Una carenza di vitamina D può ridurre la fertilità umana. Questa è normalmente conosciuta per i suoi effetti regolatori del calcio e per il suo contributo nel migliorare la salute delle ossa. Nell’uomo la fonte principale di vitamina D si ottiene con l’esposizione alla luce solare, mentre le fonti alimentari contribuiscono solo per il 20%. Questa vitamina è contenuta prevalentemente nei pesci grassi quali sardine, salmone e sgombo (vit D3 ossia il colecalciferolo), nelle uova e nel fegato di vitello.
Un team di studiosi americani appartenenti all’università di Yale, hanno valutato il diverso e ancora poco conosciuto ruolo di questa vitamina nel modulare la capacità riproduttiva. In merito a questo argomento non esiste una grandissima letteratura scientifica ma i dati finora disponibili suggeriscono che una modesta carenza di vitamina D può essere di ostacolo alle normali capacità riproduttive dell’uomo. I meccanismi con cui questa vitamina partecipa alla regolazione e alla fisiologia della riproduzione sono ancora del tutto da chiarire; questo studio ha proprio lo scopo di delineare nello specifico il suo ruolo come segnale nella risposta allo stimolo riproduttivo.
L’esperimento di quest’analisi è stato effettuato sui ratti: in principio è stata valutata la capacità riproduttiva dei ratti di sesso maschile in cui veniva indotta la carenza di vitamina D. I ratti di sesso femminile sono stati inseminati mediante lo sperma dei maschi, e si è rilevato un valore pari al 65% in meno di spermatozoi depositati nel tratto genitale. Soltanto il 23% delle femmine quindi è stata fecondata.
Un secondo esperimento ha riguardato anche le femmine in cui anche in questo caso era stata provocata la carenza di vitamina D. I risultati confermano il ruolo regolatorio di questa vitamina nella segnalazione gonadica e quindi nel successo riproduttivo.
Diversi dati suggeriscono che la carenza di vitamina D sconvolge il sistema riproduttivo femminile. Nei ratti di sesso femminile che presentano questo deficit riferiscono una grave compromissione della fertilità, i dati segnalano un 45-70% in meno di possibilità di intraprendere una gravidanza, e un 67-100% in meno del numero dei cuccioli vitali.
In questo studio si è anche riscontrato che in corrispondenza ad una carenza vitaminica vi è anche una ridotta produzione di latte necessario per l’allattamento dei piccoli, e un alterazione del comportamento alimentare materno (anoressia).
Si è anche ipotizzato ipotizzato che la carenza di vitamina D contribuisca anche all' insorgenza di un ampio spettro di disturbi ginecologici, quali la Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
Un basso livello di vitamina D nell’organismo, si può ripercuotere anche sul successo o meno riproduttivo in donne che si sottopongono a fecondazione assistita in vitro (IVF) riducendolo.
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