Sul versante fisiologico, se da un lato il desiderio cala per gli alti tassi di progesterone (ormoni che riducono il desiderio), dall’altro gli ormoni gravidici facilitano la lubrificazione e la risposta al piacere, fattori che permettono alla donna di abbandonarsi tranquillamente al rapporto intimo con il partner.
In più, il muscolo uterino aumentato di “massa” permette di percepire meglio le contrazioni uterine sia durante sia dopo l’apice del piacere (le contrazioni, sempre di brevissima durata, sono presenti anche normalmente). Il calo del desiderio si verifica soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza, mentre il secondo trimestre è invece, generalmente, il periodo più appagante anche dal punto di vista dell’affiatamento intimo. Nell’ultimo trimestre, “l’ostacolo” fisico del pancione può ridurre il desiderio.
Se si indagano gli aspetti psicologici si deve ricordare che la donna incinta va incontro a una vasta serie di smottamenti psichici che la possono fortemente condizionare in questo campo della sua vita. I condizionamenti per lo più arrivano dalle credenze popolari che da sempre circondano la donna incinta, proibendole tutta una serie di attività. Inoltre va ricordato che la sessualità femminile viene trattata da pochi decenni e quindi è vittima di molti tabù che vanno ancora sfatati.
In uno studio del 1998 eseguito in alcune strutture ospedaliere venne rilevata una notevole riduzione dei rapporti intimi in gravidanza, riduzione attribuita a motivi di salute, alla paura di danneggiare il feto, all’aumento di dimensioni dell’addome ed alla paura di un rifiuto del partner, tutte preoccupazioni senza fondamenta serie. Va sottolineato che ogni donna dovrà regolarsi sulla base dei suoi desideri, questo è ovvio, ma deve restare costante e salda la certezza che l’attività intima, all’interno di una gravidanza sicura, non reca alcun danno al feto. Al contrario, una vita intima soddisfacente, se desiderata, reca notevole beneficio alla donna, influenzando positivamente il suo equilibrio psichico, il che non può essere che un vantaggio per il nascituro e per la coppia.
Fonte https://www.chedonna.it/2019/11/20/gravidanza-intimita-guida/
In più, il muscolo uterino aumentato di “massa” permette di percepire meglio le contrazioni uterine sia durante sia dopo l’apice del piacere (le contrazioni, sempre di brevissima durata, sono presenti anche normalmente). Il calo del desiderio si verifica soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza, mentre il secondo trimestre è invece, generalmente, il periodo più appagante anche dal punto di vista dell’affiatamento intimo. Nell’ultimo trimestre, “l’ostacolo” fisico del pancione può ridurre il desiderio.
Se si indagano gli aspetti psicologici si deve ricordare che la donna incinta va incontro a una vasta serie di smottamenti psichici che la possono fortemente condizionare in questo campo della sua vita. I condizionamenti per lo più arrivano dalle credenze popolari che da sempre circondano la donna incinta, proibendole tutta una serie di attività. Inoltre va ricordato che la sessualità femminile viene trattata da pochi decenni e quindi è vittima di molti tabù che vanno ancora sfatati.
In uno studio del 1998 eseguito in alcune strutture ospedaliere venne rilevata una notevole riduzione dei rapporti intimi in gravidanza, riduzione attribuita a motivi di salute, alla paura di danneggiare il feto, all’aumento di dimensioni dell’addome ed alla paura di un rifiuto del partner, tutte preoccupazioni senza fondamenta serie. Va sottolineato che ogni donna dovrà regolarsi sulla base dei suoi desideri, questo è ovvio, ma deve restare costante e salda la certezza che l’attività intima, all’interno di una gravidanza sicura, non reca alcun danno al feto. Al contrario, una vita intima soddisfacente, se desiderata, reca notevole beneficio alla donna, influenzando positivamente il suo equilibrio psichico, il che non può essere che un vantaggio per il nascituro e per la coppia.
Fonte https://www.chedonna.it/2019/11/20/gravidanza-intimita-guida/
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