mercoledì 20 febbraio 2019

Gravidanza e maternità, le verità nascoste: le 10 cose che le mamme non dicono

Maternità         Il mondo delle gravidanze e della maternità "social" sta subendo una vera e propria rivoluzione se si pensa alle critiche pesanti o gli apprezzamenti adoranti dei followers e degli haters di Chiara Ferragni per tutto il corso della sua gravidanza ed il suo parto all'apparenza perfetto e senza fatiche. Ebbene, il percorso che porta alla nascita e crescita di un altro essere umano è sempre unico, irripetibile e magico ma porta con sé molte insidie, difficoltà e segreti che stranamente, per pudore, a volte invidia, apparenza o formalità molte donne e mamme tendono a nascondere alle "altre". I social e i forum si riempiono di inni al miracolo della vita e spesso ci si dimentica di raccontare a chi sta vivendo quello stesso momento che non c'è un solo modo di essere madre ed affrontare queste tappe come non ce n'è uno giusto di essere donna.

         Condividere le proprie esperienze e sentimenti negativi fa bene proprio a tutte e può aiutare gli altri. Ecco le 10 esperienze che molte donne e mamme hanno affrontato e non sempre hanno svelato:

1 - Riuscire a rimanere incinta
Test di gravidanza
         Qualsiasi donna sia passata attraverso la fase del proviamo ad avere un figlio, sorride anche un po' amaramente nel vedere una pubblicità che gira da qualche tempo in TV che mostra una coppia decidere di intraprendere questa avventura semplicemente scegliendo di utilizzare un test di ovulazione tra i più famosi in commercio. Si ride di questa semplicità e leggerezza sbandierata perché per una percentuale molto alta di donne, il decidere di avere un figlio non corrisponde alla realizzazione immediata di tale desiderio. Sebbene si sia circondati di film, serie, articoli che trattano il tema dell'infertilità, fino a che non ci si confronta con il problema, è sempre qualcosa che accade agli altri, alle altre.

         L'ideale sarebbe decidere di diventare genitore e lasciarsi andare a gioiosi incontri sessuali che, come nelle storie più romantiche, porteranno dei frutti ma la realtà è ben diversa. C'è sicuramente chi ha vissuto tutto come nei film e sarà stato cosi (anche se non possiamo saperlo) per tutte le fashion blogger e le super donne che ci sono su Instagram ma bisogna ricordare che non c'è nulla di male se non ci si vuole o ci si può aggiungere alla lista di donne che postano video commoventi in cui consegnano i test di gravidanza positivi a compagni in estasi.

         Nella realtà, l'esercito di chi un figlio se lo suda è folto ed è composto di donne che per paura, scaramanzia, prudenza o privacy non postano la foto dell'ecografia a sole 7 settimane di gravidanza, che aspettano ad annunciarlo pubblicamento fino a che non sono sicurissime che vada tutto bene, che lo dicono in giro solo e soltanto quando la pancia è impossibile da nascondere. Restare incinta è solo l'inizio di un percorso, simile ma diverso per tutte e quindi ogni opzione è valida.

perdere un bimbo2 - Superare l'aborto
         Fa paura parlarne, subire un aborto spontaneo spesso fa sentire una donna incapace, inadeguata e difettosa, anche se in letteratura la percentuale di aborti spontanei nelle prime settimane di gestazione si aggira intorno al 35%. A contribuire a questo senso di inadeguatezza e di sconfitta c'è il fatto che le donne tendono a voler dimenticare quell'episodio ed a non parlarne, soprattutto se dopo sono state più fortunate e sono riuscite a diventare mamme. Il risultato di questo silenzio è che spesso attorno a noi ci sembra di vedere solo mamme felici, senza problemi e serene mentre magari molte di loro ci sono arrivate dopo almeno un episodio triste come questo.

         Condividere un'esperienza negativa e non solo quelle positive, può farci sentire che non siamo sole e che quando c'è di mezzo la natura, fortunatamente non siamo neanche tanto uniche.

3 - La paura dei test prenatali
Prenatal tests
         Indorare la pillola, abbellire certi racconti o sminuire certe esperienze non sempre aiuta chi si trova ad affrontarle e cerca un consiglio e confronto per prepararsi al meglio a quello che verrà. Sul parto se ne leggono di tutti i colori perché è impossibile trovare esperienze simili ma cosi non è per altre prove sul campo durante la gravidanza, come per esempio i numerosi controlli, spesso invasivi, che si fanno durante le 40 settimane di gestazione. Tra le più grandi "bugie" trovate online, risuona una frase: l'amniocentesi non fa male, dura poco e l'ago che entra nella pancia non si sente quasi. In questa affermazione manca innanzitutto l'indicazione di soggettività.

         Può capitare infatti che si sia cosi benedette dal fato da non sentire un ago enorme entrare nella cavità uterina ed aspirare il liquido amniotico ma l'unica cosa vera rispetto all'amniocentesi è che dura poco, provare per credere. Spesso quindi le mamme non nascondono cose ma sminuiscono  per non spaventare le altre. L'effetto però è disastroso per chi poi pensa di andare a farsi una punturina e si ritrova in preda all'orrore. Bisogna conoscere il mostro che si sta per affrontare, poi se risulta essere docile e mansueto, meglio cosi.


la prima volta che lo senti scalciare4 - Sentirlo scalciare può essere inquietante
         Tra i momenti descritti come i più idilliaci da ogni mamma c'è sempre quello della prima volta che si sente il bimbo nella pancia. Paragonato ad avere una farfalla che batte le ali nel tuo pancino, rimane indubbiamente il primo vero segnale che una donna ha della presenza di un essere umano dentro di sé. Ciò che non tutte ammettono è che ad una percentuale ampia di donne che hanno invocato il miracolo della vita nel percepire il primo calcetto, ce n'è un numero pari o anche più numeroso che si è impressionato o addirittura inquietato nel sentire una "strana e incontrollabile" presenza dentro di sé. Conclusione? Che vi commuoviate o no a sentire vostro figlio scalciare, siete normali future mamme emozionate, in entrambi i casi. Nel secondo caso, dovrete solo imparare ad abituarvi ai movimenti che dal quinto mese diventano sempre più frequenti e importanti.

5 - Il parto non è una passeggiata
partorire
         Le immagini della splendida Chiara Ferragni che truccata e bella come il sole stringe a sè il suo Leone a poche ore dal parto, baciata sulla fronte dal suo compagno ancora ci lasciano increduli ma per citare una frase dal film La verità è che non gli piaci abbastanza, la fashion blogger promessa sposa di Fedez è l'eccezione, non la regola.

         La regola è ben rappresentata dal post di una coetanea delle Ferragni, Manuela, che ha partorito un bel maschietto lo stesso giorno della nascita del principino Leone e che ha commentato cosi il suo stato su Facebook, qualche giorno dopo il lieto evento: "Volevo invadere le vostre bacheche con una foto di me a 6 giorni dalla nascita di Oscar, ma non c’è pantone che definisca il colore mortuario del mio viso, né filtro Instagram che possa celare notti insonni e allattamento h24". Eccola, la verità in cui possiamo riconoscerci.

Essere mamma6 - Il senso materno non è automatico
         C'è chi si sente mamma già dal test di gravidanza, chi al primo calcio, chi dopo la prima grande paura sui test prenatali e poi c'è chi partorisce, ama, si emoziona ma ha bisogno comunque di tempo per abbracciare la maternità vera e propria. "Ci ho messo tempo ad abituarmi all'idea che a casa ci fosse un esserino che mi aspettava" racconta Alessia, 34 anni, mamma di Viola. Ciò che spesso è difficile ammettere è che si diventa genitori ma sentirsi tali è una cosa che matura giorno dopo giorno e bisogna rifiutare ogni teoria che ci vuole mamme impeccabili, investite di vocazione al sacrificio ed all'annullamento. Se ci mettete tempo per diventare mamme a tutti gli effetti, non avete nulla che non va, seguite l'istinto.

7 - L'allattamento è una scelta
Allattamento
         Ci abbiamo messo anni per guadagnarci il diritto di allattare dovunque vogliamo, che sia davanti a tutti in un ristorante, in un parco o nell'intimità di un angolino di un bar. Garantita questa libertà, possiamo però sempre decidere quando e se esercitarla. Molte donne si vergognano ad ammettere di non sentirsi a proprio agio a scoprirsi il seno avanti a tutti e si forzano. Sapere che non sono sole potrebbe farle sentire più tranquille ad allattare coperte da speciali lenzuolini o nel preferire luoghi lontani da occhi indiscreti.

         E se il latte non arrivasse, fosse insufficiente oppure si decidesse semplicemente di non allattare al seno? Anche in quel caso ci sono tante donne che hanno optato per il caro vecchio biberon. No alle forzature, si a ciò che sentite sia meglio. Fatevi forza e rispondete a tono a chi vi giudicherà, perché di persone scontente delle vostre scelte ce ne saranno sempre. Per citare un'altra neo mamma, Stefania, 34: "per quanto sia bello, ci vorrebbe comunque un risarcimento per la privazione di libertà e intimità che l'allattamento porta con sé".

Depressione post partum8 - Gli sbalzi d'umore del post-partum

         Se già è difficile ammettere di essersi impressionate al sentire il primo calcetto oppure di non aver sentito il cuore scoppiare all'idea di allattare il proprio pargolo, figuratevi come ci si possa sentire di fronte ad un sentimento così strano ed estraneo come la depressione post partum o più semplicemente ciò che in America chiamano il baby blues, quella sensazione di apatia mista a tristezza che ogni neo-mamma ha provato almeno una volta nelle settimane dopo il parto.

         "Con l'arrivo della bella stagione portare a spasso il bambino è quasi un obbligo" pensano molte neo-mamme. Ebbene, portare vostro figlio da sole al parco quando la vostra mente vagabonda attraverso pensieri che non si possono proprio dire felici potrebbe non essere proprio la soluzione più salutare. Forse vale la pena dimenticare ciò che il manuale della mamma perfetta vi impone e fare ciò che vi fa distrarre di più e sentire più tranquille e serene. Shopping in una strada affollata invece del parco? probabilmente non sarà la cosa più sana in assoluto ma salverà l'umore di tutta la vostra famiglia.

9 - Non vedere l'ora di tornare al lavoro

Mamma al lavoro
         Tornare al lavoro dopo la maternità genera il più classico tra i cliché, la convinzione che nessuna mamma vorrebbe tornare mai a lavoro e lasciare il proprio figlio a casa con la baby sitter, la nonna o addirittura al nido. Il web pullula di commenti e testimonianze di madri disperate all'idea del distacco dal proprio bimbo o di compagni che parlano dei pianti della loro partner nel dover iniziare il primo giorno di lavoro dopo i lunghi mesi a casa.

         Solo pochi hanno il coraggio di parlare dell'altro lato della medaglia: chi non vede l'ora di tornare a lavorare e riprendere in mano delle redini del resto della propria vita. Sembra quasi blasfemo da dire ma sì, molte neomamme, per quanto amino i propri figli, sono strafelici di staccare la spina dalla maternità per qualche ora e rientrare nella "normalità" di prima. Avete deciso di non tornare più al lavoro perché preferite concentrarvi a crescere i figli? Se vi rende felici, è la scelta giusta. Non vedete l'ora di tornare a lavoro? benissimo anche in questo caso, questa è la vostra scelta giusta e sarà perfetta anche per vostro figlio.

Avere un altro figlio10 - Ogni gravidanza è diversa

         Immaginate di superare tutto il difficile percorso ad ostacoli di prima gravidanza, maternità ed allattamento e di aver finalmente trovato l'equilibrio che vi scherma dal sentirvi insicure o inadatte al ruolo di madre. Immaginate poi di rimanere nuovamente incinta pensando stupidamente che la seconda volta non può essere tanto diversa dalla prima, vero? Corretto, ma solo per la parte che riguarda la crescita e l'accudimento che vi troverà inevitabilmente più preparate e meno ansiose. Per il resto invece bisogna ricordarsi la verità assoluta appresa in precedenza: nessuna gravidanza è uguale ad un'altra anche se il corpo è lo stesso, il vostro.

         Ogni giorno si ricominciano a scoprire cose nuove. Sulle leggende più comuni relative al secondo parto, definito come sempre più facile del precedente, Francesca, 34, madre di due bimbi smentisce: "Dicono che il secondo esce praticamente da solo" sorride e aggiunge: "io invece ho rischiato il cesareo d'urgenza perché sono arrivata a 7 cm di dilatazione ma in un attimo poi il bimbo si è spostato e mi ci sono voluti una nottata intera e innumerevoli manovre per partorirlo".

Fonte https://www.foxlife.it/2018/04/24/10-segreti-tabu-maternita-gravidanza/

Nessun commento:

Posta un commento