sabato 24 ottobre 2015

SE IL FIGLIO NON ARRIVA

        La diagnosi di infertilità può essere una notizia sconvolgente per una coppia che desidera avere figli. E spesso chi si sente la “causa” della mancata gravidanza si attribuisce ingiustamente colpe e responsabilità che possono condurre a vere e proprie separazioni. È bene sottolineare che infertilità non significa sterilità. Una donna non è fertile quando, pur potendo concepire, non riesce a dar seguito al processo di sviluppo dell’embrione. In questo caso l’ovulo e lo spermatozoo sono vitali e danno luogo allo zigote, ma l’utero non è in grado di permettere al prodotto del concepimento di annidarsi. Quindi lo zigote è presto espulso. A questo punto la tecnica dell’inseminazione artificiale può dare un aiuto poiché riproduce perfettamente il processo naturale. Tuttavia anche con un intervento di questo tipo non ci possono essere garanzie assolute.
        Generalmente una coppia ricorre a questa tecnica dopo 12 - 24 mesi di rapporti sessuali non protetti in cui non si è riusciti a procreare. I due partners si sottopongono, di solito su consiglio del medico di fiducia, a una serie di esami clinici dai quali desumere se è un problema di infertilità o sterilità. Lo stress psicologico per la coppia è molto forte perché si trova di fronte a una serie di specialisti con propri punti di vista. La coppia deve essere unita e preparata a fare fronte comune riguardo questi pareri. Qualunque sia la diagnosi entrambi si sentiranno frustrasti, ma “il dare la vita” non è un fatto così scontato.
        Secondo le statistiche, oggi, una coppia mediamente fertile ha di norma meno del 20% di possibilità di concepire. Quindi, su 100 coppie che hanno rapporti non protetti nel periodo fertile, solo 20 procreeranno. Le cause possono variare. Certo l’età media dei genitori è aumentata e questo non è da sottovalutare. Soprattutto per la donna l’età è un problema più grave rispetto all’uomo. Oltre i 35 anni la situazione è critica. Le donne che hanno aspettato fino a quest’età per avere dei figli si sentono spesso enormemente in colpa e vivono come una punizione la difficoltà a concepire e portare a termine una gravidanza. In ogni caso, qualsiasi sia l’età dei partners, è la coppia che si deve sentire pronta a rivolgersi a uno specialista e decidere quando farlo. 
        Per chi non può avere bambini anche con l’inseminazione artificiale, l’adozione può sembrare ‘l’alternativa’ migliore. Spesso però prevale lo scoraggiamento causato dalle difficoltà di questo iter: tempi lunghi, innumerevoli accertamenti e controlli. Ma il percorso emotivo e psicologico che una coppia deve affrontare è completamente diverso da quello di un’inseminazione: sono due strade ben distinte. L’adozione non deve essere considerata un’alternativa o un surrogato dell’inseminazione.
        Nel caso poi in cui sia l’uomo a non poter procreare, la strada che porta al concepimento è ancora una volta diversa. La coppia deve rivolgersi ad un donatore di seme. Anche in questo caso il bambino va amato fin dal concepimento, fin dai primi giorni di vita e anche prima. Nel caso dell’intervento di un donatore (in genere anonimo) il bambino non va assolutamente considerato “estraneo” alla coppia.
        Se poi, dopo diversi tentativi di inseminazione, la nascita non avviene, è necessario capire che esistono anche dei limiti umani. Spesso il medico non enfatizza a sufficienza, sicuramente in buona fede, che si tratta di una tecnica medica che può aiutare, ma non costituisce una soluzione certa. La coppia deve cercare un progetto di vita a due. L’avere dei figli è spesso dato troppo per scontato: non è poi così vero che i figli li fanno tutti. Le coppie che scelgono l’inseminazione artificiale sono molte e investono infinite energie fisiche, emotive ed economiche in questo tentativo, ma può restare un “tentativo”. Spesso le donne sono le più ostinate nel caso di fallimenti e, di frequente, sono i loro compagni a chiedere aiuto allo specialista affinché evitino inutili e dolorosi sforzi. Non c’è un limite infatti, ma il medico dovrebbe essere il punto di riferimento e il confidente, capace di valutare il grado si sopportazione di una coppia.


Fonte http://www.donnad.it/con-i-tuoi/mamma/gravidanza/se-il-figlio-non-arriva

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