mercoledì 27 febbraio 2019

Pfas, studio Università Padova: «ecco come alterano la gravidanza»

       Dopo la scoperta del meccanismo attraverso il quale i Pfas alterano lo sviluppo del sistema uro-genitale maschile e la fertilità interferendo con l’attività del testosterone, adesso il gruppo di ricerca dell’Università di Padova coordinato dal professor Carlo Foresta e dal dottor Andrea Di Nisi propone alla comunità scientifica una nuova evidenza: le patologie riproduttive femminili, come alterazioni del ciclo mestruale, endometriosi e aborti, nati pre-termine e sottopeso, possono essere correlate all’azione dei Pfas sulla funzione ormonale del progesterone, ormone femminile che regola la funzione dell’utero. Un risultato raggiunto dopo due anni di lavoro, analizzando in vitro come i Pfas interferiscano sull’attivazione dei geni endometriali attivati dal progesterone. In particolare, è stato dimostrato che, su più di 20.000 geni analizzati, il progesterone normalmente ne attiva quasi 300, ma in presenza di Pfas 127 vengono alterati e tra questi quelli che preparano l’utero all’attecchimento dell’embrione e quindi alla fertilità. «La mancata attivazione di questi geni da parte del progesterone – spiega Foresta – altera le importanti funzioni coinvolte nella regolazione del ciclo mestruale e nella capacità dell’endometrio di accogliere l’embrione e quindi giustificano il ritardo nella gravidanza, la poliabortività e la nascita pre-termine».


        «Nella donna –  prosegue il professore – il progesterone svolge un ruolo fondamentale nel regolare finemente lo stato maturativo dell’endometrio attraverso lo stimolo di diverse cascate di geni. La riduzione nell’espressione di questi geni da parte dei Pfas è dunque indicativa di una possibile alterazione della funzione endometriale». Le conseguenze cliniche di questi risultati sono state peraltro confermate dal recente studio della Regione Veneto, che ha riportato un incremento di pre-eclampsia (edemi o ipertensioni nelle donne gravide), diabete gravidico, neonati sottopeso alla nascita e anomalie congenite al sistema nervoso e di difetti congeniti al cuore nelle aree a maggiore esposizione a Pfas. Il team di Padova ha ora individuato un meccanismo alla base dello sviluppo di questi fenomeni. «A questo punto – aggiunge Foresta – la comprensione di una interferenza importante dei Pfas sul sistema endocrino-riproduttivo sia maschile che femminile e sullo sviluppo dell’embrione, del feto e dei nati suggerisce l’urgenza di ricerche che favoriscano la eliminazione di queste sostanze dall’organismo, soprattutto in soggetti che rientrano nelle categorie a rischio». (r.a.)

Fonte https://www.vvox.it/2019/02/27/pfas-studio-universita-padova-ecco-come-alterano-la-gravidanza/

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