Secondo una ricerca presentata al 29° congresso della European Respiratory Society, le donne incinte esposte ad alti livelli di bisfenolo A (BPA), un composto chimico presente in molti oggetti di uso comune, hanno una più elevata probabilità di partorire figli che soffriranno di dispnea e con una minore funzionalità polmonare.
Già precedenti ricerche avevano correlato interferenze nel sistema endocrino con l’esposizione a Bisfenolo A, sostanza che si trova quasi ovunque, dai contenitori di alimenti alle lattine, bottiglie di plastica, giocattoli e anche in alcuni tipi di carta.
Lo studio, condotto dalla ricercatrice Alicia Abellan del Barcelona Institute for Global Health ha valutato l’esposizione a vari tipi di fenoli delle donne incinte, mostrando una concentrazione nelle loro urine soprattutto di bisfenolo A. Si è inoltre visto che i loro figli sono più propensi a sviluppare problemi di respirazione e una minore capacità polmonare.
I “disturbatori” del sistema endocrino
“I fenoli sono già conosciuti come interferenti endocrini, in quanto interagiscono con la produzione ormonale e possono quindi alterare alcune funzioni primarie del nostro organismo, incluso l’apparato respiratorio e il sistema immunitario” spiega la Abellan.
“I feti nell’utero sono infatti particolarmente vulnerabili a questi composti poiché non è ancora del tutto sviluppata la capacità di eliminare sostanze tossiche, così come l’apparato respiratorio e il sistema immunitario”.
Lo studio ha visto coinvolte 2865 coppie di madri e figli, ai quale è stata misurata la capacità polmonare in un lasso di tempo tra i 6 e i 10 anni, nonché sottoposto un questionario per capire se soffrissero di dispnee o asma. Alle madri invece è stato misurata la concentrazione di fenoli nelle urine durante la gravidanza.
BPA e problemi respiratori nei neonati, c’è un legame
Nel 79% delle madri è stata riscontrata una quantità misurabile di BPA nelle urine, mentre per altri bisfenoli, come S ed F, la percentuale è stata molto ridotta.
I ricercatori hanno quindi scoperto che nelle donne con alti livelli di BPA il rischio di avere figli con problemi respiratori aumenta del 13%. Nello specifico è stato misurato che livelli doppi di BPA portano a una diminuzione della capacità polmonare nella prole di 5 millilitri.
I risultati sono corroborati dal fatto che i dati sono stati raccolti da otto differenti coorti europee, tuttavia un potenziale punto debole dello studio potrebbe essere la rilevazione di BPA nelle urine, effettuato solo una o due volte per ogni donna, il che dava un’istantanea dei livelli di bisfenolo in quel momento non un andamento in funzione del tempo.
Il futuro dei bambini con funzionalità compromessa
“La nostra ricerca non dice che cosa precisamente lega le due cose, ma precedenti studi sugli animali hanno mostrato che l’esposizione a Bisfenolo A in gravidanza porta a un arresto dello sviluppo polmonare e impatta sul sistema immunitario. Si sospetta che questo composto chimico interagisca con i segnali che regolano il rilascio di ormoni nel neonato” dice Abellan.
“Al momento non ci sono però normative che indicano una soglia di sicurezza per l’esposizione a BPA, anche se recentemente la UE ha classificato i bisfenoli nella lista dei composti chimici molto preoccupanti”.
Abella e colleghi continueranno a studiare l’influenza di altri bisfenoli sui nascituri, così come il collegamento tra esposizione a BPA ed altre malattie respiratorie.
“La ricerca ha mostrato come l’esposizione a BPA in utero possa portare a piccole ma misurabili differenze nella capacità polmonare” ha affermato la professoressa Daiana Stolz, della University Hospital Basel, in Svizzera, e Chair of the European Respiratory Society Education Council.
“I medici e i clinici dovrebbero essere consapevoli del ruolo che questi diffusissimi composti clinici posso giocare nelle primissime fasi di sviluppo del bambino e l’impatto che ciò può avere sulla popolazione una volta che sono diventati adulti, proprio perché sappiamo già che problemi respiratori nell’infanzia poi portano a malattie croniche, come per esempio la BCPO, in età adulta”.
Fonte https://www.corrierenazionale.it/2019/11/03/gravidanza-esposizione-bisfenolo-a-rischiosa/
Già precedenti ricerche avevano correlato interferenze nel sistema endocrino con l’esposizione a Bisfenolo A, sostanza che si trova quasi ovunque, dai contenitori di alimenti alle lattine, bottiglie di plastica, giocattoli e anche in alcuni tipi di carta.
Lo studio, condotto dalla ricercatrice Alicia Abellan del Barcelona Institute for Global Health ha valutato l’esposizione a vari tipi di fenoli delle donne incinte, mostrando una concentrazione nelle loro urine soprattutto di bisfenolo A. Si è inoltre visto che i loro figli sono più propensi a sviluppare problemi di respirazione e una minore capacità polmonare.
I “disturbatori” del sistema endocrino
“I fenoli sono già conosciuti come interferenti endocrini, in quanto interagiscono con la produzione ormonale e possono quindi alterare alcune funzioni primarie del nostro organismo, incluso l’apparato respiratorio e il sistema immunitario” spiega la Abellan.
“I feti nell’utero sono infatti particolarmente vulnerabili a questi composti poiché non è ancora del tutto sviluppata la capacità di eliminare sostanze tossiche, così come l’apparato respiratorio e il sistema immunitario”.
Lo studio ha visto coinvolte 2865 coppie di madri e figli, ai quale è stata misurata la capacità polmonare in un lasso di tempo tra i 6 e i 10 anni, nonché sottoposto un questionario per capire se soffrissero di dispnee o asma. Alle madri invece è stato misurata la concentrazione di fenoli nelle urine durante la gravidanza.
BPA e problemi respiratori nei neonati, c’è un legame
Nel 79% delle madri è stata riscontrata una quantità misurabile di BPA nelle urine, mentre per altri bisfenoli, come S ed F, la percentuale è stata molto ridotta.
I ricercatori hanno quindi scoperto che nelle donne con alti livelli di BPA il rischio di avere figli con problemi respiratori aumenta del 13%. Nello specifico è stato misurato che livelli doppi di BPA portano a una diminuzione della capacità polmonare nella prole di 5 millilitri.
I risultati sono corroborati dal fatto che i dati sono stati raccolti da otto differenti coorti europee, tuttavia un potenziale punto debole dello studio potrebbe essere la rilevazione di BPA nelle urine, effettuato solo una o due volte per ogni donna, il che dava un’istantanea dei livelli di bisfenolo in quel momento non un andamento in funzione del tempo.
Il futuro dei bambini con funzionalità compromessa
“La nostra ricerca non dice che cosa precisamente lega le due cose, ma precedenti studi sugli animali hanno mostrato che l’esposizione a Bisfenolo A in gravidanza porta a un arresto dello sviluppo polmonare e impatta sul sistema immunitario. Si sospetta che questo composto chimico interagisca con i segnali che regolano il rilascio di ormoni nel neonato” dice Abellan.
“Al momento non ci sono però normative che indicano una soglia di sicurezza per l’esposizione a BPA, anche se recentemente la UE ha classificato i bisfenoli nella lista dei composti chimici molto preoccupanti”.
Abella e colleghi continueranno a studiare l’influenza di altri bisfenoli sui nascituri, così come il collegamento tra esposizione a BPA ed altre malattie respiratorie.
“La ricerca ha mostrato come l’esposizione a BPA in utero possa portare a piccole ma misurabili differenze nella capacità polmonare” ha affermato la professoressa Daiana Stolz, della University Hospital Basel, in Svizzera, e Chair of the European Respiratory Society Education Council.
“I medici e i clinici dovrebbero essere consapevoli del ruolo che questi diffusissimi composti clinici posso giocare nelle primissime fasi di sviluppo del bambino e l’impatto che ciò può avere sulla popolazione una volta che sono diventati adulti, proprio perché sappiamo già che problemi respiratori nell’infanzia poi portano a malattie croniche, come per esempio la BCPO, in età adulta”.
Fonte https://www.corrierenazionale.it/2019/11/03/gravidanza-esposizione-bisfenolo-a-rischiosa/
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