Sappiamo tutti quale significato ha il giorno di Natale per i Cristiani e non c’è bisogno di fare osservazioni ulteriori in merito. La mia curiosità, quindi, si è diretta verso la focalizzazione di cosa sia il Natale al di fuori del cristianesimo.
Ho voluto prendere “informazioni”, come la maggior dei giovani, dal web. Dove andare a vedere se non sul famosissimo Wikipedia?
Secondo “l’enciclopedia” multimediale, al di fuori del cristianesimo “nel corso dell’ultimo secolo, con il progressivo secolarizzarsi dell’Occidente, e in particolar modo dell’Europa Settentrionale, il Natale ha continuato a rappresentare un giorno di festa anche per i non Cristiani,assumendo significati diversi da quello religioso. In questo ambito, il Natale è generalmente vissuto come festa legata alla famiglia, alla solidarietà, allo scambio di regali e alla figura di Babbo Natale (!). Al tempo stesso la festa del Natale, con connotazioni di tipo secolare-culturale, ha conosciuto una crescente diffusione in molte aree del mondo, estendendosi anche in Paesi dove i cristiani sono piccole minoranze, come in India, Pakistan, Cina, Taiwan, Giappone e Malesia.”
Sembra quindi, che persino da un punto di vista “laicistico”, il Natale abbia proprio come punto fondamentale la famiglia, che oggi, ripetutamente, è sulla gogna mediatica e subisce continui attacchi dalla politica e dai legislatori con l’intento di sminuirne la sua essenza per favorire visioni diverse di aggregazione.
Comunque il Natale inteso come nascita, è quell’avvenimento importante all’interno di un nucleo societario, che vede l’ingresso di un nuovo essere vivente nella comunità. Tal evento è un grande momento di gioia e viene celebrato con tutti gli onori.
Sì, perché quando viene al mondo un nuovo essere vivente, è un regalo per l’intera società. Un dono quindi e non un diritto.
Oggi, purtroppo, come il Natale, anche la nascita si sta trasformando in un evento meramentecommerciale. Da dono si sta tramutando in diritto che tutti rivendicano: diritto di “avere un figlio a tutti i costi”, per le coppie sterili, le coppie dello stesso sesso, i single. Il figlio, allora, si fa in laboratorio e viene così demolito l’atto d’amore che porta alla conseguente nascita di un qualcosa di bello.
Come tutte le operazioni commerciali, si è sviluppato un business miliardario sulla pelle di donne e bambini, l’utero in affitto.
Le donne, quasi sempre povere, vengono utilizzate come composto da cui estrarre materiale organico (ovociti) e come forno con cui produrre “l’oggetto” desiderato.
Ma come si può rendere presentabile questa aberrante pratica alla società odierna?Semplicissimo! Da mero atto commerciale l’utero in affitto viene presentato e promosso come generoso atto d’amore, atto di solidarietà, in perfetta sintonia con lo spirito del Natale laico di cui sopra.
Non mi stupirei se improvvisamente Babbo Natale da generoso donatore di regali per i più piccini, si tramutasse in carnefice sfruttatore di donne e successivo venditore di bambini.
Con la speranza che tutto questo venga fermato il prima possibile è bene che la società apra gli occhi, al fine di non far sì che il Natale da festa della natività, come atto d’amore nel mondo, si tramuti in un Natale surrogato.
Emmanuele Di Leo
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