sabato 9 febbraio 2019

IL REPORT ANNUALE (IN RITARDO) SULL’IVG: ABORTI IN CALO COSTANTE

Картинки по запросу IL REPORT ANNUALE (IN RITARDO) SULL’IVG: ABORTI IN CALO COSTANTE        È stato presentato dal Ministero della Salute il report annuale relativo all’anno 2017 sull’attuazione della legge 194 per l’interruzione volontaria di gravidanza. Il documento, come denunciato in un’interrogazione parlamentare presentata da Emma Bonino, è arrivato in ritardo di 11 mesi e contiene dei dati che l’Associazione Luca Coscioni ha definito allarmanti.

        Se nel report si riporta un calo del ricorso in Italia all‘interruzione volontaria di gravidanza (-4,9% rispetto al dato del 2016 e -65,6% rispetto al 1982) è altrettanto evidente l’aumento del ricorso all’obiezione di coscienza da parte dei medici con punte che raggiungono il 96% in Molise, l’88% in Basilicata e l’85% nella provincia autonoma di Bolzano.

        Tra obiezione di coscienza e chiusura dei consultori – ha denunciato Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’Associazione Luca Coscioni – le donne hanno paura di recarsi in struttura per l’interruzione di gravidanza e ricorrono così, tra mille pericoli, all’aborto clandestino. La diminuzione al ricorso dell’ivg in quest’ultimo anno, per gli addetti ai lavori deve suonare come un campanello di allarme.

        Parlando di numeri assoluti, nel 2017 sono state effettuate 80.733 interruzioni volontarie di gravidanza, con una diminuzione rispetto agli anni precedenti registrata soprattutto in Liguria, Umbria, Abruzzo e Bolzano. Come dato influente viene indicata l’eliminazione dell’obbligo di prescrizione medica per le maggiorenni per la pillola del giorno dopo e quella dei cinque giorni dopo, la vendita delle quali è risultata in aumento (35.000 pillole dei 5 giorni dopo e 121.000 pillole del giorno dopo in più vendute nel 2017 rispetto all’anno precedente).

        Per quanto riguarda il profilo delle donne ad aver ricorso all’ivg nel 2017, il tasso più elevato è stato riscontrato nella fascia di età fra i 25 e i 34 anni. Il 46,7% delle donne italiane era in possesso di licenza media superiore, mentre il 45.5% delle straniere aveva la licenza media. Se nel 2016 il 47,4% delle italiane risultava occupata, la percentuale si è abbassata al 44,1%.

        Risulta stabile la percentuale di donne straniere ad aver ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, con una percentuale assestatasi sul 30,3% di tutti gli aborti volontari (nel 2016 era il 30%).

        Se questo report è stato presentato con ottimismo dal ministro della Salute Giulia Grillo, che ha sottolineato come il tasso di abortività del nostro Paese sia attualmente fra i più bassi tra quelli dei Paesi occidentali, resta alto l’allarme per il costante aumento di medici obiettori di coscienza che potrebbe essere uno dei motivi a spingere le donne ad abbandonare la strada dell’aborto legale per ricorrere a quello clandestino.

Nel 2017 è stata registrata una percentuale totale di medici obiettori del 68,4%:

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        Quasi ovunque dopo la legalizzazione si ha una diminuzione progressiva, seguita da una stabilizzazione che si mantiene negli anni – hanno denunciato le dottoresse Mirella Parachini e Anna Pompili su Quotidiano Sanità – in Italia, al contrario, dal 2005, i tassi di abortività sono diminuiti significativamente di anno in anno. Nella relazione si attribuisce tale riduzione ad una serie di fattori, primi fra tutti l’eliminazione dell’obbligo di prescrizione medica dei contraccettivi di emergenza per le maggiorenni [..] ma come spiegare la più netta riduzione dei tassi di abortività tra le minorenni, per le quali persiste l’obbligo di prescrizione medica dei contraccettivi di emergenza? A nostro avviso, la caduta dei tassi di abortività dal 2005 potrebbe essere, almeno in parte, correlata con un aumento delle pratiche al di fuori della legge.

        Forte denuncia anche per la percentuale di ricorso all’aborto farmacologico. Se nel report ministeriale si legge di un aumento del 2,1% dal 2016 al 2017, le dottoresse Parachini e Pompili hanno sottolineato come la percentuale ci vede ancora ultimi nei confronti internazionali (il 17,8% del ricorso totale in Italia contro oltre il 90% in Finlandia e Svezia, l’80% in Norvegia e Scozia e più del 60% in Inghilterra e Galles, Francia, Danimarca, Portogallo e Islanda):

        Sin dal 2011 le relazioni ministeriali hanno evidenziato la efficacia e la sicurezza del metodo […] nonostante questi dati, il Ministero della Salute raccomanda/impone tuttora, perpetrando una inammissibile inappropriatezza, il regime di ricovero ordinario dal momento dell’assunzione del mifepristone al momento dell’espulsione della gravidanza.

Fonte http://www.gravidanzaonline.it/news/report-annuale-ivg-aborto

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