Generare, un atto che spesso si definisce naturale con troppa leggerezza: dentro a questa parola si apre un abisso capace di sorprendere una coppia come una tempesta improvvisa, segnando l'inizio del viaggio più emozionante ma anche incerto della vita, quello alla ricerca di un figlio.
«Ci provi, ti impegni, segui consigli di amici e nonne, e quelli del medico, ricette antiche e soluzioni moderne. Ma il figlio non arriva. La tua certezza inizia a vacillare; diventa paura di non farcela. E poi peggiora. Adesso è la certezza che sia colpa tua. Se avere figli è naturale, perché solo tu non puoi averne? Cosa c’è di sbagliato in te? Avere un figlio, ti rendi conto, è il tuo desiderio più grande, il tuo sogno. Un figlio metterebbe a posto il mondo. E ancora non arriva, e il tuo mondo è sempre meno a posto. E decidi di provare un trattamento di fertilità. Il viaggio incomincia».
E a prendere parola sono proprio i viaggiatori. Dalle storie di questo viaggio, prende vita il libro “Parole fertili. Viaggio alla ricerca di un figlio”, a cura di Cristina Cenci e Francesco Dimitri.
Tante storie, un solo viaggio
«La mia storia è una storia comune. È la storia di Anna, di Silvia, di Michela, di Valentina, di Maria. L’ho condivisa per passione, per esorcizzare la paura, per mettere in riga pensieri sparsi. E poi l’ho fatto per altruismo, perché spero che un giorno possa essere un appiglio, una speranza, un motivo di sprone, una dedica a tutte quelle meravigliose donne che lottano indefesse e fiere, che donano se stesse per il proprio figlio prima ancora che venga procreato, quando il suo alito di vita è solo una speranza di dono».
Come spiega Cristina Cenci, Parole Fertili nasce per favorire la riappropriazione della propria storia di vita ferita dalla minaccia della infertilità. Chi è riuscito ad avere un figlio, spesso ha bisogno di raccontare, per elaborare il percorso e farlo suo. Per chi sta cercando di avere un figlio, il racconto biografico può diventare un momento di riflessione, sfogo e di conforto. Chi non è riuscito ad avere un figlio e ha trovato o sta cercando nuovi equilibri può trovare nel racconto un’occasione “perché la fertilità della mente, del cuore e dello spirito vinca sull’infertilità del corpo”, come scrive Carmen in “Metterci la faccia”, una delle prime storie pubblicate su Parole Fertili.
«Non so spiegare perché, ma nel profondo del mio cuore ho sempre saputo che avrei faticato ad avere un figlio. Ho sempre sognato una famiglia numerosa. Io, che non ho mai avuto una famiglia, ho sempre sognato di poter donare tanto amore, io, che amore non ho mai ricevuto. Il mondo mi è crollato addosso il 13 gennaio 2012. Avevo venticinque anni. Dopo un anno e tre mesi di matrimonio, otto di fidanzamento e uno e mezzo speso alla ricerca di un bambino, io e mio marito ci siamo decisi a sottoporci a delle analisi per capire se ci fosse qualcosa che non andava. C’era. Decisamente. E l’ho scoperto quel giorno. [...]
Dopo tre tentativi, un aborto precoce e due fallimenti totali, una iperstimolazione che mi ha fatto patire le pene dell’inferno, mille dolori, analisi, iniezioni e umiliazioni, mi sono decisa a dire basta. In quegli anni sono riuscita a sopravvivere solo grazie al blog che mi sono decisa ad aprire per poter avere il conforto di altre “guerriere”. Ed è stato allora che ho capito che la solidarietà tra noi donne, tra noi aspiranti mamme, è fondamentale e vitale!»
Eleonora, che ora tiene in braccio sua figlia, racconta il percorso irto di difficoltà affrontato per averla: un viaggio che l’ha portata a scoprire quanto le parole possono aiutare a guarire il cuore e, attraverso la rete internet, incontrare altre guerriere, donne nella stessa situazione con cui stringere un legame invisibile fatto di amicizia, silenziosa solidarietà a distanza, ascolto.
Una di queste guerriere, Luna, scrive: “Perché una cosa ho capito, questa della maternità è una ricerca a carne viva e a cuore aperto, senza paracaduti né protezioni”.
Ma non tutte le storie hanno un lieto fine, purtroppo. I giorni della perdita di Eugenio sono il racconto di questo viaggio attraverso gli occhi degli uomini, i compagni di vita per i quali spesso il dolore diventa incomunicabilità, una solitudine che galleggia in un vuoto troppo grande. «Nessuno di noi due può accettare altre perdite, e comunque io non penso a questo mentre mi chiudo la porta alle spalle. Mentre lei ancora dorme, io già mi affido all’abbraccio di un’intera giornata di istanti che mi porteranno altrove. Istanti in cui scappo, istanti meno dolorosi e sferzati dalla solitudine, rispetto a quelli che mi aspettano a casa. Mi capitano giornate dove interpreto un personaggio in cui inizio a riconoscermi ed è un personaggio che ride e scherza, un personaggio che sa come suscitare lo stupore per costruirsi un’apparenza e dimenticare se stesso».
“Parole fertili. Viaggio alla ricerca di un figlio” di storie ne racchiude più di cinquanta per condividere ciò che c’è di più prezioso: l’esperienza. Edito da Mondadori Electa con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici Italia, il libro desidera raccontare le emozioni nascoste dietro il non facile percorso della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA): emozioni potenti, in grado di influire sulla vita della coppia e cambiare la quotidianità. Perché la ricerca di un figlio è un percorso e, come ogni percorso, è fatto di momenti belli e di momenti difficili. Fra tutti, uno degli ostacoli più difficili: rompere il silenzio e prendere parola.
Raccontarsi senza timore di venire fraintesi diventa un modo per dare voce anche agli altri, quelli che hanno affrontato o sono ancora in questo percorso: un modo per fare la differenza.
Una voce per combattere il tabù del silenzio
La difficoltà o l’impossibilità a generare oggi è ancora tabù. A differenza di altre patologie non ha una definizione primariamente e prevalentemente biomedica: è possibile essere fertili, anche se medicalmente sterili. A segnare la separazione tra normale e patologico resta il desiderio, il bisogno identitario di ruolo materno e paterno: un desiderio che nel tempo, lentamente e dolorosamente, si carica di senso di colpa, imbarazzo, speranza e difficoltà.
Sia per la donna che per l’uomo parlare delle proprie difficoltà non è facile: a volte si vorrebbe dimenticare il dolore di certe giornate che sembrano una sconfitta, le tracce sul corpo e nell’anima lasciate dal percorso di procreazione medicalmente assistita, la paura e le emozioni.
Nascondere il desiderio di un figlio, in famiglia e con gli amici, diventa un modo per proteggere la propria intimità: recuperare il proprio spazio di silenzio per smettere di giustificarsi e trovare risposte che non si hanno, evitando di cadere nella trappola dei calcoli e della sofferenza segnata dallo scarto tra i tempi biologici e i tempi sociali. Eppure parlarne significa trovare un modo per esorcizzare anche la paura, condividendola.
In questo libro, a prendere parola sono state le donne e accade sempre più spesso, per uscire dal silenzio e dall'incomunicabilità: internet diventa uno spazio di condivisione e racconto, uno spazio in cui raccontarsi e ritrovarsi. «Ce lo scrivono, ce lo dicono sui social e a tu per tu sul territorio. Anche per questo le storie e le parole di fertilità, in qualunque modo si incarnino, vanno raccontate: per accompagnare le emozioni di chi sta facendo quel viaggio, ma anche per stare vicino a chi incontra ostacoli e difficoltà e cerca intimità e raccoglimento. Semplicemente per esserci, da amiche».
La nascita del progetto Parole Fertili, presente online con il sito parolefertili.it, diventa un progetto condiviso che Donna Moderna, da sempre vicina alle donne, sceglie di accompagnare: un aiuto per gestire queste emozioni usando il mezzo più antico che c’è, le storie.
La metafora su cui si costruisce questo progetto è quella del dono. Donare le proprie parole, la propria storia insieme alle emozioni vissute, diventa generosità e speranza, al di là della paura e dei risultati.
A loro è dedicato il libro “Parole fertili. Viaggio alla ricerca di un figlio”, a tutte le coppie che un figlio lo stanno cercando e chiedono aiuto, alle donne che invece l’hanno trovato dopo aver deciso insieme al proprio compagno di sottoporsi alla Procreazione Medicalmente Assistita. Per le tante donne, aspiranti e neomamme, e per i tanti uomini, loro partner, che non credono che essere genitori sia un lusso ma l’inizio del vero viaggio della vita, che tutti hanno il diritto di intraprendere.
Chi sostiene il progetto
Sostenendo la pubblicazione del libro, IBSA Farmaceutici Italia ha voluto restituire qualcosa di prezioso a tutte le persone, donne e uomini, che hanno donato la loro storia a Parole Fertili, nella consapevolezza che il percorso della PMA possa essere affrontato in maniera più naturale e serena, se vissuto e condiviso con empatia. In questo senso il progetto vuole rappresentare anche uno stimolo per sensibilizzare tutti coloro che operano nel settore ad agire e relazionarsi con le coppie che compiono questo percorso in modo più empatico e attento alle differenti sensibilità personali.
Il progetto di comunicazione nasce da una collaborazione tra Mediamond, Ibsa Farmaceutici Italia, Mondadori Electa e Donna Moderna. Donna Moderna, in veste di Media Partner e, coerentemente con la propria missione di essere un aiuto concreto alle donne, sostiene il progetto “Parole Fertili” attraverso la pubblicazione nel magazine di alcune storie raccolte nel libro e affronta il tema della PMA con il contributo di esperti.
Fonte https://www.donnamoderna.com/storie/non-sei-sola-storie-ed-esperienze-di-chi-cerca-un-figlio
«Ci provi, ti impegni, segui consigli di amici e nonne, e quelli del medico, ricette antiche e soluzioni moderne. Ma il figlio non arriva. La tua certezza inizia a vacillare; diventa paura di non farcela. E poi peggiora. Adesso è la certezza che sia colpa tua. Se avere figli è naturale, perché solo tu non puoi averne? Cosa c’è di sbagliato in te? Avere un figlio, ti rendi conto, è il tuo desiderio più grande, il tuo sogno. Un figlio metterebbe a posto il mondo. E ancora non arriva, e il tuo mondo è sempre meno a posto. E decidi di provare un trattamento di fertilità. Il viaggio incomincia».
E a prendere parola sono proprio i viaggiatori. Dalle storie di questo viaggio, prende vita il libro “Parole fertili. Viaggio alla ricerca di un figlio”, a cura di Cristina Cenci e Francesco Dimitri.
Tante storie, un solo viaggio
«La mia storia è una storia comune. È la storia di Anna, di Silvia, di Michela, di Valentina, di Maria. L’ho condivisa per passione, per esorcizzare la paura, per mettere in riga pensieri sparsi. E poi l’ho fatto per altruismo, perché spero che un giorno possa essere un appiglio, una speranza, un motivo di sprone, una dedica a tutte quelle meravigliose donne che lottano indefesse e fiere, che donano se stesse per il proprio figlio prima ancora che venga procreato, quando il suo alito di vita è solo una speranza di dono».
Come spiega Cristina Cenci, Parole Fertili nasce per favorire la riappropriazione della propria storia di vita ferita dalla minaccia della infertilità. Chi è riuscito ad avere un figlio, spesso ha bisogno di raccontare, per elaborare il percorso e farlo suo. Per chi sta cercando di avere un figlio, il racconto biografico può diventare un momento di riflessione, sfogo e di conforto. Chi non è riuscito ad avere un figlio e ha trovato o sta cercando nuovi equilibri può trovare nel racconto un’occasione “perché la fertilità della mente, del cuore e dello spirito vinca sull’infertilità del corpo”, come scrive Carmen in “Metterci la faccia”, una delle prime storie pubblicate su Parole Fertili.
«Non so spiegare perché, ma nel profondo del mio cuore ho sempre saputo che avrei faticato ad avere un figlio. Ho sempre sognato una famiglia numerosa. Io, che non ho mai avuto una famiglia, ho sempre sognato di poter donare tanto amore, io, che amore non ho mai ricevuto. Il mondo mi è crollato addosso il 13 gennaio 2012. Avevo venticinque anni. Dopo un anno e tre mesi di matrimonio, otto di fidanzamento e uno e mezzo speso alla ricerca di un bambino, io e mio marito ci siamo decisi a sottoporci a delle analisi per capire se ci fosse qualcosa che non andava. C’era. Decisamente. E l’ho scoperto quel giorno. [...]
Dopo tre tentativi, un aborto precoce e due fallimenti totali, una iperstimolazione che mi ha fatto patire le pene dell’inferno, mille dolori, analisi, iniezioni e umiliazioni, mi sono decisa a dire basta. In quegli anni sono riuscita a sopravvivere solo grazie al blog che mi sono decisa ad aprire per poter avere il conforto di altre “guerriere”. Ed è stato allora che ho capito che la solidarietà tra noi donne, tra noi aspiranti mamme, è fondamentale e vitale!»
Eleonora, che ora tiene in braccio sua figlia, racconta il percorso irto di difficoltà affrontato per averla: un viaggio che l’ha portata a scoprire quanto le parole possono aiutare a guarire il cuore e, attraverso la rete internet, incontrare altre guerriere, donne nella stessa situazione con cui stringere un legame invisibile fatto di amicizia, silenziosa solidarietà a distanza, ascolto.
Una di queste guerriere, Luna, scrive: “Perché una cosa ho capito, questa della maternità è una ricerca a carne viva e a cuore aperto, senza paracaduti né protezioni”.
Ma non tutte le storie hanno un lieto fine, purtroppo. I giorni della perdita di Eugenio sono il racconto di questo viaggio attraverso gli occhi degli uomini, i compagni di vita per i quali spesso il dolore diventa incomunicabilità, una solitudine che galleggia in un vuoto troppo grande. «Nessuno di noi due può accettare altre perdite, e comunque io non penso a questo mentre mi chiudo la porta alle spalle. Mentre lei ancora dorme, io già mi affido all’abbraccio di un’intera giornata di istanti che mi porteranno altrove. Istanti in cui scappo, istanti meno dolorosi e sferzati dalla solitudine, rispetto a quelli che mi aspettano a casa. Mi capitano giornate dove interpreto un personaggio in cui inizio a riconoscermi ed è un personaggio che ride e scherza, un personaggio che sa come suscitare lo stupore per costruirsi un’apparenza e dimenticare se stesso».
“Parole fertili. Viaggio alla ricerca di un figlio” di storie ne racchiude più di cinquanta per condividere ciò che c’è di più prezioso: l’esperienza. Edito da Mondadori Electa con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici Italia, il libro desidera raccontare le emozioni nascoste dietro il non facile percorso della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA): emozioni potenti, in grado di influire sulla vita della coppia e cambiare la quotidianità. Perché la ricerca di un figlio è un percorso e, come ogni percorso, è fatto di momenti belli e di momenti difficili. Fra tutti, uno degli ostacoli più difficili: rompere il silenzio e prendere parola.
Raccontarsi senza timore di venire fraintesi diventa un modo per dare voce anche agli altri, quelli che hanno affrontato o sono ancora in questo percorso: un modo per fare la differenza.
Una voce per combattere il tabù del silenzio
La difficoltà o l’impossibilità a generare oggi è ancora tabù. A differenza di altre patologie non ha una definizione primariamente e prevalentemente biomedica: è possibile essere fertili, anche se medicalmente sterili. A segnare la separazione tra normale e patologico resta il desiderio, il bisogno identitario di ruolo materno e paterno: un desiderio che nel tempo, lentamente e dolorosamente, si carica di senso di colpa, imbarazzo, speranza e difficoltà.
Sia per la donna che per l’uomo parlare delle proprie difficoltà non è facile: a volte si vorrebbe dimenticare il dolore di certe giornate che sembrano una sconfitta, le tracce sul corpo e nell’anima lasciate dal percorso di procreazione medicalmente assistita, la paura e le emozioni.
Nascondere il desiderio di un figlio, in famiglia e con gli amici, diventa un modo per proteggere la propria intimità: recuperare il proprio spazio di silenzio per smettere di giustificarsi e trovare risposte che non si hanno, evitando di cadere nella trappola dei calcoli e della sofferenza segnata dallo scarto tra i tempi biologici e i tempi sociali. Eppure parlarne significa trovare un modo per esorcizzare anche la paura, condividendola.
In questo libro, a prendere parola sono state le donne e accade sempre più spesso, per uscire dal silenzio e dall'incomunicabilità: internet diventa uno spazio di condivisione e racconto, uno spazio in cui raccontarsi e ritrovarsi. «Ce lo scrivono, ce lo dicono sui social e a tu per tu sul territorio. Anche per questo le storie e le parole di fertilità, in qualunque modo si incarnino, vanno raccontate: per accompagnare le emozioni di chi sta facendo quel viaggio, ma anche per stare vicino a chi incontra ostacoli e difficoltà e cerca intimità e raccoglimento. Semplicemente per esserci, da amiche».
La nascita del progetto Parole Fertili, presente online con il sito parolefertili.it, diventa un progetto condiviso che Donna Moderna, da sempre vicina alle donne, sceglie di accompagnare: un aiuto per gestire queste emozioni usando il mezzo più antico che c’è, le storie.
La metafora su cui si costruisce questo progetto è quella del dono. Donare le proprie parole, la propria storia insieme alle emozioni vissute, diventa generosità e speranza, al di là della paura e dei risultati.
A loro è dedicato il libro “Parole fertili. Viaggio alla ricerca di un figlio”, a tutte le coppie che un figlio lo stanno cercando e chiedono aiuto, alle donne che invece l’hanno trovato dopo aver deciso insieme al proprio compagno di sottoporsi alla Procreazione Medicalmente Assistita. Per le tante donne, aspiranti e neomamme, e per i tanti uomini, loro partner, che non credono che essere genitori sia un lusso ma l’inizio del vero viaggio della vita, che tutti hanno il diritto di intraprendere.
Chi sostiene il progetto
Sostenendo la pubblicazione del libro, IBSA Farmaceutici Italia ha voluto restituire qualcosa di prezioso a tutte le persone, donne e uomini, che hanno donato la loro storia a Parole Fertili, nella consapevolezza che il percorso della PMA possa essere affrontato in maniera più naturale e serena, se vissuto e condiviso con empatia. In questo senso il progetto vuole rappresentare anche uno stimolo per sensibilizzare tutti coloro che operano nel settore ad agire e relazionarsi con le coppie che compiono questo percorso in modo più empatico e attento alle differenti sensibilità personali.
Il progetto di comunicazione nasce da una collaborazione tra Mediamond, Ibsa Farmaceutici Italia, Mondadori Electa e Donna Moderna. Donna Moderna, in veste di Media Partner e, coerentemente con la propria missione di essere un aiuto concreto alle donne, sostiene il progetto “Parole Fertili” attraverso la pubblicazione nel magazine di alcune storie raccolte nel libro e affronta il tema della PMA con il contributo di esperti.
Fonte https://www.donnamoderna.com/storie/non-sei-sola-storie-ed-esperienze-di-chi-cerca-un-figlio
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