I pro dell’allattamento al seno
Una danza a due che lascia un segno indelebile nel cuore.
Un allattamento condotto secondo i bisogni fisiologici di mamma e bambino, con un adeguato sostegno alla mamma, si conclude invece di solito naturalmente e spontaneamente, e negli anni futuri verrà ricordato come un periodo particolarmente intenso e “magico”.
È vero che tutte le mamme hanno il latte?
Sì. Sono rarissime le eccezioni.
Ogni donna inizia a sviluppare la ghiandola mammaria prima della nascita, cioè quando è ancora nel grembo materno; lo sviluppo si ferma durante l’infanzia per poi riprendere in pubertà e continuare a ogni ciclo mestruale fino a circa 35 anni, per completarsi soltanto con la gravidanza quando il sistema dei dotti lattiferi e degli alveoli cresce in vista della nascita del bebè. Questo avviene in tutte le donne, con eccezioni rarissime, come in caso d’interventi chirurgici di asportazione dei tessuti ghiandolari.
Quando e quanto attaccare il bambino al seno?
Per favorire l’allattamento è auspicabile attaccare il bambino subito dopo il parto favorendo il contatto pelle a pelle e riducendo il rischio d’infezioni. Nei primi giorni di vita è quindi importante attaccare spesso il bambino al seno per favorire la montata lattea, che solitamente arriva tra la seconda e la quinta giornata. Inizialmente il bambino riceve il colostro, preziosissimo perché ricco di proteine e anticorpi.
I contro del latte artificiale
Con le dovute eccezioni legate ai casi in cui la mamma è veramente impossibilitata ad allattare è preferibile evitare il latte artificiale
Fonte https://www.multimedica.it/news/evviva-il-latte-materno/
- Allattare è una normale modalità di alimentazione del bambino: non è il bambino allattato al seno a godere di una salute migliore ma, piuttosto, il bambino che non riceve latte materno a essere penalizzato sul fronte della salute e dello sviluppo.
- L’allattamento è la prima forma di relazione, la prima esperienza sociale: allattare un bambino non significa solo fornirgli il cibo naturale e perfetto per la sua crescita e una protezione duratura dalle malattie, ma anche gettare le basi per un sano sviluppo psicologico.
- Perché allora le donne continuano a porsi il dubbio su cosa sia opportuno fare?
- Ciò che la scienza ha già acquisito non è ancora entrato nella nostra cultura, che tende a enfatizzare solo il valore del “prodotto” latte materno. Si tende a sminuire invece il valore del tempo che la mamma passa con il bambino e a caricare d’implicazioni negative un accudimento che preveda l’allattamento frequente, il sonno condiviso e molto contatto fisico.
Una danza a due che lascia un segno indelebile nel cuore.
Un allattamento condotto secondo i bisogni fisiologici di mamma e bambino, con un adeguato sostegno alla mamma, si conclude invece di solito naturalmente e spontaneamente, e negli anni futuri verrà ricordato come un periodo particolarmente intenso e “magico”.
È vero che tutte le mamme hanno il latte?
Sì. Sono rarissime le eccezioni.
Ogni donna inizia a sviluppare la ghiandola mammaria prima della nascita, cioè quando è ancora nel grembo materno; lo sviluppo si ferma durante l’infanzia per poi riprendere in pubertà e continuare a ogni ciclo mestruale fino a circa 35 anni, per completarsi soltanto con la gravidanza quando il sistema dei dotti lattiferi e degli alveoli cresce in vista della nascita del bebè. Questo avviene in tutte le donne, con eccezioni rarissime, come in caso d’interventi chirurgici di asportazione dei tessuti ghiandolari.
Quando e quanto attaccare il bambino al seno?
Per favorire l’allattamento è auspicabile attaccare il bambino subito dopo il parto favorendo il contatto pelle a pelle e riducendo il rischio d’infezioni. Nei primi giorni di vita è quindi importante attaccare spesso il bambino al seno per favorire la montata lattea, che solitamente arriva tra la seconda e la quinta giornata. Inizialmente il bambino riceve il colostro, preziosissimo perché ricco di proteine e anticorpi.
I contro del latte artificiale
Con le dovute eccezioni legate ai casi in cui la mamma è veramente impossibilitata ad allattare è preferibile evitare il latte artificiale
- per evitare nutrienti estranei, di scarsa qualità, non miscelati in proporzioni fisiologiche: malgrado i progressi della scienza, la composizione del latte artificiale (poco digeribile per la presenza di caseina) è comunque diversa da quella del latte materno, con zuccheri e grassi in quantità non adeguate
- per evitare la mancanza di fattori immunologici e altri elementi importanti: dato che il sistema immunitario del bambino impiega alcuni anni per maturare, il latte materno contiene le sostanze che lo proteggono dalle malattie come anticorpi, alcune proteine ed enzimi che uccidono o rendono inoffensivi i microrganismi patogeni
- per aiutare il bambino a prendere confidenza con l’alimentazione della propria famiglia, dato che il latte materno ha proprio i sapori della dieta materna.
Fonte https://www.multimedica.it/news/evviva-il-latte-materno/
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