravvivenza legate ad una nascita così prematura.
Il 19 maggio andai in ospedale, mi fecero un monitoraggio e mi ricoverarono. Grazie a una flebo di tractocile per bloccare le contrazioni, arrivai alla trentunesima settimana più uno.
Alle 17.15 del 13 luglio iniziai a sentire qualche dolore al basso ventre, ma non mi preoccupai più di tanto pensando a dei dolori abbastanza normali. Verso le 20.00 la situazione peggiorò.
Iniziarono le contrazioni e la dilatazione era di 2 centimetri. I dottori non potevano più bloccarle, decisero così di portarmi in sala travaglio. Intanto avvisai il mio ragazzo di quello che stava succedendo e lui mi raggiunse. Eravamo entrambi molto spaventati.
Alle 23.30 le contrazioni erano ancora abbastanza sopportabili, mi visitarono ed ero già a 5 centimetri di dilatazione. Però, dopo un bel numero di ore, ero sempre a 5 centimetri. Le contrazioni si erano bloccate, così decisero di farmi una stimolazione in gel per farle ripartire.
Alle 02.00 le contrazioni tornarono, dolorosissime e molto ravvicinate da non lasciarmi neanche il tempo di respirare. A causa dei dolori così forti, chiesi di poter fare l'epidurale. Ma i dottori dissero che non era più possibile.
Arrivarono le 04.10 e finalmente avevo raggiunto la dilatazione completa. Mi dissero che era arrivato il momento di spingere!
Alle 04.43 del 14 luglio 2014 nacque Lucas, 1.570 kg per 43 cm. Era piccolissimo e bellissimo! In seguito, affrontammo 40 giorni di terapia intensiva e sub intensiva.
E' stata molto dura, ma ce l'abbiamo fatta e per fortuna il piccolo ora sta bene e non ha subito danni! Io, grazie a questa esperienza, sono cresciuta molto e posso ritenermi incredibilmente felice di essere mamma di un bimbo prematuro.
di mamma Marta
(storia arrivata sulla nostra pagina Facebook, editata dalla redazione)
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